"1924-2024: nel centenario della morte di Lenin" è il titolo della conversazione organizzata dal Circolo Culturale "L'Agorà". Nel corso della giornata di studi, organizzata dal sodalizio reggino, sono state oggetto di analisi diverse cifre, relative alla figura del fondatore del Partito Comunista Russo (bolscevico), ispiratore e leader della Rivoluzione bolscevica (1917), nonché architetto, costruttore e primo capo (1917-24) dello Stato sovietico. Il nuovo incontro, predisposto dall’associazione reggina, ha registrato la presenza dell’onorevole Michelangelo Tripodi (Movimento per la Rinascita Comunista). Vladimir Lenin: membro fondatore, teorico e dirigente del Partito Bolscevico. Protagonista della Rivoluzione di Ottobre, condusse il partito e i Soviet alla presa del potere e ne rimase alla guida sino al 1922. Creò l'Internazionale Comunista, formulò la teoria sull'Imperialismo e del partito come avanguardia rivoluzionaria. Lenin resta ancora oggi una delle figure politiche più discusse del Novecento. Genio politico che per la prima volta nella storia ha portato al potere masse popolari. A cento anni dalla sua morte, lo scontro intorno alla figura di Lenin continua a imperversare.  Il 21 gennaio 1924 moriva Vladimir Lenin, una delle figure più influenti del XX secolo, senza il quale la storia del comunismo mondiale sarebbe stata senz’altro diversa. Fine teorico e acuto osservatore, Lenin fu un intellettuale pragmatico e un politico risoluto dai tratti anche autoritari, «una delle figure centrali del suo tempo». Quel giorno, era il 26 gennaio 1924, la temperatura a Mosca superava i 40 gradi sotto zero eppure una folla immensa e commossa seguì il feretro di Vladimir Ilic Lenin, morto qualche giorno prima, il 21 gennaio, l'uomo che con la parola d'ordine "tutto il potere ai soviet" aveva cambiato inaspettatamente la storia del Novecento. La rivoluzione d'ottobre (o il colpo di stato bolscevico, come è stato anche definito da alcuni storici) è infatti opera di Lenin, dopo il suo arrivo alla stazione Finlandia di Pietrogrado (il nome di S. Pietroburgo era stato cambiato all'inizio della prima guerra mondiale) e delle sue riflessioni "svizzere" sull'anello debole della catena, cioè sull'idea che dall'arretrata Russia potesse partire la rivoluzione socialista mondiale. Un'idea originale, tanto strana rispetto al pensiero di Marx da spingere Gramsci a definirla «la rivoluzione contro il capitale», con ovvio riferimento all'opera principale di Marx. Con la rivoluzione, o colpo di Stato (ma la definizione che si vuol dare non cambia la grandiosità dell'evento) per la Russia e per il mondo intero si apre uno scenario che dominerà tutto la parte restante del Novecento. Era inevitabile, quindi, che la figura di Lenin diventasse una chiave di lettura fondamentale per gli avvenimenti posteriori alla rivoluzione del 1917. Intanto in Russia, dove il sogno di Lenin di una grande trasformazione socialista in un paese arretrato incontra subito enormi difficoltà che lo stesso Lenin racconterà con grande lucidità nei suoi scritti. Nei sette anni che gli restano da vivere, Lenin sarà il leader di un paese che si ritira dalla guerra mondiale con pesanti mutilazioni territoriali, che deve affrontare la tragedia della guerra civile contro le armate bianche, finanziate e sostenute dai paesi occidentali, che deve imporre per sopravvivere il "comunismo di guerra" con nazionalizzazioni improvvisate, requisizioni forzate di beni di prima necessità, repressioni di massa di contadini, razionamenti, fame. Poi il tentativo della NEP (nuova politica economica) cioè la reintroduzione di forme di mercato e di iniziativa privata per cercare di risollevare un'economia distrutta dalla guerra civile e dal comunismo di guerra e dall'isolamento internazionale. Con i due piani quinquennali degli anni Trenta decine di milioni di contadini analfabeti (la servitù della gleba venne abolita in Russia nel 1861) diventeranno operai, tecnici, ingegneri, professori, scienziati. Insomma in 10 anni avvenne, questa sì, una rivoluzione sociale che ha pochi precedenti nella storia. È questa straordinaria rivoluzione sociale, questa modernizzazione forzata che permetterà all'Unione Sovietica di sconfiggere il più potente esercito del mondo, quello tedesco, e portare le armate sovietiche fino a Berlino decidendo le sorti della seconda guerra mondiale. Queste alcune delle cifre che sono state oggetto di analisi da parte dell’onorevole Michelangelo Tripodi, gradito ospite del Circolo Culturale “L’Agorà”). La conversazione, organizzata dal sodalizio culturale reggino, sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da domenica 21 luglio.

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21 luglio 2024
la conferenza