“Il caso Giuseppe Zangara”, è stato il tema del nuovo incontro organizzato dal Circolo Culturale “L’Agorà”, nel corso della conversazione a cura di Gianni Aiello (presidente del sodalizio organizzatore). Il filo conduttore che lega la nuova conversazione organizzata in remoto dal Circolo Culturale “L’Agorà” è quella relativa alle vicende che legate all’emigrazione italiana nelle Americhe, alle speranze dei nostri connazionali che tra tanti sacrifici inseguivano il famoso “sogno”, alcuni ci riuscirono, raggiungendo l’agognata meta. Questi emigrati, pieni di speranza e, a volte, di illusioni, partiti alla ricerca di una vita migliore e di un futuro dignitoso per sé ed il proprio nucleo. Giunti in ogni angolo del mondo, spesso senza mezzi e senza conoscere la lingua, hanno saputo affrontare e superare, non senza sacrifici, le difficoltà del processo d’integrazione, hanno diffuso nel mondo la cultura ed i valori italiani e hanno contribuito allo sviluppo della vita economica, sociale e culturale dei paesi d’insediamento. Ma non tutti gli emigrati ebbero la stessa buona sorte, e le vicende dell’emigrazione italiana è segnata anche da grandi tragedie e lutti, dovuti a volte da calamità naturali e spesso da errori umani o da decisioni infami, come la strage di operaie accaduta a New York il 25 marzo del 1911, quando un incendio devastò gli ultimi piani di un palazzo che ospitava una camiceria dove lavoravano in condizioni disumane, con le porte sbarrate dall’esterno, 500 donne: delle 146 vittime 39 erano italiane. Altri emigrati italiani finirono, loro malgrado nella ragnatela malavitosa gestita dagli stessi connazionali, altri, pur tra tanti sacrifici, accarezzarono quel “sogno americano”, poi il loro destino cambiò inesorabilmente rotta. Tra queste tristi vicende vi è quella di Giuseppe “Joe” Zangara, un immigrato italiano originario di Ferruzzano, un piccolo comune in provincia di Reggio Calabria. Nel corso della conversazione, a cura di Gianni Aiello (presidente del sodalizio organizzatore), sono state evidenziate ed analizzate alcune fasi della vita di Giuseppe Zangara nato a Ferruzzano, in provincia di Reggio Calabria, il 7 settembre 1900. Era il maggiore di sette figlie, rimase orfano a soli due anni dopo che la madre morì di parto, Giuseppe fu costretto sin da bambino a lasciare la scuola ed a lavorare nei campi. Combatté negli ultimi mesi del primo conflitto mondiale sul fronte del Carso e, una volta finita la guerra, a 21 anni fu richiamato sotto le armi per prestare il servizio militare. Dopo il servizio di leva, svolse svariati mestieri umili prima di emigrare nel 1923 negli Stati Uniti, dove già si trovava un suo zio materno, Vincenzo. Dopo aver assolto gli obblighi di leva ed aver partecipato nell’ultima fase della grande guerra, si trasferì, nel 1923, negli Stati Uniti, inseguendo il famoso “sogno americano”. Si stabilì a Paterson, nel New Jersey, lavorando come muratore. Acquisì la cittadinanza statunitense l’11 settembre del 1929. Si iscrisse nel sindacato dei muratori e prese la tessera del Partito Repubblicano. Intorno al 1932 si trasferì a Miami, in Florida, perché, a causa delle proprie condizioni di salute, soffriva molto gli inverni rigidi del Nord degli Stati Uniti e non riusciva a lavorare durante i mesi invernali. Tutto sembrava andare per il meglio ma qualche tempo dopo avvenne la tragica svolta che segnò il destino di Giuseppe Zangara. Il 15 febbraio del 1933 pianificò un tentativo di assassinio a Miami, in Florida, ai danni del Presidente degli Stati Uniti d’America, Franklin Delano Roosevelt, uccise il Sindaco di Chicago Anton Joseph Cermak, e si rese artefice di alcuni feriti. Giuseppe Zangara venne tratto in arresto dagli agenti di polizia presenti al Bayfront Park di Miami. Giuseppe Zangara venne tratto in arresto dagli agenti di polizia presenti al Bayfront Park di Miami. Accusato di omicidio, Zangara fu giustiziato tramite sedia elettrica il 20 marzo 1933 nel penitenziario di Stato di Raiford della Florida. Diverse le ipotesi a riguardo le vicende che si svolsero il 15 febbraio dello stesso anno a Miami, tra le quali vi è la pista anarchica, ma anche quella dell’organizzazione criminale di Chicago, conosciuta come Outfit alla quale il sindaco Cermak aveva manifestato una ferma e decisa opposizione. Altra congettura da non sottovalutare, riguarda l’iniziativa criminale che secondo tale ipotesi non sarebbe accreditata a Giuseppe Zangara, ma che la stessa gli venne commissionata dal boss di Chicago Frank Nitti. Queste alcune delle cifre che sono state oggetto di analisi, nel corso della conversazione, a cura di Gianni Aiello (presidente del sodalizio organizzatore), organizzata dal Circolo Culturale „L'Agorà” di Reggio Calabria. Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data dal 24 agosto.   

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24 agosto 2021
la conferenza