“Chile 50 años: 1973-2023. Mezzo secolo di golpe” è stato il titolo della conversazione, organizzata dal Circolo Culturale "L'Agorà" di Reggio Calabria. Nell’ambito dell’anniversario, in Cile e in tutto il mondo, si stanno organizzando conferenze e manifestazioni, anche il Circolo Culturale “L’Agorà, pur nel suo piccolo, ha inteso dare un contributo a quei tragici eventi, organizzando un momento di riflessione che si è svolto, da remoto. Nel corso della giornata di studi si sono registrati i saluti istituzionali da parte di S.E. il Signor Ambasciatore della Repubblica del Cile Ennio Augusto Vivaldi Véjar. Hanno fatto seguito gli interventi di Gianni Aiello (Presidente del Circolo Culturale “L’Agorà”) e di Ivan Tripodi (studioso dei Paesi dell’America Latina). La vittoria del socialista Salvador Allende alle elezioni presidenziali del 1970 determinò, dopo decenni caratterizzati dalla politica immobilista del blocco conservatore, l'introduzione nel paese di riforme radicali in favore delle classi subalterne. Furono nazionalizzate importanti industrie e sul piano internazionale fu avviata una politica di apertura verso Cuba e i paesi socialisti. Alla guida di un’ampia coalizione di sinistra, l’Unidad Popular, Allende iniziò subito a muoversi per realizzare un nuovo socialismo democratico, che lui stesso definì “Una rivoluzione che sa di empanada e vino rosso”. Vennero aumentati i salari e le tutele sociali, approvata una riforma agraria volta a una più equa redistribuzione delle terre e annunciata la sospensione del pagamento del debito estero, e venne inoltre introdotto il divorzio e legalizzato l’aborto. L'ostilità verso queste scelte da parte delle élites economiche e del grande capitale straniero, statunitense in particolare, e le crescenti difficoltà economiche del paese alimentarono la tensione a Santiago, dove, nel settembre 1973, con un sanguinoso colpo di Stato, il generale Augusto Pinochet s'impadroniva del potere bombardando il palazzo presidenziale. Seguirono quindici anni di brutale dittatura, che videro decine di migliaia di oppositori del regime scomparire nel nulla. Alla fine degli anni Ottanta, fallito il tentativo di Pinochet di restare ancora al potere attraverso un referendum, si apriva nel paese il processo di transizione dal regime dittatoriale alla democrazia che, pur tra molte difficoltà e contraddizioni, vedeva fortemente ridimensionato il ruolo dei militari nella vita politica. In Italia tutti gli schieramenti parlamentari, ad eccezione del MSI, condannarono il golpe senza nessuna remora. Nel dibattito sui fatti cileni che si tenne il 26 settembre alla Camera dei Deputati, il ministro degli Esteri Aldo Moro biasimò la violazione dei principi della democrazia e il ricorso alla violenza come strumento di lotta politica. Ma non ci fu la rottura con il Cile di Pinochet. Moro scelse una linea di “attesa” che lasciava all’Italia la porta aperta a qualsiasi sviluppo futuro. L’attendismo del governo italiano avrebbe condotto, però, di lì a poco, al non riconoscimento di fatto della giunta militare e ufficialmente le relazioni bilaterali rimasero congelate sino al ritorno alla democrazia. Subito dopo l’11 settembre, nel nostro paese si registrarono manifestazioni e iniziative di solidarietà per le vittime del golpe, susseguitesi senza sosta anche negli anni a seguire. Grazie all’impegno civile e politico di partiti, sindacati, studenti, enti locali, associazioni, mondo culturale, l’Italia fu in prima linea nell’accoglienza dei tanti cileni in fuga dalla dittatura, dimostrando di essere una società tollerante e aperta al confronto. Nel corso della conversazione è stata evidenziata anche la solidarietà nei confronti del popolo cileno caratterizzata da sentiti dibattiti nelle aule istituzionali locali (Comune, Provincia, Regione) manifestazioni e momenti di confronto organizzati sul territorio. Queste alcune delle cifre che sono state oggetto di analisi nel corso della conversazione organizzata dal sodalizio culturale reggino. Queste alcune delle cifre che sono state oggetto di analisi nel corso della conversazione organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”. Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione, organizzata dal sodalizio culturale reggino, sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da lunedì 11 settembre.