Il Circolo Culturale “L’Agorà” ed il Centro studi “Gioacchino e Napoleone” hanno organizzato la ventesima edizione del “5 maggio”. Il nuovo incontro, predisposto dalle due co-associazioni reggine, ha registrato le presenze della ricercatrice toscana Elena Pierotti e di Gianni Aiello, Presidente dei due sodalizi organizzatori. Il primo argomento della nuova edizione, è stato quello a cura della gradita ospitedelle due co-associazioni organizzatrici della giornata di studi in argomento, la ricercatrice toscana Elena Pierotti  che ha trattato il tema inerente a “Giuseppe Bonaparte, un re Mediterraneo”. Giuseppe Bonaparte fu nominato da Napoleone Bonaparte Re di Napoli in data 11 marzo del 1806 e qui rimase fino al 1808 quando fu sostituito nel ruolo da Gioacchino Murat, cognato di Napoleone e dello stesso Giuseppe. Nell’arco di tempo che va dal 1806 al 1808 Giuseppe Bonaparte fu il Sovrano del Regno di Napoli e, dal 30 marzo ebbe inizio il suo mandato reale.  Dalla fine di marzo si susseguirono provvedimenti che investirono tutti i campi dell'amministrazione, avviando una profonda trasformazione dello Stato e della società. Nella capitale, i ministeri di Polizia generale, Interni, Finanze, Giustizia, Esteri e Guerra, formarono gli organi centrali dell'apparato governativo. Momento essenziale della modernizzazione dello Stato fu l'eversione della feudalità, che eliminò privilegi e differenze tra i cittadini nel campo giudiziario e fiscale, e fece della borghesia la classe dirigente. Il territorio fu diviso in 14 province, rette ciascuna da un intendente, che esercitava uno stretto controllo sui Comuni. Il 7 luglio 1808 re di Spagna e delle Indie, Giuseppe Bonaparte promulgò da Baiona il giorno stesso una costituzione che  decretò la fine dell'antico regime in Spagna. La storiografia presenta Giuseppe come un uomo meno dotato su piano politico. La Spagna, da sempre proiettata verso il nuovo Mondo, si trovò in casa un Re che svecchiò il precedente sistema politico così come era capitato alla realtà partenopea. Ha concluso Gianni Aiello (presidente delle due co-associazioni organizzatrici) trattando il tema “Il ruolo del calabrese Giuseppe Raffaelli nel Regno di Napoli”. Nel 1807 venne nominato da Giuseppe Bonaparte a rivestire importanti funzioni: fu membro della commissione feudale, presidente della commissione incaricata per la preparazione del codice penale e infine membro della commissione creata per la nomina dei nuovi magistrati. A Raffaelli si deve anche una traduzione del codice civile napoleonico da estendere al Regno di Napoli, alla quale però fu preferita quella realizzata a Milano perché giudicata più fedele al testo originale. Come segno di apprezzamento per l’attività svolta fu nominato, nel 1808, cavaliere del Reale Ordine delle Due Sicilie. Istituita nel 1808 la Corte di cassazione di Napoli, egli fu il primo a ricoprire in essa le funzioni di procuratore generale. Dal 1808 fu chiamato, assieme a David Winspeare e a Giacinto Dragonetti, a comporre la Commissione Feudale. Nello stesso anno Gioacchino Murat lo volle anche riordinatore della Corte di cassazione (insediatasi il 7 gennaio 1809), della quale fu il primo procuratore generale, carica questa che mantenne sino al 1817. Dal 1815 fece anche parte della seconda commissione reale incaricata dello studio dei nuovi codici borbonici (ultimati nel 1819), contribuendo, in particolare, alla stesura del codice penale e di quello di procedura penale.Queste alcune delle cifre che sono oggetto di analisi, nel corso della ventunesima edizione, della giornata di studi sul periodo napoleonico, denominata “5 maggio”, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” e dal Centro Studi “Gioacchino e Napoleone”. La conversazione, organizzata dalle due co-associazioni culturali reggine, è disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da domenica cinque maggio.

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5 maggio 2024
la manifestazione