Con il patrocinio della Città Metropolitana di Bologna, il Circolo Culturale “L’Agorà” ha organizzato una conversazione sul tema “1922-2022: nel centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini”. Nel corso della giornata di studi si sono registrati i ringraziamenti da parte di Gianni Aiello (Presidente del Circolo Culturale "L'Agorà" rivolti alla Città Metropolitana di Bologna ed al Sindaco Matteo Lepore per la concessione del patrocinio concesso all’Associazione reggina, vista anche il significato dell’iniziativa culturale. L’appuntamento è stato ulteriormente arricchito dai saluti istituzionali da parte della delegata alla Cultura del Comune di Bologna e della Città Metropolitana Elena Di Gioia, che nel corso del suo intervento ha ricordato Pier Paolo Pasolini. È stato un poeta, regista, sceneggiatore, scrittore, attore e drammaturgo italiano. Culturalmente versatile, si distinse in numerosi campi, lasciando contributi anche come pittore, romanziere, linguista, traduttore e saggista. La parola è passata ad Antonino Megali, vice-presidente del sodalizio culturale reggino che nel corso del suo intervento ha ripercorso le tappe artistiche di Pier Paolo Pasolini. Nasce il 5 marzo del 1922 a Bologna. Primogenito di Carlo Alberto Pasolini, tenente di fanteria, e di Susanna Colussi, maestra elementare. Il padre, di vecchia famiglia ravennate, di cui ha dissolto il patrimonio sposa Susanna nel dicembre del 1921 a Casarsa, poi il trasferimento a Bologna.Nel 1945 Pasolini si laurea discutendo una tesi intitolata "Antologia della lirica pascoliniana (introduzione e commenti)" e si stabilisce definitivamente in Friuli. Qui trova lavoro come insegnante in una scuola media di Valvassone, in provincia di Udine.In questi anni comincia la sua militanza politica. Nel 1947 si avvicina al PCI, cominciando la collaborazione al settimanale del partito "Lotta e lavoro". Diventa segretario della sezione di San Giovanni di Casarsa, ma non viene visto di buon occhio nel partito e, soprattutto, dagli intellettuali comunisti friulani. Successivamente venne espulso dal partito comunista a causa della sua omosessualità, ma interpretò meglio dello stesso partito i principi di uguaglianza e fratellanza.Nel 1955 viene pubblicato da Garzanti il romanzo "Ragazzi di vita", che ottiene un vasto successo, sia di critica che di lettori. Il giudizio della cultura ufficiale della sinistra, e in particolare del PCI, è però in gran parte negativo. Nel 1957, insieme a Sergio Citti, collabora al film di Fellini, "Le notti di Cabiria", stendendone i dialoghi nella parlata romana. Nel 1957 pubblica i poemetti "Le ceneri di Gramsci" per Garzanti e, l'anno successivo, per Longanesi, "L'usignolo della Chiesa cattolica". Nell’estate del 1959, l’anno in cui pubblicò Una vita violenta, lo scrittore intraprese un viaggio lungo le coste italiane, da Ventimiglia a Trieste: dal Tirreno all’Adriatico, passando per lo Jonio. Da Reggio Calabria giunge a Crotone, per giungere a Taranto, risalendo in seguito la costa Adriatica. A riguardo la Città dello Stretto Pasolini riporta: «Credo che a pochi in Italia, sia capitato di fare, in un giorno, l’intera costa da Reggio a Taranto. Ora che sono qui, a Taranto […] mi pare che la cosa mi sia successa in sogno». Di seguito riporta: «Appena partito da Reggio – città estremamente drammatica e originale, di una angosciosa povertà […] mi stupiva la dolcezza, la mitezza, il nitore dei paesi della costa. Così circa fino a Porto Salvo. Poi si entra in un mondo che non è più riconoscibile. É vero: ogni tanto si ritrovano degli scorci abitudinari: appare, come un folgorante miracolo, la dolce immensa spiaggia di Soverato, elegante, con le chiglie vermiglie delle barchette, sotto il potente sole delle due. […] Poi la strada lascia il mare e si interna in una zona, tutta gialla, con le colline che sembrano dune immaginate da Kafka. Il tramonto le vela di un rosa di sangue. […] Vado verso Crotone, per la zona di Cutro».  Percorrendo l’area che porta a Crotone, Pasolini scrive: «Ecco, a un distendersi delle dune gialle,  in una specie di altopiano, Cutro. Lo vedo correndo in macchina: ma è il luogo che più mi impressiona di tutto il lungo viaggio. […] Io mi butto di nuovo lungo lo straniero, il nemico, il seducente Jonio.» Percorrendo il territorio calabrese Pier Paolo Pasolini ha anche modo di realizzare delle interviste con gli abitanti del luogo. Nel 1961 realizza il suo primo film da regista e soggettista, "Accattone". Il film viene vietato ai minori di anni diciotto e suscita non poche polemiche alla XXII mostra del cinema di Venezia. Nel 1962 dirige "Mamma Roma". Nel 1963 l'episodio "La ricotta" (inserito nel film a più mani "RoGoPaG"), viene sequestrato e Pasolini e'imputato per reato di vilipendio alla religione dello Stato. Nel '64 dirige "Il vangelo secondo Matteo"; nel '65 "Uccellacci e Uccellini"; nel '67 "Edipo re"; nel '68 "Teorema"; nel '69 "Porcile"; nel '70 "Medea"; tra il '70 e il '74 la triologia della vita, o del sesso, ovvero "Il Decameron", "I racconti di Canterbury" e "Il fiore delle mille e una notte"; per concludere col suo ultimo "Salò o le 120 giornate di Sodoma" nel 1975. Nel 1972 decide di collaborare con i giovani di Lotta Continua, ed insieme ad alcuni di loro, tra cui Bonfanti e Fofi, firma il documentario 12 dicembre.

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24 giugno 2022
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