"The Wind That Shakes the Barley"- Kean Loach, Francia/Irlanda/UK, 06;
"Mickybo & me" - regia: Terry Loane, Eire/UK, 2004;
"An Everlasting Piece" -  regia: Barry Levinson, USA 2000;
"High Boot Benny" - regia:  Joe Comerford, Irlanda 1993;
"Nel nome del padre" - regia J. Sheridan, Irlanda/UK, 1993;
"Hush a Bye Baby" - regia: Margo Harkin, Gran Bretagna 1990.

L’attentato, avvenuto sabato sera alle 21.40 (le 22.40 in Italia) del 7 marzo contro alla caserma di Massereene nella contea di Antrim a nord di Belfast e quello del 9 nei confronti di un agente della polizia avvenuto a Craigavon nella contea di Armah, fa rivivere l’incubo di una nuova campagna di terrore che ha lasciato una lunga scia di sangue, lutti, devastazioni a far data dagli anni venti tra indipendentisti irlandesi ed esercito britannico che in due anni causò 500 vittime .
Ma queste cifre hanno radici cronologiche lontane rispetto alle sfere cronologiche del nazionalismo irlandese e del movimento repubblicano  nate nel contesto  della lotta di indipendenza  contro il dominio britannico.
Infatti tali insorgenze li ritroviamo già nei secoli passati ma per questione di praticità l'argomento in questione trattato  fa data dal 1921, anno in cui venne redatto il Trattato anglo-irlandese con il quale si ratificò la divisione dell'isola in due strutture geografiche lesionate dal punto di vista giuridico.
Il peso di tale divisione rappresenta la continuità degli oltre quattro secoli di "arroganza" politica-culturale britannica nei confronti del territorio gaelico, come ad esempio i primi tentativi di divisione religiosa tra cattolici e anglicani.
Altri tentativi li troviamo in ambiti culturali come quelli accaduti a Dublino, quando nel 1592 con la fondazione del "Trinity College" si voleva "britannizzare culturalmente" l'Irlanda con tale ente nella quale potevano accedervi soltanto i protestanti a discapito dei cattolici, i quali vennero autorizzati a frequentare tale struttura soltanto a far data dal 1873.
Continuando a sfogliare le pagine della storia ci si trova ad evidenziare altre violenze subite dagli irlandesi da parte dei britannici, infatti si passerà alle confische delle proprietà, conosciute anche come "Plantations", e la fase più acuta fu quella ad opera di Giacomo I del 1610 e denominata come "Plantation of Ulster": tutto ciò fu causa di diverse insurrezioni sul territorio che vennero soffocate duramente.
Tali situazioni aumentarono i contrasti che culminarono nella dura repressione durante il triennio 1649-1652 ad opera di Oliver Cromwell, c'è anche da evidenziare che nel 1690 vi fu la vittoria militare dei protestanti, guidati dal sovrano Guglielmo d'Orange nei confronti dei cattolici del re Giacomo II.
Altri momenti di dura repressione furono quelli delle "Penal Laws" datate 1695 che rafforzavano il potere protestanti, privando tra l'altro gli irlandesi di matrice cattolica del diritto al voto e l'accesso alle cariche pubbliche.
Tali ingiustizie vennero combattute nel 1759 da Henry Grattan che costituì il  Partito dei Patrioti che aveva come obiettivo la cancellazione delle "Penal Laws" i cui primi risultati cominciarono a verificarsi dopo il 1782 a seguito della "Dichiarazione di Indipendenza", dalla istituzionalizzazione di un'Assemblea legislativa il "Grattan's Parliament", ma nonostante ciò l'Irlanda era governata da una minoranza protestante.
A seguito della rivoluzione francese vi furono dei contatti con i giacobini transalpini da parte degli "United Irishmen" guidati da Theobald Wolfe Tone che riuscì ad ottenere il supporto francese.
A seguito di tali accordi vi furono due tentativi di sbarco in Irlanda che non ebbero gli esiti sperati, ma che causarono dure repressioni nei confronti dei repubblicani isolani ed il conseguente scioglimento del parlamento autonomo irlandese che venne ratificato a Londra nel 1800 con la denominazione di "Act of Union".
Il XIX secolo termina con l'approvazione del "Local Government of Ireland Act" del 1898 che ne sancisce la struttura amministrativa delle contee sul modello britannico e con alcuni cambiamenti di denominazione delle stesse ma ciò non sopì gli intenti nazionalistici.
