“ 1970 : boia chi molla … a sedici anni”  è il titolo del contributo che l’autore del saggio in argomento ha indirizzato alla Città di Reggio Calabria, contribuendo così, con questa pubblicazione, ad arricchire la bibliografia sui “Fatti di Reggio”. Tali vicende furono la tragica conseguenza di quelle decisioni che diedero inizio alla nascita delle Regioni nel 1970 a seguito delle elezioni amministrative del 7 ed 8 giugno dello stesso anno, contestualmente alle elezioni regionali. Le risoluzioni romane, scaturite dalla volontà dal peso degli altri rappresentanti calabresi dei partiti governativi confluirono nella decisione della sede sia del capoluogo che di quella universitaria, e tali scelte ebbero delle ripercussioni. Infatti quelle risoluzioni governative ebbero a provocare delle reazioni a tali preferenze. Quello status quo che si venne a generare andò ulteriormente ad accentuare il divario all’interno della stessa regione calabrese, creando malcontenti, insofferenza nei confronti del governo centrale e delle altre istituzioni, visto anche il venir meno delle aspettative che erano state prospettate alla Città. Il tutto ha inizio da una pacifica manifestazione di dissenso da parte della popolazione che organizza un corteo sulla via principale di Reggio Calabria. Successivamente qualcosa di inspiegabile avvenne, e tale pacifica protesta venne repressa in modo violento, tanto che nella tarda serata del 15 luglio del 1970 si registra la prima vittima e le circostanze della sua morte non saranno mai chiarite. Quello che accadde a Reggio Calabria rappresentò uno dei periodi tra i più complessi che l’Italia repubblicana ebbe ad affrontare e la rivolta di Reggio rappresenta la ribellione urbana più lunga che la storia della nostra repubblica ricordi, con migliaia di feriti, arresti, diverse vittime sia tra i civili che tra le forze dell’ordine. Il saggio “1970 : boia chi molla…a sedici anni”  è quindi, come spiega l’autore Enzo Rogolino, un regalo che viene fatto alla sua amata Reggio, alla Calabria ma anche all’Italia intera. E’ un libro che possiamo definire “controcorrente”, scritto in modo asettico e passionale. Sicuramente ci racconta fatti, misfatti ed episodi cruenti con gli occhi di chi quella rivolta del 1970 l’ha vissuta in prima persona. Una rivolta nella quale confluirono persone normali facenti parte delle varie classi sociali, culturali e di pensiero della Città di Reggio e che accorsero all’appello del Primo cittadino, il democristiano Piero Battaglia. La tipologia ed i contenuti presenti nella pubblicazione di Enzo Rogolino mancava era un qualcosa che ancora non era presente nel contesto generale bibliografico un saggio che supportasse, attraverso aneddoti ma anche documenti inediti, quelle che furono le vere ragioni di una rivolta di popolo repressa con la forza dei cingolati. Non una rivolta squadristica e fascista come si volle tentare di far passare per biechi interessi di parte. Rogolino ridà, nel suo libro, dignità alle cose e valore a tutti coloro che si spesero in quella battaglia per la democrazia e la libertà. Rogolino ci racconta della partecipazione popolare. Ribadisce che senza consenso delle masse difficilmente i dimostranti avrebbero potuto erigere le barricate ed impedire ogni forma di collegamento stradale e ferroviario per mesi e mesi. Dietro quelle barricate ci furono i proletari così come la borghesia ed anche la nobiltà. Ci furono gruppi politicizzati di estrema destra, così come gli anarchici e l’estrema sinistra – spiega l’autore del saggio storico -  tutti accomunati in un solo sentimento combattere contro il sopruso e la partitocrazia che pretesero di sconfiggere un risentimento popolare con processi, confini, arresti e morti. Un libro che nasce dal popolo ed è indirizzato verso il popolo. Dalla lettura scorrevole e coinvolgente si evince la volontà di denunciare una pagina triste per la democrazia e lo stato italiano ma sempre nel rispetto, nonostante tutto, verso quelle istituzioni che allora dimostrarono il peggio di se stesse. Quelle pietre scagliate non furono strumento contro le forze dell’ordine che in tante circostanze furono “risparmiate” ma contro quel sistema che per i propri interessi annullò la libertà e la democrazia in una città civilissima e dalla storia millenaria. Nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data dal 23 aprile.  

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23 aprile 2021
la manifestazione