Ricorre quest’anno il 250° anniversario della nascita di Napoleone Bonaparte (Ajaccio, 15 agosto 1769) che, sicuramente, si può ascrivere a quelle figure storiche che hanno ricevuto una notevole attenzione da parte della critica. A distanza di due secoli dalla sua nascita si continua ancora a parlare di lui, mentre dei suoi vincitori poco o nulla: la sconfitta di Mont-Saint-Jean  (Waterloo) venne definita paradossalmente un’altra vittoria di Napoleone Bonaparte. Nel corso della XVII edizione della giornata di studi sul periodo napoleonico, denominata “5 maggio” sono stati analizzati due temi a riguardo la figura ed il periodo storico in cui visse Napoleone Bonaparte e che fu caratterizzato dalle profonde trasformazioni politiche e sociali che ebbero a determinare uno spartiacque nella storia europea ed in particolare nel Mezzogiorno della penisola italiana. Nel corso della conversazione è emersa la figura dell'uomo Napoleone che si è confrontato con il suo tempo, come ha evidenziato Gianni Aiello nel corso della sua disamina avente come titolo “Napoleone Bonaparte: Chi era costui? ”. Partendo da un abstract estrapolato dal famoso „Memoriale di Sant'Elena”  Gianni Aiello ne delinea la figura dell'uomo, del soldato.

[…] In pochissime parole,
questa è la mia storia...
Invano, gli storici inglesi taglieranno,
sopprimeranno, mutileranno,
sarà per loro molto difficile
farmi scomparire totalmente
[…]
Il periodo napoleonico – prosegue Gianni Aiello - non fu soltanto quello delle strategie militari, ma anche quella delle riforme epocali e dell'ideale romantico che và anche ad intrecciarsi con la ricerca dell'ULISSE che è in noi, alla ricerca del proprio “io”, ma anche alle domande:
CHI ERO?
COSA SONO
COSA SARÒ
ULISSE come esempio della conoscenza, del confronto, quindi non l'Ulisse dantesco. L'uomo che vuole conoscere e confrontare le sue esperienze accademiche proprio sul terreno reale, quindi sui campi di battaglia. Pensiamo agli studi classici ed alla loro attualizzazione sui campi di battaglia, dove, in diverse occasioni Napoleone Bonaparte ebbe a dire ai suoi soldati che "qualunque sia la disparità delle forze in campo in favore di una forza piuttosto che l'avversa, esiste sempre un fattore X di incognita: la morale e lo spirito dei combattenti, la coscienza di difendere la ragione". "Coscienza" e "Ragione" sono altri due elementi che si ricollegano al quesito perché l'uomo vuole conoscere, quindi l'Ulisse che emerge.
"Coscienza" e "Ragione" sono altri due elementi che si ricollegano al
quesito perché l'uomo vuole conoscere, quindi l'Ulisse che emerge.
Nella "Metafisica" Aristotele argomenta che l'uomo per sua inclinazione naturale aspira alla conoscenza. L'uomo dal multiforme ingegno è presente anche nel nostro Corso che, grazie alle sue varie esperienze accademiche ed alle proprie doti intellettive emerge.
Piace evidenziare anche l'interesse del giovane Napoleone verso Plutarco, Rousseau, Corneille, Racin, Voltaire
Ritornando nella sfera del mondo classico, vediamo un Ulisse che dopo un lungo peregrinare sull’”umida terra” ha la necessità di approfondire quel senso di conoscenza ed il quesito immortalato nel canto (Odissea XI,186-191) che viene rivolto alle sirene: “Ditemi almeno chi ero! chi sono! “
E come l’eroe omerico non fugge dinanzi al suo passato, ma l’affronta, tenendo conto della realtà del presente.
QUINDI andiamo brevemente ai quesiti ed agli eventi relativi a
CHI ERO?
COSA SONO
COSA SARÒ
cifre queste che ritroviamo in diversi periodi inerenti al soldato, all’uomo Napoleone Bonaparte.
Dati di notevole livello che devono far riflettere.
Come la cosiddetta “fuga dall’isola d’Elba” che fuga non fu ma i “famosi” cento giorni, segno anche di una auto-dimostrazione, un modo di mettersi in forte discussione con se stesso: “Io chi sono, chi ero, cosa ho lasciato?” che sfocia nella fase successiva.
I CENTO GIORNI (l’impatto emotivo ed il ritorno volontario alle armi per un ideale abbraccio del vecchio compagno, presente sempre con la truppa, e presente nel condividerne gioie per le tante vittorie ed amarezze.
