Con il patrocinio della Città metropolitana di Roma Capitale il Circolo Culturale “L’Agorà” ha organizzato una conversazione sul tema “Alberto Sordi 1920-2020: nel centenario della nascita”. All’incontro ha partecipato in qualità di relatore Antonino Megali, vice-presidente del sodalizio culturale reggino che nel corso del suo intervento ha ricordato la figura dell’uomo, dell’artista che ha fatto emergere con i suoi tanti personaggi i pregi, i difetti, ma anche le speranze degli italiani. Come si diceva in apertura l’argomento trattato dal Circolo Culturale “L’Agorà” ha ricevuto il patrocinio della Città metropolitana di Roma Capitale, visto che l’iniziativa risulta “di particolare valore e significato per l’Ente e per la comunità metropolitana”, come esplicitato in una nota ufficiale da parte del vice sindaco della Città metropolitana di Roma Capitale prof.ssa Teresa Maria Zotta.
Nel corso dell’incontro sono state analizzate, oltre alla brillante carriera dell’artista, anche la romanità di Alberto Sordi sia attore che uomo ed anche menzionate alcune locations dove Alberto Sordi è stato protagonista nel corso della sua carriera artistica.
Nel 1978 – esordisce il relatore Antonino Megali – nel film di Nanni Moretti “Ecce bombo”, in una scena appare il protagonista che sentendo al bar un uomo che dice “Gli italiani rossi e neri sono tutti uguali” lo aggredisce e urla “Ma che siamo in un film di Alberto Sordi? Te lo meriti Alberto Sordi”.
Meritato o no – continua Antonino Megali – piaccia o no, l’attore (Alberto Sordi) è uno dei più grandi del secolo.
Perché se Ugo Tognazzi, Vittorio Gasmann, Nino Manfredi, hanno dato alla “commedia all’italiana” contributi rispecchianti le loro caratteristiche, Alberto Sordi inventò e finì per essere egli stesso la “commedia all’italiana”.
Amato ed odiato, la sua colpa è stata quella di rappresentare e mostrare gli italiani per quello che sono.
Personaggi come Ferdinando Moriconi, nel film "Un Americano a Roma" e che troviamo anche in “Un giorno in pretura”, al "Vigile" Otello Celletti, il “Tassinaro”, sono alcuni dei volti, dei personaggi, del modo di essere italiano, ma che fanno emergere la “romanità” dell’uomo, dell’attore Alberto Sordi.
A riguardo il “mito americano” Alberto Sordi nel 1955 ricevette un encomio in quel di Kansas City direttamente dal presidente statunitense Truman le chiavi della città, nel 1979 ricevette la cittadinanza onoraria della città di Planis, (Georgia), nel novembre del 1985 al Carnegie Hall Cinema di New York City venne organizzata una rassegna dei suoi film.
Non solo cinema, ma anche teatro, radio e televisioni (anche se con poche apparizioni) caratterizzano il prestigioso percorso di Alberto Sordi che tra i tanti riconoscimenti, riceve, in occasione del suo ottantesimo compleanno, il sindaco di Roma Francesco Rutelli lo nomina di “Primo Cittadino dell’URBE per un giorno”, ma dopo alcune ore trascorse al Campidoglio, rivolgendosi al sindaco di Roma Francesco Rutelli disse "A Rute', nun je 'a faccio più".
Quando morì, nel febbraio del 2003, per due giorni la folla sfilò nella camera ardente ed ai suoi funerali parteciparono, secondo le stime, 250mila persone e tutte le massime autorità dello Stato-
Su uno striscione c’era scritto: “Sindaco per un giorno, imperatore per sempre!”.