Si è svolta, mercoledì 22 maggio, la conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” di Reggio Calabria, sul tema “I Carafa e la Santa Inquisizione”. La manifestazione, organizzata dal sodalizio culturale, ha il merito di analizzare ed accendere i riflettori su vari aspetti del periodo storico in argomento. Il nuovo incontro, predisposto dall’associazione reggina, ha registrato le presenze della ricercatrice toscana Elena Pierotti e di Gianni Aiello, Presidente del sodalizio organizzatore. Il primo argomento della nuova conversazione, è stato quello affrontato dalla gradita ospite Elena Pierotti, su “Gian Pietro Carafa il “Papa nero”. La gradita ospite dopo aver trattato le origini della famiglia Carafa, ha trattato la figura di Giovan Pietro Carafa eletto papa all'età di 79 anni il 23 maggio 1555 con il nome di Paolo IV. Fu un intransigente fautore della Controriforma, ampliò i poteri dell'Inquisizione. Il 14 luglio del 1555 interruppe il tradizionale rapporto di tolleranza tra la Chiesa cattolica e gli ebrei, e con la bolla Cumnimis absurdum,impose una serie di limitazioni ai diritti della comunità ebraica presente nello Stato Pontificio, revocando tutti i diritti concessi agli ebrei romani e ordinò l'istituzione del ghetto.  In particolare, la bolla impose agli ebrei l'obbligo di portare un distintivo turchese (glaucicoloris), li escluse dal possesso di beni immobili e vietò ai medici ebrei di curare cristiani. La bolla oltre alla persecuzione degli ebrei ebbe anche un effetto non voluto e negativo per l'economia dello Stato Pontificio: la fuga di molti imprenditori ebrei, specialmente del commercio, interno e internazionale, finì col danneggiare l'economia dello Stato. È stata la volta di Gianni Aiello (Presidente del Circolo Culturale “L’Agorà”), che ha trattato il tema “Eresie ed altre storie nella Calabria del cinquecento”. Si tratta dell’ampliamento di una serie di indagini archivistiche, facenti parte di un progetto al quale partecipò lo stesso Gianni Aiello. Tali indagini sono state successivamente sviluppate dallo stesso Gianni Aiello, attraverso l’analisi e la consultazione di diversi testi e documenti archivistici, dei quali, nella conversazione di oggi ne vengono presentati alcuni. Dissidenza religiosa nel territorio reggino durante il periodo della Riforma protestante: sessanta reggini, dopo che undici di essi furono condannati al rogo, si rifugiarono, nel 1565 a Ginevra per sfuggire alle persecuzioni, tra questi sono stati ricordati i Sapone ed i Condello, tra quegli esiliati. La presenza dei calabresi non era soltanto in terra elvetica, ma anche in quella d’albione. Nel corso della sua analisi, Gianni Aiello ha evidenziato che vi sono stati diversi calabresi, tra i quali molti reggini che ebbero a che fare con il Tribunale della Santa Inquisizione del periodo. Molti di quegli imputati, colpevoli solo per dei semplici sospetti, vennero arsi vivi, mentre i più fortunati, come coloro che professavano la fede ebraica, protestanti, musulmani o del rito greco, erano costretti alla conversione al cattolicesimo. Nel corso della sua disamina, Gianni Aiello ha tratteggiato anche alcuni termini usati in quel contesto storico, come “rilassati in persona”, cioè bruciati vivi. Sono state trattate anche le vicende a riguardo l’eresia luterana che riguardarono anche alcuni familiari dell’Arcivescovo metropolita di Reggio Calabria Agostino Gonzaga, agli attriti tra le nobili famiglie cittadine, quelle dei Monsolino e dei Malgeri, ma anche le vicende del poeta Marco Filippi, originario di Bagnara Calabra giustiziato nell’aprile del 1563 dall’Inquisizione spagnola.

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22 maggio 2024
la conferenza