“Piazza De Nava: una lunga e sconcertante storia” è una serie di incontri a confronto, organizzati dal Circolo Culturale “L’Agorà” di Reggio Calabria, sul tema in argomento.La piazza, a pianta rettangolare, è intitolata al ministro reggino del Regno d’Italia Giuseppe De Nava promotore della ricostruzione di Reggio Calabria dopo il terremoto del 1908. In tale area sono visibili tre stili architettonici: quello umbertino eclettico della seconda metà dell’ottocento, quello liberty, quello razionalista italiano del ventennio. Al centro della stessa, adornata da vari esempi arborei, sorge una monumentale fontana a due bocche, sormontata da una statua raffigurante il ministro De Nava. Il complesso marmoreo è opera dello scultore polistenese Francesco Jerace, e venne eretto nel 1936. Tali testimonianze verrebbero cancellate dalla nuova idea progettuale che prevede un’idea moderna che andrebbe a sconvolgere tali segni identitari. Le linee guida in argomento non tengono conto di quanto stabilito dalla “Carta di Gubbio” del 1960, documento che venne redatto dall’Associazione Nazionale Centri Storici e Artistici e della Convenzione del paesaggio ed il Codice dei Beni Culturali. Nel 1990 l’Associazione Nazionale Centri Storico-Artistici si è fatta promotrice di un secondo documento, noto come Seconda Carta di Gubbio o Carta di Gubbio ’90. Da tenere presente anche quanto stabilito dal Codice dei Beni Culturali (Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 Legge 6 luglio 2002, n. 137). Tali buoni intendimenti sembrerebbero non trovare applicazione in altri ambiti territoriali. Se ciò fosse tali testimonianze architettoniche, presenti su Piazza De Nava, verrebbero cancellate dalla nuova idea progettuale che prevede un’idea moderna che andrebbe a sconvolgere tali segni identitari. Tra l’altro e, non per ordine d’importanza, vi è la concreta possibilità che l’area dei lavori diventino un cantiere infinito, in quanto vi è la presenza di una necropoli. Da ricordare anche che durante i lavori della famosa intubata, conosciuta come stazione Lido, emerse una consistente area archeologica, poi sepolta dal cemento: si assisterà ad un altro triste Déjà vu?