Si è svolta venerdì 10 marzo la conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”, su “Guerra in Ucraina/ Oltre il 'fermo immagine' del 24 febbraio 2022”, tema analizzato da Francesco Labonia, della rivista “Indipendenza”. Sono trascorsi i primi dodici mesi dalla notte fra il 23 e 24 febbraio che ha trascinato sul terreno una lunga scia di sangue, di lutti, di bombardamenti e mobilitazioni, di denunce di crimini bellici efferati e bollettini di propaganda inevitabili in un contesto di guerra nel quale - come è arcinoto - prima vittima è sempre la verità. Sul conflitto in Ucraina, i mezzi d’informazione generalisti ruotano attorno al fermo immagine della "invasione" russa del 24 febbraio 2022. Estrapolato dal contesto, lo si assume come causa assoluta, incontrovertibile dello scatenamento del conflitto e giova alla semplificazione che da quella data si fa discendere: la Russia è il Paese "aggressore" (ergo: il Male), l’Ucraina è il Paese "aggredito" (ergo: il Bene). In altri termini –si sostiene– l'autocratica Russia ha violato l'integrità territoriale e la sovranità della democratica Ucraina, costretta a difendere il proprio territorio e la propria libertà. Legittima quindi la resistenza e moralmente doveroso il sostegno occidentale (USA-NATO). A scorrimento, poi, come da modulo tante volte messo in scena in altri quadranti geopolitici, il nemico è stato 'personalizzato' nell'ambizioso, impazzito, brutale, sanguinario, "dittatore" e mostro di turno, stavolta Vladimir Putin. A voler assumere il discrimine aggredito/aggressore e che l'aggredito vada sostenuto sempre e comunque, sarebbe facile chiedersi perché questo principio di valore 'alto', 'universale', debba valere a corrente alternata e che non sia applicato sempre, per tutti e da tutti ("Occidente" in primis, vista la sua spiccata propensione guerrafondaia). Il 'campo' euro-atlantico, di cui l'Italia è parte pur in funzione ancillare, è infatti da molti decenni aggressore (direttamente o per procura) ed indifferente alla sorte dei tanti popoli aggrediti. Che adesso, per l’Ucraina, sia scattata una resipiscenza morale che segna una discontinuità con il passato? Assolutamente no! Si è piuttosto in presenza di una situazione nuova nella Storia recente. Il fermo immagine e la relativa dicotomia vanno pertanto smontati in radice, perché ribaltano cause e significato degli accadimenti e non aiutano a comprendere cosa stia accadendo, chi l’abbia determinato, perché, con quali finalità e conseguenze. Nello specifico: se la Russia è l'aggressore operativo, gli Stati Uniti (con la NATO quale proprio strumento ed il regime di Kiev per procura) sono l’aggressore strategico. Aggressore strategico è colui che inizia prima la guerra, ma decide per necessità o calcolo di costringere il suo avversario al primo passo operativo, non lasciandogli scelta, obbligandolo ad intervenire affinché appaia come ‘colui che ha iniziato’. Ora, se gli Stati Uniti a questo sono ricorsi, non essendosi mai fatti scrupoli di scatenare conflitti, ciò è un segno della consapevolezza della portata storica di questa loro aggressione strategica da molto tempo preparata, delle implicazioni e ripercussioni destinate a prodursi non solo su scala macro-regionale, ma a tutto campo nello scacchiere internazionale, in vista di una ricercata transizione epocale che sia il primo robusto passo per la propria riaffermazione globale. Dopo Mosca, l’obiettivo sarà Pechino. Il tornante del colpo di Stato a Kiev nel 2014 è stato per Washington imprescindibile per arrivare a terremotare ambizioni di potenze regionali (la Germania), più che regionali (la Francia), di livello superiore (la Russia), dinamiche che, se lasciate andare per il loro verso, avrebbero accelerato il declino della propria egemonia, del proprio dominio. Questa prospettiva non è affatto scongiurata. Semplicemente, drammaticamente, gli Stati Uniti hanno deciso di giocare la preminenza della propria carta militare ad un livello che avvicina sempre più a scenari da guerra mondiale. È quindi necessario affrancarsi da quel propagandistico fermo immagine aggredito/aggressore e cercare, sul piano fattuale-razionale, i "perché" di fondo che si vogliono il più possibile opacizzare, velare, alterare, se non rimuovere. Nell'intervento che segue, Francesco Labonia, componente della redazione della rivista (cartacea) "Indipendenza" e del direttivo dell'omonima associazione, cerca di toccare, a maglia larga, questi passaggi. Nella giornata di studi organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” si è assistito ad una sintetica disamina da parte del gradito ospite del sodalizio organizzatore sul perché gli USA e la NATO arrivano a provocare la guerra in Ucraina, al di là del 'fermo immagine' (l' "invasione russa" del 24 febbraio 2022) che la narrazione dominante euro-atlantica adduce di continuo, da più di un anno, per non consentire obiezioni, repliche, discussioni ed evitare che emergano inconfessabili verità. Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da martedì venerdì 10 marzo.