Storia di un numero” di Davide Rossi è un viaggio caratterizzato da scelte, a volte anche dolorose, di amicizia, di amore, ma anche di paure ed incertezze che si trovano lungo un cammino posto al bivio tra le aree desertiche e le acque del Mediterraneo. Storie di tanti numeri uniti nella speranza di una resurrezione e dall'infame destino di rappresentare solo delle anonime cifre. Un percorso lungo, attraverso deserto e mare, prigionia e amore, fra carcasse umane e di civiltà. Un numero non è fine a se stesso: ha un'esistenza, una storia, un inizio e una fine. Un numero può essere umano, vivere e morire. In una contemporaneità corrosa dalla malavita e dall'opportunismo, Kenny nasce in un piccolo stato africano, flagellato dalla povertà, messo in ginocchio dalla corruzione, dimenticato e disprezzato dagli stessi esseri viventi. Condizioni disperate per chiunque abbia un minimo di misericordia per se stesso, difficilmente sopportabile per la sua natura estrema che si impone nella quotidianità sugli esseri viventi. La narrazione delle migrazioni è spesso fatta da acqua, da mari, da naufragi, da cadaveri, morte, sangue, speranze vane. Le migrazioni sono anche frontiere segnate dagli alberi in montagne sconosciute, da vite spezzate dalla neve, dal gelo della notte. I canti, nel buio di un cielo stellato su un rottame galleggiante mentre sputa fumo nell'aria; o di cieli neri, disegnati dai fiati caldi, dalle forme degli alberi, mentre una civetta si unisce al coro. Animali, che accompagnano una traversata, come i delfini o i gabbiani, o i cinghiali, inquieti testimoni del viaggio. In mare o su un ghiacciaio le mani, all'improvviso, quasi inconsciamente, vanno a stringere un sacchetto di stoffa, incise sopra delle iniziali, sono quelle del nome e del cognome. Dentro sabbia, o meglio terra? Che terra? Dalla terra, la "madre" Africa, parte il romanzo "Storia di un numero" di Davide Rossi, nel difficile tentativo di raccontare la storia di uno dei tanti numeri che decidono di affrontare una vera e propria odissea nell'estremo tentativo di arrivare nel continenete europeo. Le pagine scorrono vorticosamente muovendosi dall'infanzia all'età adulta, passando per l'adolescenza, descrivendo l'ambiente che circonda il protagonista e la miseria, economica e umana, che lo caratterizza. La partenza come unica soluzione, per riscattare se stesso, per riscattarsi da un popolo inerme, in ginocchio di fronte a un governo abbietto e corrotto. Da qui si snoda uno straordinario on the road, che porta la vicenda a toccare vertici di violenza insostenibili, conditi da attimi di umanità commoventi. In mezzo Agadez, la Libia e alla fine il Mediterraneo. "Storia di un numero" ha l'ambizione di far comprendere l'Africa che parte, che non è solo quella che muore in un naufragio o approda sulle nostre coste, ma è anche quella dei trafficanti del deserto, della polizia corrotta, del commercio degli esseri umani. Il fenomeno migratorio non è facile da narrare in un libro, ma Rossi ci ha provato, portandoci al nocciolo, là dove tutto inizia. Il continente africano è un vasto territorio dai colori variegati e nelle terre del profondo Sud, vive un ragazzo che diventa uno dei protagonisti del romanzo del giovane autore Davide Rossi. Tanti Ulisse del terzo millennio che affrontano un viaggio, alla ricerca di una nuova Itaca. Un percorso tra le aree desertiche e le acque del Mediterraneo, tragitto caratterizzato da speranze ma anche illusioni. Dopo i saluti di Gianni Aiello (presidente del sodalizio organizzatore, a seguire la conversazione culturale tra il noto conduttore radiofonico del network Radio BlaBla, prof, Enrico Redaelli e l’autore del romanzo “Storia di un minuto” Davide Rossi. Nonostante gli studi di natura prettamente scientifica, continua a coltivare due grandi passioni che lo accompagnano fin dalla tenera età: il cinema e la scrittura. La stesura di varie sceneggiature rappresenta dunque un’evoluzione naturale e una di queste, scritta a sei mani, porta alla realizzazione del film “Benvenuti a casa Verdi” del 2013 (Muccapazza film). Parallelamente all’esperienza cinematografica inizia una fase di sperimentazione che l’ha portato a partecipare a diversi concorsi letterari con racconti brevi, poesie e saggi. "E alla fine c'è la vita" nasce in seguito, e dall’unione, di tutti questi percorsi. Pubblicato con Apollo Editore nel maggio del 2018, il romanzo riscuote un discreto successo presso critica e pubblico, consentendo all’autore di presentarsi a un vasto pubblico di lettori attraverso un tour di presentazioni che ha superato le dieci date. Parallelamente a questo progetto, e a esso collegato, l’autore ha redatto un manuale di scrittura creativa, “E alla fine c’è la scrittura”, che ha avuto il suo culmine con il corso presso l’associazione “Il cielo capovolto” di Torino.