Altre cifre emergono dal rientro della salma di Napoleone Bonaparte in quel di Parigi: CHI SONO STATO
[…] Per otto giorni, dal 16 al 24 dicembre,la chiesa degl'Invalidi,illuminata siccome il giorno della cerimonia, rimase aperta al pubblico. L'affluenza de' visitatori fu tale, che mal sapremo dire se in altro tempo, od in altro luogo fuvvi eguale concorso di popolo. Dugentomila persone e più si accavalcavano ogni giorno nelle vicinanze dell'ospizio. I curiosi s'estendevano dall'una parte sino al Campo di Marte,dall'altra sino alla piazza della camera dei Deputati. La maggior parte,dopo aver trascorso la giornata,esposti al più algente freddo,alla neve,al vento di nord,tornavano sui loro passi senza poter entrare; ma tutti però fermi di ritornare allo indomani. Non erano soltanto gli abitanti della capitale che attirati fossero da un si imponente spettacolo,ma bel anche quelli delle città più lontane. L'ottavo giorno,quando il governo diè ordine che si chiudesse la chiesa,la premura,lunghe dall'aver diminuito,sembrava anzi essersi vieppiù accresciuta. Se più a lungo seguitava l'esposizione,vi è motivo a credere che da tutte le contrade del mondo vi si sarebbero recati ammiratori per tributare ai resti dell'IMPERATORE un solenne omaggio […] (1)
Facendo qualche passo indietro nella cronologia degli eventi, andiamo al 1804 quando venne pubblicato il Codice civile che ratifica la soppressione dei privilegi sociali, l'uguaglianza davanti alla legge e la libertà  personale.
Ma tali disposizioni rivolgono uno sguardo all’infanzia abbandonata e con tali strumenti veniva data dignità ai piccoli abbandonati che trovavano in un primo momento assistenza in strutture pubbliche e successivamente affidati a coniugi che erano in possesso di requisiti morali.
NAPOLEONE BONAPARTE: CHI ERA COSTUI? La provocazione emersa durante l'intervento di Gianni Aiello. Forse  era quel “tiranno” che una certa storiografia ci ha tramandato? L’epopea napoleonica non è solo quella delle strategie militari ma anche quella delle  riforme, e nella fattispecie quella relativa alla tutela delle fasce più deboli, l’attenzione  verso di loro attraverso l’operato dei  commissari di polizia o dei sindaci che svolgevano un compito di vigilanza sul  territorio di competenza, segnalando quindi casi  di abbandono di neonati, minori, di infanticidi, ma anche della loro cura come l’alimentazione e l’istruzione.
BREVEMENTE analizziamo l’ “egalitè”, quella meritocrazia presente nei ranghi sia militari che civili dove i figli del popolo rivestivano alte cariche nelle pubbliche amministrazioni, nei ranghi dell’esercito, per propri meriti e capacità: invertendo, quindi, quella direzione di scelta attuata dagli antichi regimi dove, solo una parte elitaria poteva  beneficiarne, non per capacità ma solo perché  appartenente ad una certa classe sociale.
CONCLUSIONI
Parlare del periodo napoleonico (1796-1815) è assistere ad un onda lunga che và oltre la data del 5 maggio 1821, dove gli echi di quello spirito rivoluzionario si prolungano in epoche successive combattendo contro quelle istituzioni che erano state riposizionate sul piedistallo a seguito delle decisioni congressuali viennesi del 1815.
