Si è svolta venerdì 9 dicembre la nuova conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”, sul tema “Nel ricordo di Renato Rascel”. L’argomento è stato analizzato da Antonino Megali (vice presidente del sodalizio culturale organizzatore) che nel corso del suo intervento, ha analizzato le varie tappe del poliedrico artista. Autore originale, interprete raffinato e inconfondibile cantante, Renato Rascel seppe creare nelle sue imprevedibili performance un personalissimo stile, giocoso e riflessivo, incanalato sul fil rouge del surrealismo. Al secolo Renato Ranucci è uno dei monumenti del teatro leggero italiano. Nella sua lunghissima carriera ha spaziato dall'avanspettacolo alla rivista, dalla commedia musicale, all'intrattenimento televisivo e radiofonico. Renato nacque a Torino il 27 aprile 1912 durante una tappa della tournée della compagnia d'arte in cui lavorano suo padre Cesare Ranucci, cantante di operetta, e sua madre Paola Massa, ballerina classica. Riceve il battesimo nella basilica di San Pietro in Vaticano secondo il desiderio del padre, romano da ben sette generazioni, e alla Città eterna la sua vita resterà sempre legata. Sin dall’infanzia, Renato si divide tra ballo, canto e recitazione. Ispirandosi a una marca di cipria francese, adotta il nome d'arte "Rachel", modificandolo qualche tempo dopo in "Rascel". Il 24 febbraio 1933 debutta al teatro lirico di Milano nell’operetta “Al Cavallino Bianco” interpretando la parte di “Sigismondo” e, suucessivamente esordisce come ballerino e cantante, prima di essere scritturato nel 1934-35 nella compagnia di operetta dei fratelli Schwartz. Da allora, sia nel varietà sia nel teatro di rivista, si impose per la sua comicità assurda e surreale e per l'uso intelligente del suo fisico minutissimo (fu chiamato il piccoletto). Negli anni 40, le sue canzoni molto leggere e le sue filastrocche fanno il giro d'Italia. Rascel è divenuto ormai un personaggio pubblico. Dal 1942 comincia a lavorare nel cinema diretto da nomi come Zavattini, Gentilomo. Da questo ultimo viene diretto e durante le riprese del film in cui conosce la sua prima moglie Tina di Molo a cui scrive la canzone “Pazzo d’amore” che sarà colonna sonora e titolo del film. Dopo la guerra, precisamente nel 1952 viene diretto da Alberto Lattuada nel film “il capotto” qui alle prese con un ruolo drammatico con cui dimostra di essere un attore completo tanto da ottenere un “Nastro d’Argento”, noto e prestigioso riconoscimento. Nello stesso anno comincia a collaborare con Garinei e Giovanni, debutta il 15 dicembre al Teatro Sistina di Roma nella favola musicale “Attanasio cavallo vanesio”. Nel 1954, assieme ai commediografi Pietro Garinei e Sandro Giovannini incide "Arrivederci Roma" e tre anni dopo, acquisisce notorietà internazionale, che convince un produttore cinematografico di Hollywood a proporgli di girare un film al fianco del tenore Mario Lanza. Nasce così “The Seven Hills of Rome”, girato in esterni a Roma e in interni negli stabilimenti della Titanus, dove Rascel non sfigura al fianco del grande tenore americano e di Marisa Allasio. Il film verrà distribuito in Italia con il titolo “Arrivederci Roma”. Nel 1960, in coppia con Tony Dallara, partecipa al Festival di Sanremo con la canzone vincitrice “Romantica”, da lui composta e con il testo firmato da Dino Verde. La sua interpretazione, melodica e molto "sussurrata", è in aperto contrasto con la versione di Dallara. Ma sarà proprio Dallara a portare al successo Rascel e la sua canzone. La vittoria tuttavia non sarà senza polemiche, in quanto Rascel verrà accusato di aver copiato la musica, dando adito a una causa in tribunale che vedrà Rascel vincitore grazie a una perizia di parte firmata da Igor Stravinski. La canzone parteciperà anche all'Eurovision Song Contest, classificandosi all'ottavo posto. Collabora con un altro grande artista, Alberto Testa, con la canzone “Benissimo”. Sempre nel 1960 è protagonista del film “Il corazziere”, basato su una sua vecchia macchietta riproposta nel musical “Attanasio cavallo vanesio”, film che ebbe un buon successo. Nell’autunno del 1970 prepara la commedia musicale “Alleluia brava gente” di Garinei e Giovannini, qui viene scritturato quale co-protagonista l’ancor giovane Gigi Proietti, con il quale Rascel raggiunge un’intesa perfetta nonostante la differenza d’età e di stile tra i due attori. Con questa commedia musicale Rascel si congeda dal pubblico del Sistina. Poi è la volta de “I racconti di Padre Brown”, sei puntate televisive andate in onda tra il 1970 ed il 1971. Nel 1973 dall’unione con l’attrice Giuditta Saltarini nasce il suo unico figlio Cesare. Del 1986 è l’ultima apparizione in teatro a fianco all’amico Walter Chiari nello spettacolo “Finale di Partita” di Beckett. La sua ultima apparizione pubblica è legata ai Mondiali di Calcio del 1990, dove canta i suoi cavalli di battaglia tra cui “Arrivederci Roma”. Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da venerdì 9 dicembre.