Premetto che non sono una studiosa del Sommo Poeta - esordisce la ricercatrice Elena Pierotti -. Come tutti l’ho letto ed amato a scuola, non all’Università, perché i miei esami storici non hanno trattato se non molto di lato l’illustre Toscano. Tuttavia essendo io toscana e avendo trattato nei miei studi storici personaggi di questa terra, è impossibile non imbattersi a più riprese nel Grande artista fiorentino. Proverò così a tracciare un piccolo quadro “inedito” su di lui, frutto delle ricerche storiche che ho affrontato in questi anni su periodi diversi, compresa l‘epoca medievale. In Lucca troviamo tracce del Sommo poeta. La prima è una scuola primaria, sita proprio nel centro storico, intitolata a Dante Alighieri. Niente di eccezionale, potrebbero obiettare i lettori. Ed invece no. Ci sono anche in questo caso particolarità che ritengo rilevanti. Questa scuola è sita in Piazzale Verdi, dove sorgeva il palazzo della Marchesa. La Marchesa in questo caso è Matilde di Canossa ed in questo luogo, dove ora sorge la scuola, abitarono in tempi remoti la Gran contessa stessa e Sua madre, Beatrice di Lorena, quando soggiornarono in Lucca. Dante ricorda Matilde in un canto celebre del Paradiso. Per Dante la donna era vista come un’icona del suo tempo, colei che era riuscita in qualche modo a conciliare i due Soli, come Dante li chiamava, il Papato e l’Impero. Sicuramente ci aveva provato, per la verità con poco successo. Pur tuttavia emblema della Chiesa per antonomasia, Colei che insieme alla Regina Cristina di Svezia riposa in Vaticano, uniche due donne che hanno avuto questo privilegio. Matilde non era ai tempi di Dante una figura qualsiasi! Figlia di Bonifacio di Canossa, il Marchese le cui origini erano proprio in Lucca, poiché il Suo quadrisavolo Sigifredo Atto fu un conte lucchese che, non sappiamo al momento per quale motivo, lasciò la città stabilendosi in terra Emiliana e fondando di fatto la dinastia Canossiana. Appartenne alla schiatta Longobarda dei Sigifredi, da qui il Suo nome e provenienza? Non lo sappiamo, possiamo solo rinvenirne degli indizi. I Sigifredi lucchesi furono la Casata longobarda più diffusa sul territorio, e taluni accenni dello storico di Castelnuovo Garfagnana, Monsignor Giandomenico Pacchi, suggeriscono questa ipotesi. Che questo rimane. Ora Matilde qualcuno l’annovera come fondatrice dei Cavalieri del Tau, un Ordine equestre molto diffuso in terra lucchese, con sede ad Altopascio, anche questa cittadina sita nella provincia di Lucca e sempre menzionata da Dante Alighieri. Sicuramente fondatore di un ordine equestre fu Goffredo di Buglione, che era cugino della madre di Matilde, Beatrice di Lorena. Sto parlando dell’antichissimo Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro. Lo stesso Goffredo visitò la città di Lucca, come appare in una pubblicazione, prima di intraprendere la prima crociata, nel 1099. E Matilde in quel frangente, presente in città, non partì per la Crociata perché nel 1099 aveva già cinquant’anni. E Dante? Dante per qualcuno fu “Seguace d’Amore” ossia appartenne ad una Congregazione di stampo cavalleresco non così dissimile e lontana da questi Ordini che inseguivano un universalismo in nome della Chiesa Romana. Per Dante Alighieri, dunque, questi valori erano ben presenti ed amati. Lo ritroviamo in Lucca, dove si innamorò di una fanciulla e dove, lui che era un guelfo bianco, su una strada parallela alla via Francigena, secondo una pubblicazione presente nella città toscana, si fermava sui gradini di una chiesa, Pieve San Paolo, non lontana dal centro storico, a mangiare il famoso buccellato lucchese, un dolce tipico che qui si produceva e si produce addirittura dall’epoca della dominazione romana. I romani lo preparavano in forma circolare, poi la sua forma più comune è divenuta quella di un pane di circa mezzo Kg, con anici, uvette e con una particolare lievitazione. Il prodotto da forno è dolce, ma non troppo, ed ha un sapore del tutto particolare. Dante Alighieri ha intitolato, non lontano da Lucca, in direzione Pisa, un passo sui Monti Pisani, quelli da cui i pisani “veder Lucca non ponno”. Si tratta del Passo di Dante, sito a Santa Maria del Giudice, l’ultimo paese prima della Provincia di Lucca, dove oggi sorge un foro stradale di passaggio tra le due città. Caratteristica di questo luogo, il passo di Dante, vi si può scorgere il mare, sulla costa tra le due province (Lucca e Pisa appunto). Nelle continue lotte tra le due città si inserì il noto verso della Divina commedia. Ritroviamo poi Dante Alighieri nel comune di Bagni di Lucca, e precisamente all’Orrido di Botri. Questo luogo, dove ci sono sorgenti d’acqua e cascate, nonché percorsi in torrenti d’acqua abbastanza impetuosi, pare abbia ispirato le bocche dell’Inferno del Sommo Poeta, Sempre nel comune di Bagni di Lucca, e precisamente a Montefegatesi, è stata eretta una grande statua in Suo onore. Luoghi sicuramente cari a Dante Alighieri. Come cari furono i luoghi appartenuti ai Marchesi Malaspina, peraltro Suoi cugini, che lo ospitarono nel suo continuo peregrinare, nel castello di Fosdinovo. Qui troviamo una stanza a Lui dedicata che fu la camera da letto del Sommo Poeta, dove ancora ai visitatori viene ricordata la Sua presenza. Fosdinovo è in provincia di Massa Carrara, ma non molto distante da quei luoghi lucchesi e della Media Valle del Serchio visitati dal grande fiorentino e che precedentemente ho citato. Le Sue non sono solo tracce fisiche sul suolo della città di Lucca e della sua provincia, sono soprattutto tracce spirituali. Del resto la spiritualità di Dante Alighieri aleggia in ogni dove, non solo in Toscana ma in ogni luogo d’Italia che Egli visitò e in cui visse. Ancora a distanza di sette secoli dalla Sua morte Egli rimane un personaggio da riscoprire ed apprezzare in tutta la Sua grandezza artistica ed umana.
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25 marzo 2021