Il Circolo Culturale “L’Agorà” di Reggio Calabria ha organizzato una conversazione sul tema “1924-2024: nel centenario della nascita di Alberto Lupo”. La manifestazione, organizzata dal sodalizio culturale reggino ha ricevuto il Patrocinio della Città Metropolitana di Genova per la valenza dell’’incontro e l’alto significato del tema trattato. Nel corso della giornata di studio si sono registrati una serie di interventi, sia del mondo istituzionale che culturale, che hanno il grande attore, doppiatore e conduttore televisivo italiano. Nel corso dell’incontro si sono alternati diversi interventi ed esperienze che hanno ricordato la figura umana ed artistica di Alberto Zoboli, in arte Alberto Lupo. Il Presidente del Circolo Culturale “L’Agorà”, Gianni Aiello ha ricordato diversi accadimenti storici che legano le due Città che si affacciano sul Mediterraneo, un’agorà di popoli e culture che si sono confrontate nel corso dello scorrere del tempo. È stata la volta dei saluti istituzionali della Città Metropolitana di Genova, nella persona della Consigliera Delegata a Diritto allo studio, Scuole ed edilizia scolastica, Pari opportunità e Patrimonio, Laura Repetto. Successivamente hanno fatto seguito altri interessanti interventi, del mondo della musica italiana, come il compositore Franco Fasano, ma anche di diversi nomi del mondo culturale genovese, come Matteo Benvenuti della troupe “Il Leggendario” che ha presentato il viaggio itinerante di Dario Rigliaco “I luoghi di Alberto Lupo” che lungo il quale incontra le persone vicine al noto uomo dello spettacolo e della cultura italiana. Un itinerario attraverso i Luoghi dell'Attore: da Genova Sampierdarena e Genova Pegli, passando da Bolzaneto e al teatro Rina e Gilberto Govi. Altri graditi ospiti del Circolo Culturale “L’Agorà” sono stati Gigi Zoboli, nipote di Alberto Zoboli, in arte Alberto Lupo, successivamente è stata la volta di Ivaldo Castellani, Direttore artistico del teatro “Govi” di Genova. La giornata di studi si è conclusa con gli interventi della ricercatrice lucchese Elena Pierotti e del Vice presidente del Circolo Culturale “L’Agorà” Antonio Megali, che nel corso del loro intervento ne hanno ricordato le doti umane ed artistiche.. Alberto Lupo spicca con la sua voce e il suo volto come un personaggio che, come attore di grandi sceneggiati e conduttore di memorabili show, ha lasciato un’impronta profonda nella storia della Rai e dello spettacolo. Il pubblico più maturo lo ricorda con affetto e gratitudine, riconoscendo il suo multiforme talento, ma anche i più giovani ne hanno un’immagine di artista eccezionale. Alberto Lupo nasce a Bolzaneto il 19 dicembre del 1924, primo dei tre figli di un severo professore di lettere, Giuseppe Zoboli, che non vede di buon occhio le aspirazioni artistiche di Alberto, il quale preferisce agli studi di giurisprudenza il palcoscenico di piazza Tommaseo (quello che diventerà il Teatro sperimentale “Luigi Pirandello” e poi lo Stabile genovese). Iniziò la sua carriera teatrale nel 1946 quando si iscrisse al Centro sperimentale "Luigi Pirandello" di Genova, dove rimase fino al 1952. In seguito lavorò con grandi nomi del teatro italiano, come Giorgio Strehler e Gino Cervi ( Cyrano di Bergerac, diretto da Rouleau nel 1953-54). Ma fu grazie alla televisione che ottenne un enorme successo, soprattutto tra il pubblico femminile, per la voce profonda e seducente e lo sguardo virile. Negli anni '50 e '60 fu infatti il "romantico "interprete di decine di romanzi sceneggiati, tra i quali ricordiamo Capitan Fracassa (1958), Padri e figli (1958), Una tragedia americana (1962), I Giacobini (1962) e Resurrezione (1965).  Alberto Lupo fa il suo esordio al cinema a trent'anni. L'anno successivo debutta in televisione, dove il suo aspetto e la voce profonda e seducente gli procurano un enorme successo presso il pubblico femminile. Diventa così il romantico interprete di tanti sceneggiati degli anni Cinquanta e Sessanta. Il ruolo più celebre arriva nel 1964: è il dottor Manson nella Cittadella. Ma sul piccolo schermo è anche impeccabile presentatore di programmi di intrattenimento, come Senza Rete e Teatro 10. Si propose anche nelle vesti di garbato presentatore in spettacoli leggeri, come Teatro 10 (1971), dove interpretò con Mina la famosissima sigla Parole, parole, parole. Nel 1977 mentre cercava di scrollarsi di dosso l'etichetta di attore da sceneggiato, "bello, ma imbalsamato" , con lo spettacolo teatrale Chi ha paura di Virginia Woolf?, venne colpito da trombosi cerebrale e visse in stato di coma per un lungo periodo. Al risveglio dovette affrontare una drammatica riabilitazione. Dopo esser riuscito a recuperare la voce, tornò a recitare, in una piccola parte, negli sceneggiati L'eredità della priora (1980) e L'amante dell'Orsa Maggiore (1983). La conversazione, sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da giovedì 19 dicembre.

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19 dicembre 2024
la conferenza