Ha introdotto i lavori Orlando Sorgonà, del Circolo Culturale “L'Agorà”, il quale ha esordito dicendo che «Poche volte si è trattato l'argomento del rapporto tra Reggio Calabria ed i Savoia».
Agazio Trombetta ha trattato alcuni aspetti relativi alle vicende che si sono verificate tra la famiglia reale dei Savoia e la nostra città.
Ha descritto di come i reggini, per riuscire a vedere Umberto II, si fossero arrampicati sugli alberi di Piazza Italia.
Tutti cercavano di toccarlo tanto che per l'entusiasmo dei monarchici locali, qualcuno gli strappò la camicia e per ovviare a tale situazione, ne venne offerta una dal negozio di capi militari Merolillo che era ubicato sul Corso Garibaldi.
L'entusiasmo era così palpabile che venne sollevata l'automobile su cui era seduto Umberto II è portata in trionfo.
Il Trombetta durante il suo intervento ha relazionato anche del come i reggini divennero monarchici, delle visite dei vari rappresentanti di casa sabauda ed ha fatto notare come molto nella nostra città sia dedicato alla famiglia dei Savoia come la scuola "Principe di Piemonte", Piazza Emanuele II (l'attuale Piazza Italia) ed il corso Vittorio Emanuele III, di come le dolcerie reggine facessero a gara per fornire la Real Casa: insomma un rapporto d'amore e di stima, o forse, anche di
convenienza.
Agazio Trombetta ha descritto le vicende che portano alla edificazione ed alla intitolazione del Tempio della Vittoria ai caduti del primo conflitto mondiale al quale parteciparono migliaia di reggini ed ai caduti della rivoluzione fascista, infatti nel cortile della chiesa vi era un sacrario delle vittime.
Al convegno era presente tra il pubblico il Sig. Orazio Leandro Ciro, all'epoca segretario del movimento politico "L'Uomo Qualunque", il giovane (oggi sessantatreenne) che, durante una manifestazione monarchica avvenuta nel pomeriggio del 12 giugno del 1946 sul corso Garibaldi, venne ferito gravemente per mano dei comunisti da un proiettile ed al quale, nel corso della manifestazione, è stata consegnata una targa.
Ritornando alla manifestazione monarchica in cui rimase ferito il Sig. Orazio Leandro Ciro che a tal proposito ricorda: «... mi strapparono la bandiera e scapparono verso la sede del partito comunista, ubicato nella salita di via Castello, ed insieme ad altre persone li inseguimmo per riprendere ciò che ci avevano sottratto. Ma giungendo nelle vicinanze ci lanciarono alcune bombe a mano che ferirono alcuni di noi.Io rimasi illeso e trovai riparo dietro un muro nei pressi la sede del PCI . Quando cessarono le raffiche, a quel punto, attraversai percorrendo di corsa via Tommaso Campanella per entrare in un portone, ma in quel momento venni raggiunto da una raffica ed il proiettile si fermò a due centimetri dal cuore e me lo porto ancora dentro» .
La relazione di Alberto Cafarelli, responsabile della sezione storica dell'U.N.U.C.I. , ha raccontato le sanguinose vicende del primo conflitto mondiale, il modo in cui influì il terribile terremoto del 1908, che distrusse la caserma "Mezzacapo" edificata intorno all'anno 1880, ed altri avvenimenti con molti punti in comune tra la città e la Real Casa.
Alberto Cafarelli ha trattato in modo più approfondito le vicende che hanno portato all'edificazione del Tempio della Vittoria che venne inaugurato il 25 maggio 1935 alla presenza del Principe Umberto di Savoia delle autorità civili e militari dell'epoca.
Il nome con il quale è stata intitolata la chiesa deriva dai meriti conquistati dai reggini durante la battaglia di Lepanto vinta contro gli Ottomani e per tale avvenimento la città volle tributare l'edificazione della chiesa di S.Maria della Vittoria, distrutta dal terremoto e poi rivissuta in quella attuale.
La struttura architettonica del Tempio è costituita da una navata centrale e da otto cappelle laterali al Santuario, tra cui quella del Crocefisso che nasce come cappella dedicata ai Caduti.
La parte alta della struttura religiosa è costituita da volte a botte, interrotte da archi, (posti anche ai quattro lati del Santuario), in corrispondenza dei pilastri, mentre l’Abside, raccolta da un arco trionfale sulla fronte, è stata coperta con una volta sferica a base semicircolare.
Lo stesso motivo degli archi limita, sui quattro lati, il Santuario.
Il pavimento ed il rivestimento delle pareti della chiesa è caratterizzato da lastre di marmo grigio di Billiemi, decorato con pietra chiara di Trani, presente anche nella parte centrale del Santuario, intagliata in una croce che è indirizzata verso l'altare maggiore.
Lo stesso, dono dell’Amministrazione comunale del tempo, è costituito da pietra di Trani e nero del Belgio e da due ornamenti dedicati ai “Caduti per la Patria” , le cui generalità sono riportate in un Albo,custodito all’interno di un cofanetto in legno, che custodisce i nomi dei 6300 caduti della Provincia reggina durante il primo conflitto mondiale.