Il tema della conferenza riveste un importanza  storiografica, in quanto periodizzante per il Meridione d’Italia. Infatti gli eventi  politico-sociali che si verificarono dopo la pace di Aquisgrana in quella parte d’Italia, furono precursori  della trasformazione della struttura delle classi dirigenti e dei rapporti sociali che si verificarono a Sud, nel “Decennio Francese”.  La cultura illuminista proveniente dai filosofi enciclopedisti francesi era penetrata in tutta Europa in particolare in Italia  nelle Regioni governate dagli Asburgo Lombardia e Toscana  e nel Regno di Napoli, ove la monarchia Borbonica si era consolidata come regno in apparenza autonomo. RE Carlo  attraverso il suo Primo ministro, professore di diritto,  Bernardo Tanucci  aveva impresso al regno una conduzione politica incentrata sul rafforzamento dell’autorità dello Stato in particolare in senso giurisdizionalista. Furono riorganizzati i tribunali locali sottoposti ai feudatari e quelli curiali , quest’ultimi con la firma di un concordato nel 1741,si cercò di mettere ordine all’insieme della legislazione vigente che si presentava frammentata ed incoerente, per questo motivo, origine spesso di una corrotta interpretazione delle leggi portata avanti dai magistrati, fu costituito un magistrato del commercio per migliorare e semplificare tutto il sistema commerciale del regno,un altro settore come quello degli arrendamenti (appalti delle imposte) fu sottoposto ad un tentativo di riforme, per incrementare le finanze statali in mano agli speculatori. Fu riorganizzato il regime fiscale con l’emanazione di leggi che prevedevano una limitata equità nel pagamento delle imposte, che gravava quasi per intero sui ceti più poveri, con l’istituzione del Catasto Onciario del 1742. Tutto questo insieme di provvedimenti tendevano ad erodere il potere  feudale e del clero possidente, che rappresentavano la base sociale di classe dominante, ereditato da due secoli di Vice regno spagnolo, potere questo, che non concepiva altra ricchezza che la terra ne altro titolo di distinzione che quello redditiero. Come evidenziato sopra, la casta feudale dominante, rappresentava un articolato sistema di abusi compiuti verso le classi subalterne, il feudo nato come concessione di usufrutto da parte del monarca nei confronti del barone,comprendeva il demanio universale e quello feudale,  utilizzabile per gli usi civici, dagli abitanti dell’Università(Comune) in cui ricadeva la concessione Però la protervia baronale nel corso dei secoli, aveva fatto si che il feudatario nella quasi totalità dei casi, per mezzo della forza o con raggiri legali, si  impossessasse  di vaste porzioni di territorio facenti parte del demanio  erigendo difese e quindi sottraendo terre agli usi civici dei propri vassalli, quanto descritto, raffigura quella che verrà definita la questione demaniale che assurgerà come questione sociale nelle campagne meridionali, configurandosi come motivo di tensione e lotte sociali nel Mezzogiorno dell’800 in particolare dopo l’avvento egemone della nuova classe sociale rappresentata dalla borghesia agraria. Riprendendo il filo della Storia, la cultura illuministica, aveva influito nel Reame alla formazione di un nutrito gruppo di intellettuali, come avvenuto nelle Regioni italiane dominate dagli Asburgo, Lombardia e Toscana, i quali fondavano le loro speranze di cambiamento, nella capacità dell’uomo di assicurarsi nella pace, una esistenza più civile ed umana, fondate sulla convinzione che le riforme economiche costituivano il più efficace strumento di progresso. Fu a Napoli, prima in Italia, con l’abate Antonio Genovesi, che si esortò l’urgenza di radicali e urgenti riforme economiche. Dalla sua sua cattedra di economia politica, prima in Italia, creata grazie alla munificenza di B. Intieri facoltoso amministratore di beni latifondisti toscani nel napoletano, Genovesi fu un faro di cultura economica per tanti suoi discepoli per mezzo di pubblicazioni da lui curate. Gli sforzi del Genovesi non raggiunsero i risultati sperati, egli, mori nel 1769 oppresso dalla consapevolezza che  la generale corruzione presente nelle istituzioni del Regno impediva   il compimento delle riforme, stante la limitata volontà del Tanucci ad impegnarsi in questo senso, in quanto la sua opera era protesa alla riforme giuridiche ed antiecclesiastiche, cioè ai problemi che meglio conosceva essendo egli stesso professore di diritto. Gli epigoni del Genovesi,  Galiani, Galanti, Palmieri, D. Grimaldi fecero parte di quel gruppo di intellettuali che si impegnarono nell’attuazione dello sforzo riformatore nel periodo di collaborazione pratica fra governanti ed intellettuali che a Napoli prese vigore nel 1776 alla caduta di Tanucci  grazie alla volontà determinante di Maria Carolina, questa generazione di dotti comincio ad esplorare la realtà economica del regno chiedendo con insistenza riforme finanziarie e tecniche in agricoltura rivolgendosi allo Stato perché prendesse nelle mani l’iniziativa. Intanto , sempre nella seconda metà del secolo, si andava gradatamente formando la nuova classe sociale della borghesia agraria,  dei galantuomini o civili, rappresentata prevalentemente da coloro che le professioni legali(avvocatura, notariato), l’affittanza agraria speculativa dei latifondi, l’ufficio ecclesiastico , avevano tirato fuori dal popolo. La formazione della citata classe era avvenuta con caratteri profondamente diversi dalla produttiva borghesia agraria dell’area Padana. Questa portava alla terra capitali ed intelligente operosità; quella meridionale bramava la terra, come unica forma di ricchezza e distinzione sociale, in un paese povero, sfruttava  il territorio agrario spolpando i suoi lavoratori. La crisi sociale dell’antica nobiltà, aveva accresciuto il numero di nuovi soggetti i quali raccolsero titoli e feudi. Nobili nuovi furono,avvocati, speculatori delle imposte e dei monopoli, esportatori oligopolisti.  