"Nel settantunesimo della Rivolta operaia di Berlino Est del 17 giugno 1953" è il titolo della conversazione organizzata dal Circolo Culturale "L'Agorà". Nel corso della giornata di studi, organizzata dal sodalizio reggino, sono state oggetto di analisi diverse cifre, relative agli eventi che si svolsero nella parte orientale della Germania. Il nuovo incontro, predisposto dal sodalizio culturale organizzatore, ha registrato la presenza, in qualità di relatore, di Gianni Aiello, Presidente del sodalizio organizzatore. Si tratta di una serie di indagini, scaturite da pazienti ed articolate ricerche, su testi e documenti archivistici, condotte dall’intervenuto. Nel corso della giornata di studi sono state presentate una parte delle ricerche, tra le quali, vari documenti, quotidiani del periodo, il Rapporto della Direzione Generale della Polizia Popolare Tedesca (GDF). Il 28 maggio del 1953 il governo della Repubblica Democratica Tedesca annunciò un ennesimo innalzamento delle quote di produttività e il prolungamento della giornata lavorativa, cui i lavoratori risposero con un’ondata di scioperi, partita il 15 giugno da Berlino e proseguita in 550 città, con manifestazioni e proteste. Il 16 giugno, una sessantina di operai edili di Berlino Est iniziarono a scioperare quando i loro superiori annunciarono un taglio di stipendio in caso di mancato raggiungimento delle quote. La loro dimostrazione il giorno seguente fu la scintilla che causò lo scoppio delle proteste in tutta la Germania Est. Lo sciopero portò al blocco del lavoro e a proteste in praticamente tutti i centri industriali e le grandi città del Paese. Dovunque, in tutta la Germania Est, gli operai costituirono comitati di sciopero, che affrontavano le proprie questioni sia in fabbrica sia nella città sia in tutta la zona industriale. I loro comitati di sciopero assunsero non solo nella pratica ma anche nella forma la funzione di consigli operai. In questo modo prese vita un’organizzazione che non era assolutamente sorta con l’obiettivo del rovesciamento dei rapporti sociali, ma al contrario: era il frutto di un processo rivoluzionario. Gli scioperi di massa nel loro insieme presero la forma di uno sciopero generale. La dura reazione ai tumulti, brutalmente repressi con l’intervento di 20.000 soldati e centinaia di carri armati sovietici, portò ad arresti culminati in processi sommari. Le autorità militari sovietiche di occupazione mandarono i carri armati contro i manifestanti e introdussero la legge marziale. Fonti governative riferirono di 25 morti, mentre gli occidentali sostennero che la protesta era costata la vita a 200-400 persone. I tribunali speciali pronunciarono decine di condanne a morte, eseguite immediatamente, e l’ordine fu ben presto ripristinato. I fatti del giugno 1953 segnarono l’ultimo tentativo di protesta di massa con il sostegno di gran parte della popolazione. L'insurrezione popolare del 17 giugno 1953 nella DDR è un evento storico centrale nella storia recente della Germania e, soprattutto, nella storia di Berlino. Una rivolta iniziata come protesta per il basso tenore di vita, lontano dal quello della Repubblica Federale, che si trasformò in una vera e propria sommossa con rivendicazioni di ordine politico. L’intervento dei carri armati sovietici pose fine ai disordini e anticipò uno scenario destinato a ripetersi negli anni successi in altri Paesi facenti parte del Patto di Varsavia: nel 1956 a Budapest e nel 1968 a Praga. Secondo altre fonti, durante i disordini del 17 giugno, i servizi segreti americani rapirono a Berlino Est il vice presidente del consiglio della DDR Otto Nuschke, successivamente liberato. A riguardo la rivolta operaia di Berlino Est vi sono altre chiavi di lettura, come quelle di alcune testate giornalistiche. Il periodico britannico News Statesman and Nation (filo americano e anticomunista) che titolava: "milioni di dollari spesi per provocare i fatti di Berlino". Il quotidiano tedesco della Germania Ovest il FrankfürterAllgemeine Zeitung (anch'esso anticomunista) scriveva "Il 17 giugno è stata l'opera di molti ingannati i quali avevano ottenuto l'appoggio da Berlino occidentale". In memoria dei moti nella Germania Est, la Germania Ovest dichiarò il 17 giugno come festa nazionale (fino al 1990, quando venne sostituito dal 3 ottobre, data della formale riunificazione), e la Charlottenburger Chaussee che attraversava Berlino Ovest venne ribattezzata Straße des 17. Juni. Queste alcune delle cifre che sono state oggetto di analisi da parte di Gianni Aiello (Presidente del Circolo Culturale “L’Agorà”). La conversazione, organizzata dal sodalizio culturale reggino, sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da lunedì 17 giugno.