Si è svolta nella giornata di martedì 13 febbraio la conversazione sul tema “1954-2024: i settanta anni della televisione italiana”. Il 3 gennaio 1954 nasce la televisione italiana, una vera e propria rivoluzione per la società e la cultura del nostro Paese. In quell’anno si contano 24 mila abbonati alla Rai (Radiotelevisione italiana) e dagli studi di Torino cominciano le trasmissioni. Erano le 11:30 e la prima annunciatrice del servizio pubblico, Fulvia Colombo, dichiarava ufficialmente accesa la televisione italiana, elencandone i programmi giornalieri. La prima, alle 14.30, si chiama “Arrivi e partenze”, è condotta da Mike Bongiorno, che intervista personaggi italiani e stranieri in arrivo o in partenza negli aeroporti. È solo la prima di una serie infinita di trasmissioni che anno dopo anno hanno trasformato il nostro Paese con una vera rivoluzione sociale e culturale. Il palinsesto nei primi anni era breve, all’inizio addirittura esisteva solo la fascia oraria di programmazione serale, Mike Bongiorno con “Lascia o Raddoppia” e poi con “il Rischiatutto” era il re del giovedì sera, il sabato sera c’era il varietà, “Studio Uno”, “Mille Luci”, “Canzonissima”, mentre la domenica l’appuntamento era con gli sceneggiati o teleromanzi. A tal proposito, tra gli altri si ricordano: “La Cittadella”, “Gian Burrasca”, “Il Mulino del Po”, “La freccia Nera”, “L’Ulisse”, “Il Commissario Maigret” E come non ricordare Carosello? Generazioni di italiani “sono andate a letto dopo Carosello”, programma pubblicitario che andava in onda per 10 minuti, tutte le sere, con personaggi che sono entrati nella storia del programma: Calimero, Susanna, Jo Condor, l’ippopotamo azzurro! I personaggi Tv di allora erano: Mina, Alberto Lupo, Il quartetto Cetra, Totò, Walter Chiari, Paolo Panelli e Bice Valori, Vittorio Gassmann, Pippo Baudo, Corrado, Enzo Tortora, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini, Raffaella Carrà. Gli anni Settanta furono un’epoca di rivoluzione della televisione, in quanto nel 1976 si vide la separazione definitiva tra il Nazionale (che diventò RAI 1) e il Secondo canale (che diventò RAI 2), l’introduzione dei colori nelle trasmissioni regolari nel 1978 e la creazione di un terzo canale a carattere regionale (RAI 3)nel 1979 e la liberalizzazione delle frequenze. Negli anni Ottanta, con l’avvento delle emittenti private, delle radio libere ma soprattutto con la comparsa di Fininvest, in mano all’imprenditore Silvio Berlusconi, che inseriva sul mercato tre nuove reti televisive (Canale5, Italia1 e Rete4). Negli anni 2000 la tv ormai da decenni è la porta sul mondo ma nel 2003 arriva la tv satellitare che cambierà per sempre il panorama dell’offerta e la sua fruizione. Queste alcune delle cifre che sono state oggetto di analisi da parte di Antonino Megali (Vice presidente del Circolo Culturale “L’Agorà”. Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione, organizzata dal sodalizio culturale reggino, sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da martedì 13 febbraio.