Il Circolo Culturale “L’Agorà” ha organizzato da remoto una conversazione sul tema “Il viaggio dei Bronzi” con la partecipazione, come relatore, del prof. Riccardo Partinico, Direttore del Laboratorio di Anatomia Archeostatutaria di Reggio Calabria.
Quest’anno si celebra il cinquantesimo anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace, scoperti, secondo la cronaca il 16 agosto del 1972. Da allora sono cominciati cinquant’anni di intricate vicende che avvolgono i due eroi greci in una serie di domande che ancora attendono serie e concrete risposte.
L’imbarcazione che trasportava i “Bronzi di Riace” potrebbe essere partita- secondo il relatore Partinico-, come spesso accadeva dal Porto di Corinto, arrivata all’uscita del golfo, nei pressi delle isole di Cefalonia e Itaca, avrebbe certamente intrapreso la rotta più breve per raggiungere la Calabria prima di continuare il viaggio verso Roma per consegnare le statue ad un Committente.
Il “corridoio” sul Mar Ionio che collega Cefalonia al porto di Locri Epizefiri, citato dal geografo Strabone, si trovava sullo stesso Parallelo 38° 14’, 203 miglia nautiche (376 km), che potevano essere percorse anche in una notte.
L’antico porto della città di Locri era chiamato dai Greci ZephyrionAkrotérion e dai Romani ZephyriumPromontòrium.
Scrive il geografo greco Strabone di Locri Epizefiri: «Dopo il Promontorio di Eracle, si trova quello di Locri, detto Zefirio, che ha il porto protetto dai venti occidentali e da ciò deriva anche il nome».
Probabilmente, - continua il prof. Riccardo Partinico - il forte vento di Scirocco che spesso spira sullo Ionio da Sud/Est, avrà investito l’imbarcazione a vela e remi deviandone la traiettoria e spingendola verso le coste di Riace. La collocazione delle pesanti statue (400 kg ciascuna) adagiate sul pontile, la posizione non baricentrica delle statue rispetto alla stiva, la spinta delle onde che aumenta in prossimità della riva, avranno causato un’eccessiva inclinazione dell’imbarcazione con il conseguente, contemporaneo, scivolamento delle statue nel punto dove sono state ritrovate, una accanto all’altra, a 8 metri di profondità. Ricordiamo che negli anni successivi al 1972 sono stati rinvenuti 28 anelli di piombo appartenenti ad una vela ed un frammento di una chiglia di un’imbarcazione romana nei pressi del luogo di ritrovamento delle due statue.
Leggendo i risultati delle analisi chimiche, tecniche e scientifiche svolte sull’argilla estratta dall’interno dei Bronzi di Riace, sui materiali e sul bronzo adoperato per realizzare le statue, dati ufficiali redatti dagli Studiosi dell’Istituto Centrale per il Restauro ed anche le relazioni dei Docenti  Sara Levi, Daniele Brunelli e Valentina Cannavò dell’Università di Modena, Massimo Vidale e Gilberto Artioli dell’Università di Padova, Richard Jones  dell’Università di Glasgow e Pamela Vandider  dell’Università dell’Arizona si comprende, tra i diversi misteri, che esistono alcuni punti incontrovertibili:
-       Le due statue sono state realizzate nel V sec. a.C. a trent’anni di distanza l’una dall’altra, la “Statua A” nel 460 a.C. e la “Statua B” nel 430 a.C..
-       Gli stili artistici, le tecniche di realizzazione, i materiali usati, le percentuali dei metalli adoperati per formare il bronzo sono completamente differenti tra una statua e l’altra.
-       L’argilla estratta dall’interno delle due statue non proviene da Argo, ma da due microambienti diversi, in un territorio di circa 50 km compreso tra Atene, Corinto ed Argo.
-       Il piombo dei  tenoni che fuoriuscivano dai talloni e dalla pianta dei piedi delle due statue, quattro nella “Statua B” ed uno dal tallone della “Statua A”, che servivano per ancorare le statue ad un basamento, è delle miniere di Laurion a 50 km a sud di Atene.
Tali risultati scientifici fanno dedurre a chiunque che le due statue non possono far parte della stessa rappresentazione artistica. quindi non possono essere i “fratricidi” Euteocle e Polinice ed anche che le due statue non possono essere state esposte a Roma perché il piombo di ancoraggio è greco.
Queste alcune delle cifre che sono state oggetto di analisi da parte del prof. Riccardo Partinico (Direttore del Laboratorio di Anatomia Archeostatutaria di Reggio Calabria”. Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da martedì 23 agosto.

23 agosto 2022
la conferenza