“Matilde di Canossa in Calabria tra Passato e Presente” è stato il titolo della conversazione organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”, alla quale ha partecipato, in qualità di relatore, la ricercatrice toscana Elena Pierotti. La studiosa lucchese, presente in diversi incontri organizzati dal sodalizio culturale reggino, nel corso del suo intervento, ha posto la sua attenzione ad una conferenza organizzata proprio dal Circolo Culturale “L’Agorà” tenutasi a Reggio Calabria il 5 marzo del 1998 sul tema “I Normanni e la conquista della Calabria”. Alcuni studi che ho condotto su Matilde di Canossa ed i suoi feudatari – afferma la gradita ospite del sodalizio organizzatore reggino - mi riporta necessariamente alle osservazioni prodotte dal Circolo Culturale “L’Agorà” proprio sui rapporti con i normanni. Il Circolo culturale fece riferimenti importanti a Boemondo d’Altavilla e a Dagoberto, vescovo di Pisa, che collaborarono. Boemondo fu una pietra miliare della prima crociata, eppure il personaggio è davvero poco seguito. Da queste premesse introduttive, la gradita ospite del Circolo Culturale “L’Agorà” ha poi affrontato il tema della giornata di studi in argomento. Matilde di Canossa, tra le donne più influenti del Medioevo, giocò un ruolo centrale nello scontro tra il papa e l’imperatore durante la cosiddetta lotta per le investiture. La vicenda del conflitto tra papato e impero si protrasse a lungo e Matilde partecipò alle alterne fortune di questa lotta assurgendo a protagonista dei grandi fatti storici del suo tempo. Matilde visse dal 1046 al 1115 e regnò su Lombardia, Emilia, Toscana, Umbria ed in altre zone della Penisola. A Bova vi è un castello che Matilde di Canossa ricevette dal Pontefice Gregorio VII. Il maniero sorge in cima ad uno sperone roccioso e dall’alto domina il borgo di Bova, in Calabria. Al castello sono legate diverse leggende. Sulla cima, scavata in un macigno, è ancora visibile l’orma di piede di una donna. L’orma sarebbe appartenuta secondo una prima leggenda alla Contessa Matilde di Canossa, che aveva ricevuto il castello dal Pontefice Gregorio VII”. Leggenda? Queste alcune delle cifre che sono state oggetto di anali da parte della ricercatrice toscana Elena Pierotti, gradita ospite del sodalizio culturale reggino. Altro punto di contatto tra Matilde di Canossa e la Calabria riguarda alcune vicende che si verificarono intorno all’anno 1070, quando un gruppo di monaci benedettini provenienti dalla Calabria si fermò in una stretta valle fra i boschi delle Ardenne. Le origini dell’importante complesso abbaziale di Orval, vengono menzionate in un saggio dello storico ed accademico francese Robert Fossier dove “Matilde di Canossa, duchessa di Lorena e zia di Goffredo di Buglione, i monaci ottennero il permesso di costruire un'abbazia”. La figura e le gesta di Matilde di Canossa si intrecciano in una fitta rete di storie, misteri e leggende legate non solo all'abbazia di Orval ma anche ai monaci provenienti dalla Calabria. A tal proposito vi è una lettura secondo la quale vi era la presenta di Pietro l’Eremita, che parteciperà alla Prima Crociata e sarà uno dei grandi elettori a "Re di Gerusalemme" di Goffredo di Buglione, nipote di Matilde. Un’altra leggenda riferisce che Matilde di Canossa era andata a cercare conforto presso l’insediamento monasteriale, poiché aveva perso l'unico figlio di otto anni e il marito Goffredo il Gobbo, duca di Lorena, brutalmente ucciso a Vlaaedingen il 22 febbraio del 1076. Un'altra leggenda narra che Matilde di Canossa era andata a cercare consolazione presso alcuni eremiti che si trovavano in quel territorio, poiché aveva perso l'unico figlio e il marito. Indossava un anello d'oro con rubino, regalo del marito nel giorno delle nozze, quando si sedette sul bordo di una fontana e l'anello le cadde nell'acqua. Dopo aver pregato la Vergine per tornare in possesso dell'anello, un pesce apparve sulla superficie dell'acqua con l'anello in bocca. Tale fu la gioia davanti al prodigio che decise di chiamare il luogo sacro, segnato dall’opera dei monaci calabresi, “valle d’oro”. “Aurea vallis”. I misteri di Matilde e dei Canossa iniziano con le loro origini che affondano nelle nebbie della storia. Dati certi che Matilde di Canossa nella seconda metà dell'XI secolo svolse un ruolo chiave nella lotta fra impero e papato. Queste alcune delle cifre che sono state oggetto di anali da parte della ricercatrice toscana Elena Pierotti. Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da venerdì 24 febbraio

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24 febbraio 2023
la conferenza