“Ombre nude” è la storia di un pittore e della sua modella, del rapporto tra corpo e sguardo, tra forma e intenzione, tra dono e fatica, in cui la pittura non è solo motivo ispirativo, ma si fa stile narrativo: larghe campate a tinte tenui per uno sfondo (il contesto) su cui l’attenzione del lettore non deve mai soffermarsi, perché ciò rende possibile il ritmo quasi ipnotico delle pennellate più veloci e colorate con cui Nuti ricostruisce i due protagonisti.
Un romanzo breve e intenso in cui la drammatica ricerca del Bello naufraga, ma il suo naufragio apre a un’altra salvezza possibile.
Dopo i saluti da parte di Gianni Aiello (presidente del Circolo Culturale “L’Agorà”) che ha voluto ringraziare Giovanni Nuti per la disponibilità e/o sensibilità dimostrata nei confronti del sodalizio culturale, la parola è passata all’autore del romanzo “Ombre Nude”.
Giovanni Nuti, nel corso del suo intervento, ha avuto modo di presentare il suo nuovo romanzo e di parlare dei protagonisti dello stesso.
Michele e Janette sono le persone di primo piano di questa lettura narrativa.
Michele – come racconta l’autore del romanzo Giovanni Nuti - forse ha dimenticato di essere un pittore.
È un italiano che si accontenta della propria deriva, una pensione da ex archivista. Jeanette entra, inaspettata, nella commedia mediocre di un uomo mediocre: offre la sua nudità a Michele, tutti i giorni, mentre lui resta stupito, immobile per ore, di fronte al mistero di una forma che è vita e bellezza.
Ma Michele custodisce il segreto di un compito, che Jeanette comprende e direziona: riuscire a ritrarla.
Intorno a questa dimensione segreta e apparentemente ambi- gua, in cui lei offre il suo corpo e lui il suo sguardo, gira un piccolo mondo di gente grottesca, invidiosa e ostile, che non comprende il mistero dei due e riduce la loro relazione a una tresca marginale.
Nessuno s’immagina che quella presenza femminile, inattuale quanto bella e sapiente, è come un crivello nell’anima di Michele, che lo porterà alla consapevolezza della propria disperazione e alla redenzione artistica.
In questo romanzo breve e intenso, la pittura si fa narrazione, ricerca drammatica del Bello tra forma e intenzione, tra dono e fatica.
Una ricerca che, naufragando, apre a un’altra salvezza possibile.

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15 dicembre 2020
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