Il Circolo Culturale “L’Agorà” ha organizzato, da remoto, un nuovo incontro presentando il volume “La Boemia contro l’Austria-Ungheria. La libertà degli zceco-slovacchi e l’Italia” e, nel contempo, analizzata la figura di Edvard Beneš, grazie alla presenza del prof. Francesco Leoncini che è il maggiore studioso italiano di storia ceco-slovacca ed autorevole interprete della realtà politica e sociale della Mitteleuropa. Edvard Beneš si può tranquillamente annoverare tra le personalità più rilevanti della politica europea della prima metà del Novecento del secolo scorso, protagonista, assieme ai neomazziniani, della Conferenza delle nazionalità soggette all’Impero Austro-Ungarico che si svolse tra l’9 ed il 10 aprile 1918 in Campidoglio a Roma. Lo scrittore e giornalista Giuseppe Antonio Borgese lo definì nell'occasione romana «il più entusiasta e lungimirante di tutti». Edvard Beneš si impegnò in un intenso lavoro diplomatico nel corso della guerra e successivamente negli anni '20 e '30 del secolo scorso, quale ministro degli Esteri della Cecoslovacchia, fu alla base non solo della nascita e del consolidamento del nuovo Stato ma anche della costruzione di un equilibrio internazionale e di un sistema di sicurezza collettiva. L'opera presentata dal sodalizio culturale reggino, oltre a tracciare alcune linee generali della storia dei cechi e degli slovacchi e presentare la dura condizione alla quale essi erano sottoposti da parte delle autorità austro-ungariche nel corso del conflitto, contiene la proposta di un'alleanza strategica con l'Italia che possa andare oltre le contingenze belliche e ponga al centro gli interessi economici e commerciali. Sottolinea in particolare la necessità di coinvolgere nel progetto anche gli slavi del sud al fine di impedire una rinnovata penetrazione austro-tedesca nell'Adriatico. Solo il violento impatto dell'espansionismo hitleriano e la fatale accondiscendenza delle potenze occidentali finì per distruggere il suo Paese e con esso l'intero assetto post asburgico. Questo volume nel tracciare alcune linee generali della storia dei cechi e degli slovacchi e nel denunciare la dura condizione cui venivano sottoposti da parte delle autorità austriache e magiare nel corso della guerra, risente ovviamente del clima dello scontro in atto. Ma esso soprattutto contiene la proposta di un'alleanza strategica con l'Italia che possa andare oltre le contingenze belliche e ponga al centro i comuni interessi di carattere economico e commerciale. Sottolinea in particolare la necessità di coinvolgere nel progetto anche gli slavi del sud al fine di impedire una rinnovata penetrazione austro-tedesca nell'Adriatico. Fu proprio ciò che invece avvenne negli anni '40 in seguito alla creazione dell'Asse Roma-Berlino e alla comune aggressione alla Jugoslavia. Succeduto nel 1935 del secolo scorso al suo maestro e mentore Tomáš Garrigue Masaryk nel ruolo di presidente della Repubblica, Edvard Beneš si trovò al centro e vittima di crisi epocali, quali quella del '38 del secolo scorso, che dette avvio alla Seconda guerra mondiale, e quella del '48 del secolo scorso, quando la presa del potere dei comunisti a Praga segnò la definitiva rottura dell'alleanza antifascista tra le democrazie occidentali e l'Unione Sovietica. Francesco Leoncini , Università Ca’ Foscari Venezia, in diverse occasioni ospite del Circolo Culturale “L’Agorà”, presieduto da Gianni Aiello, è autore di diversi saggi storici che tra l'altro sono stati tradotti in diverse lingue, infatti i suoi contributi sono stati tradotti in tedesco, ungherese, slovacco, ceco, inglese, francese, russo e albanese. Francesco Leoncini è membro dell'Associazione Italiana degli Slavisti, della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche, dell'Istituto per le Ricerche di Storia Sociale e Religiosa di Vicenza, dell'Istituto per gli Incontri Culturali Mitteleuropei di Gorizia, della Deutsche Gesellschaft fuer Osteuropakunde (DGO) di Berlino, dell''Arbeitsgemeinschaft fuer die Neueste Geschichte Italiens (Saarbruecken), delle redazioni internazionali delle seguenti riviste: "Historicky Casopis" dell'Istituto Storico dell'Accademia delle Scienze Slovacca,"Poligrafi" dell'Università "Primorska" di Capodistria, "Crisia" del Muzeul Tarii Crisurilor di Oradea e "Valahian Journal of Historical Studies" del Centro per le Ricerche di Storia delle Relazioni Internazionali "Grigore Gafencu" dell'Università di Targoviste. Fa parte del Consiglio di Amministrazione della Société Européenne de Culture (SEC) di Venezia, è stato socio fondatore dell'Associazione Italiana Studi di Storia dell'Europa Centrale e Orientale (AISSECO), è consigliere corrispondente, a motivo dei suoi rapporti internazionali, della Fondazione Nazionale "Carlo Collodi". Dal dicembre 2009 è presidente del "Centro di Documentazione Storica sulla Grande Guerra" di S. Polo di Piave (Treviso). Negli anni '70 ha collaborato con il CESES (Centro Studi e Ricerche su Problemi Economico - Sociali) di Renato Mieli. Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data dal 4 giugno.