In quel paese povero, dovuto all’inettitudine ed all’ozio sociale della nobiltà, lo spirito litigioso era la norma, sconvolgendo le menti ed i patrimoni. Da qui l’importanza degli avvocati di cui non pochi con buone e male arti del loro sapere si arricchivano, ed acquistavano titoli e feudi, la formazione della proprietà fondiaria non sempre derivò da risparmio o da onesto e faticoso lavoro ma da usurpazioni di beni demaniali o appartenenti alla mano morta ecclesiastica, per colpa di alcuni , fu creduto comune a tutti, per questo motivo si alimentò l’odio sociale dei contadini verso i galantuomini, la questione della terra, fu una delle forti cause delle reazioni che si verificarono durante la breve Repubblica Napoletana del 1799. La storia economica del Mezzogiorno è in gran parte la storia delle trasformazioni dei demani universali e feudali specialmente i primi, dilaniati prima dai feudatari e dopo da quella borghesia agraria che nelle Università(Comuni) spadroneggiava. Per porre un esempio, il 1783 era stato un anno tragico per la Calabria centro meridionale, colpita dal terremoto, per risollevare quei territori il governo di Napoli, sulla base delle spinte riformatrici che lo animavano, decretò la costituzione delle Cassa Sacra(1784), un organismo con il  compito primario d’incamerare i beni di ogni tipo e natura — mobili, immobili, rendite — di pressoché la totalità delle istituzioni ecclesiastiche della Calabria centro meridionale , allo scopo di alienarli a privati e di sostenere col ricavato l'opera di ricostruzione, ma, a dispetto dell'ambiziosità e dell'audacia che presiedette al varo della Cassa sacra, questa deluse ben presto tutte le aspettative, acquistandosi anzi, trista fama di ente dilapidatore e fallimentare per eccellenza, i ¾ delle terre disponibili rimasero invendute, l’obbiettivo di creare una proprietà diffusa non fu raggiunto dimostrando un’indubbia debolezza complessiva della borghesia calabrese. Nonostante la notevole articolazione del paesaggio agrario e la presenza, almeno nel Reggino, di un qualche barlume di capitalismo agrario, le vendite della Cassa Sacra finirono col potenziare,paradossalmente,proprio le forze più legate alla gestione assenteistica e parassitaria del possesso fondiario. Ad essere premiata, ed in maniera schiacciante, fu ancora una volta la rendita, a tutto danno dell'imprenditorialità borghese e della piccola proprietà coltivatrice, in sostanza, quindi, la Cassa sacra dilatò la proprietà fondiaria dell'alta borghesia, senza però che si introducessero innovazioni strutturali nella conduzione delle terre e senza che si producessero gli effetti che dall'eliminazione della manomorta ecclesiastica si attendeva la scuola genovesiana: incremento della piccola proprietà, accrescimento della popolazione agricola, aumento della produzione. Il fallimento della Cassa Sacra come grande ed ambizioso esperimento riformatore fu quindi totale. La borghesia meridionale fu coinvolta nel grande urto sociale del 1799, quali furono gli aspetti che contraddistinsero quel periodo? Il movimento definito giacobino, iniziato dalla frazione progressista della borghesia, si qualifica per intero nei pochi mesi di vita della repubblica napoletana, quando si affronta il problema della costituzione e della legge feudale, con l’emersione  di prevalenti contenuti moderati. La borghesia meridionale del tempo, rispetto al complesso della società, presentava una frazione democratico-radicale o egualitaria minoritaria, il problema della terra e delle strutture agrarie, erano al centro dello scontro,durante la fase di elaborazione della costituzione,rappresentato dalla destinazione delle terre  comuni e demaniali , il nodo nel quale si infrangono le aspettative di cambiamento, è la debolezza della borghesia progressista, persistendo un rapporto antagonistico tra la gran parte della borghesia e le masse rurali, e l’impossibilità per la parte progressista di organizzare un blocco politico-sociale alternativo. Il 1799 evidenzia il limite generale della borghesia  ed il pesante contrasto strutturale della società che avendo al suo centro il drammatico problema della terra, impedì ai protagonisti del moto giacobino un’azione politica più estesa , coinvolgente problemi di direzione e di egemonia delle parti fondamentali della collettività meridionale.
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9 febbraio 2018
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