Il Circolo Culturale “L’Agorà” ha organizzato una nuova conversazione da remoto sulla Rivolta di Reggio Calabria del 1970. Il sodalizio organizzatore reggino non è nuovo a queste iniziative, in quanto organizza, a far data dal 2000, diversi momenti di riflessione su tale periodo storico.La nuova conversazione, organizzata dal sodalizio culturale reggino ha come tema “La risposta arrogante del Presidente del Consiglio Colombo alla domanda di giustizia di Reggio”, alla quale ha partecipato, in qualità di gradito ospite l’onorevole Fortunato Aloi. Emilio Colombo nasce a Potenza l'11 aprile 1920, da Angelo, originario di Reggio Calabria, impiegato della Camera di Commercio della Città dello Stretto e dalla casalinga Rosa Silvia Elvira (Rosina) di origini avellinesi. Quarto di sette figli, si formò negli ambienti cattolici del capoluogo lucano, fondando, a quindici anni, la prima associazione studentesca di Azione cattolica. Divenuto l’uomo di punta della DC lucana, alle elezioni per la prima legislatura repubblicana del 1948 Colombo risultò il deputato più eletto nella circoscrizione Potenza-Matera. A soli ventotto anni fu nominato sottosegretario all’Agricoltura e foreste nel V e nel VI Governo De Gasperi, tra il maggio del 1948 e il luglio del 1951. Nel 1958 è Ministro del commercio con l’estero nel II Governo Fanfani, dell’industria e del commercio nel II Governo Segni, nel Governo Tambroni, nel III e IV Governo Fanfani, del tesoro nel I e nel II Governo Leone (con l’interim del Ministero del bilancio e della programmazione economica), nel I, II e III Governo Moro, nel I, II e III Governo Rumor. Dal 6 agosto 1970, in seguito alla crisi del governo Rumor, il presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, dopo un primo fallimentare tentativo compiuto con Andreotti, affidò a Colombo l’incarico di formare il nuovo governo. Si trattò di un esecutivo di centro-sinistra, sostenuto da DC, PSI, Partito socialista democratico italiano (PSDI), Partito repubblicano italiano (PRI). Una delle prime e più spinose questioni che Colombo dovette affrontare nell’autunno-inverno del 1970 fu quella della rivolta di Reggio Calabria, una protesta popolare svoltasi dal luglio del 1970 al febbraio del 1971, in seguito alla decisione di collocare il capoluogo di regione a Catanzaro nel quadro dell'istituzione degli enti regionali. A seguito della Rivolta di Reggio Calabria, il Comitato interministeriale per la programmazione economica deliberò un programma di investimenti industriali da realizzare in Calabria ed in Sicilia predisposti da aziende a partecipazione statale e da aziende private. Tale programma si proponeva di creare circa 39.500 nuovi posti di lavoro, di cui 14.860 in Calabria e 24.640 in Sicilia. Nonostante l'ingente impegno economico, le ricadute sia industriali che occupazionali del "pacchetto Colombo" furono al di sotto delle aspettative: uno dei casi più emblematici fu l'impianto Liquichimica Biosintesi di Saline Joniche, in provincia di Reggio Calabria, il quale fu chiuso a pochi mesi dalla sua inaugurazione a causa della pericolosità dei mangimi prodotti, mentre il pezzo più consistente era il Centro siderurgico di Gioia Tauro che, da solo, avrebbe dovuto dare occupazione a 7.500 operai. Il piano Colombo si è disciolse come neve al sole. Nella seduta Parlamentare del 12 febbraio del 1971 il Presidente del Consiglio Emilio Colombo, rivolgendosi ai reggini, si augura che questa popolazione possa […] imboccare la via della pacificazione, ma che ove avesse voluto malauguratamente perversare in questo atteggiamento di rivolta, in questo caso la forza sarebbe una decisione dolorosa e amara […] Il Presidente del Consiglio Emilio Colombo, parlando alla televisione, annuncia le decisioni prese per la Calabria: Catanzaro sarà capoluogo e sede della Giunta, Reggio sarà sede del Consiglio regionale. Tenuto conto risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da venerdì 15 luglio.