Come abbiamo iniziato questa analisi concludiamo citando un altro significativo momento del famoso MEMORIALE
[…] Tutti nascono anonimi come me,
in una anonima Ajaccio,
in un'anonima isola,
in un anonimo 15 agosto,
di un anonimo 1769,
da due anonimi Carlo e Letizia Ramolino;
solo dopo diventano qualcuno;
e se prima di ogni altra cosa sono capaci di non deludere se stessi, anche la volontà divina si manifesta sull'uomo […]
La parola passa ad Andrea Guerriero che analizza il tema “L'epilogo termidoriano: Napoleone primo Console”. La battaglia di Fleurus nel Belgio, 26 giugno 1794, combattuta e vinta dalle forze della Francia repubblicana contro gli eserciti della prima coalizione austro- inglesi - Hannover, contribuì ad un rinnovato spirito di cambiamento della situazione politica che vedeva il comitato di salute pubblica ed il Terrore come metodo di governo. I francesi, in particolare la parte politica moderata, considerarono inutile il proseguimento del regime repressivo guidato da Robespierre, e con il colpo di stato del 9 termidoro/27 luglio 1794 fu messo  fine , con l’esecuzione di Robespierre e degli altri capi, alla politica terroristica. La Francia entra ora in una fase nuova: cinque anni di regime termidoriano danno definitivamente alla borghesia il potere, portando gli eserciti francesi fuori dalle frontiere in una serie di guerre vittoriose. Tra gli uomini che assumono le redini dello stato ve ne sono di ogni tendenza politica dai girondini (liberali) che avevano partecipato ai primi avvenimenti rivoluzionari e poi emarginati, ai giacobini pentiti, e anche coloro che avevano servito il Comitato di salute pubblica, compreso Napoleone che aveva partecipato all’assedio antirealista di Tolone del 1793. Ma, soprattutto, queste persone, hanno una idea comune, cioè, il fatto sostanziale di rappresentare la borghesia al potere. Questo potere borghese, deve essere rigidamente assunto: ed è quanto sarà fatto con l’instaurazione di una forma di terrore bianco, che colpirà i giacobini nostalgici delle idee egalitarie, realisti con idee restauratrici, e difendendosi con forza contro tutti gli attacchi che possano provenire contro La Convenzione. I problemi di fondo della repubblica, sociali, politici economici, non vengono di fatto risolti. Ma, intanto emerge un nuovo stile di vita una nuova moda in tutti i campi del vivere sociale, tutto un mondo di “pervenuti” che sotto l’antica monarchia non avrebbe avuto alcuna speranza di mobilità sociale. Il 5 ottobre/13 vendemmiaio l’insurrezione monarchica viene spazzata da Paul Barras (futuro capo del Direttorio) e dal giovane generale Napoleone Bonaparte, Il 31 ott0bre 1795 viene costituito il direttorio esecutivo, ed il 2 marzo 1976 Bonaparte è  messo a capo dell’armata d’Italia. Quello del Direttorio è un mondo politicamente lacerato, incerto. L’unico punto fermo è costituito dall’eco delle vittorie francesi contro le coalizioni monarchiche europee. La Francia amplia le sue frontiere, moltiplica le conquiste. I problemi militari sono grandi, ma gli uomini sono all’altezza di questi problemi. E, tra questi uomini, in primissimo piano, c’è Napoleone, che a capo dell’armata discende in Italia nella primavera del 1796, conducendo una campagna in cui con una serie di strepitose battaglie, stabilisce non solo le basi di un successo militare, ma fissa anche le premesse di quello che sarà in seguito a sua carriera politica. Dopo la caduta di Milano nel maggio 1796, tutti i sovrani coalizzati avversari, saranno costretti a chiedere la pace, fino a quel capolavoro diplomatico che è stato il trattato di Campoformio , con la dissoluzione della Serenissima. In poco più di un anno il giovanissimo generale non solo a conseguito dei successi militari di primissimo ordine, ma ha creato una propria politica estera che impone al Direttorio, al quale non resta altro che ratificarla. E’ un uomo solo che vuole essere solo, per non unire in alcun modo le proprie sorti a quelle, sempre più intricate e complesse, del Direttorio. In Francia, il Direttorio, è completamente screditato, esso sopravvive alle macchinazioni che da ogni parte lo minacciano, in particolare realiste, grazie all’esercito. Sarà il generale Louis Lazare Hoche  che nel settembre 1797 occuperà Parigi arrestando i deputati realisti. Ma non si tratta che di un episodio, saranno altre minacce che lo porteranno all’epilogo. Napoleone che si trova in Egitto, rientra rapidamente in Europa, per non rimanere isolato dagli imminenti eventi politici in patria. Le difficoltà francesi in Egitto , rendono di nuovo arditi  i sovrani europei contro la repubblica francese, ma ancora una volta gli eserciti repubblicani riescono a contenere gli avversari. Bonaparte al suo rientro dall’Africa non ha da vantare che la gloria, immensa, della campagna italiana del 1796/97. In quel momento l’uomo che controlla il Direttorio, Emanuel Sieyès, ha bisogno di un generale capace, per imporre la svolta autoritaria, lo trova nel Bonaparte, il 10 novembre 1799/19 brumaio, il Direttorio e sciolto con le armi, sarà sostituito da tre consoli, con napoleone nel ruolo di primo console. Con il Consolato i valori della rivoluzione sono ormai completamente recuperati, rimane la repubblica. Ma anche essa è destinata a scomparire, nella marcia inarrestabile che condurrà il Bonaparte, il Console Bonaparte, a diventare l’Imperatore Napoleone I. Ma dei valori profondi che avevano caratterizzato quasi dieci anni della vita francese, non tutto andrà perduto: nella dialettica della storia una grande vittoria era stata conseguita con l’arrivo al potere della borghesia, tappa preliminare per rendere possibili altre battaglie sociali

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2 maggio 2019
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