Il XX secolo vede oltre che la nascita del "Sinn Fein", partito di matrice repubblicana fondato da Arthur Griffith, l'insurrezione di Dublino del 1916 la "Easter Rising" ma anche la tornata elettorale del 1918 che vide il partito dello "Sinn Fein" conseguire un forte consenso ed i cui rappresentanti, rifiutandosi di far parte del governo britannico, istituirono il Dáil Éireann, il parlamento irlandese, con a capo Eamon De Valera.
Questa scelta causò la reazione del Westminister che scaturì negli arresti dei rappresentanti parlamentari irlandesi e negli scontri armanti tra i soldati britannici e quelli della Irish Republican Army (I.R.A.) la cui spirale di violenza scaturì in data 11 novembre del 1920, riconosciuto come il primo "Bloody Sunday".
Per ovviare a tali escalation di violenze si giunse alla firma del trattato di Londra del 6 dicembre 1921 che sanciva la nascita di due nuove enti amministrativi quali  l'Irlanda del Nord, costituita dalle sei Contee di Antrim, Down, Fermanagh, Tyrone, Derry ed Armagh, ubicate nel nord-est dell'isola e le restanti ventisei Contee che costituiscono la Repubblica d'Irlanda (EIRE), proclamata come tale nel 1949 a seguito della sua fuoriuscita dal Commonwealth.
Le ostilità nell’Irlanda del Nord con le caratteristiche di vera e propria guerriglia urbana hanno inizio nell'ultimo periodo dei '60's quando si verifica la nascita delle prime organizzazioni pacifiste con relative manifestazioni inneggianti alla cessazione di ogni forma d'intolleranza.
Ma questi buoni propositi diedero adito ad una dura reazione, quella dei Troubles, gli scontri tra i cattolici ed i protestanti che si susseguirono in modo sempre più violento, come i fatti avvenuti durante una manifestazione per i diritti civili avvenuta in data 30 gennaio 1972 avvenuta a Derry e che costò la vita a 13 persone, tra cui 6 minorenni.
Dopo quella strage l’Irlanda del Nord sprofonda in un conflitto che conterà oltre 3.500 vittime, di cui 500 militari britannici, cifre queste che hanno portato morte e distruzione .
Queste sono alcune delle cifre che sono state oggetto di una importante giornata di studi organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”  di  Reggio Calabria.
Sunday bloody Sunday:  I.R.A. – movimenti sociali, politici e culturali nell’Ulster” è il titolo della manifestazione di notevole valenza e spessore vista la presenza di autorevoli rappresentanti della cultura e dell’informazione irlandese come il docente universitario prof. Richard English della “Queen’s University” di Belfast e dell'avvocato Gustavo Pregoni, corrispondente dall'Irlanda per varie testate sia online checartacee, che ha seguito passo dopo passo il processo di pacificazione.
Il titolo della giornata di studi prende spunto dal “Bloody Sunday” , letteralmente "Domenica di Sangue", termine che indica un evento storico avvenuto nella città di Derry, Irlanda del Nord, il 30 gennaio 1972, quando il 1° Battaglione del Reggimento Paracadutisti Britannico aprì il fuoco contro una folla di manifestanti per i diritti civili, colpendone 26.
Tredici persone, sei delle quali giovanissime, furono colpite a morte, mentre una quattordicesima persona morì quattro mesi più tardi per le ferite riportate. Due manifestanti rimasero feriti in seguito all'investimento da parte di veicoli militari.
Molti testimoni che non presero parte agli incidenti, compresi alcuni giornalisti, affermarono che i manifestanti colpiti erano disarmati. Cinque vittime inoltre furono colpite alle spalle.
Questi sono i dati significativi che hanno caratterizzato la manifestazione organizzata dal Circolo Culturale "L'Agorà" e che ha avuto il merito di intrattenere un pubblico attento e qualificato.
Nel corso del suo intervento il presidente del sodalizio organizzatore Gianni Aiello ha evidenziato come determinati eventi di cronaca nera possano modificare ciò che l'immaginario collettivo è riuscito a creare nelle direttive mentali delle persone.
«Infatti parlando dell'Irlanda - prosegue Gianni Aiello - vengono alla mente gli scenari incantati dell'isola verde ricchi di personaggi magici come i folletti e gli  elfi delle fiabe irlandesi ricche di elementi fantastici, così come i personaggi di James Stephens». 
«Altri dati significativi della letteratura gaelica posti al bivio tra la fantasia e la realtà storica li troviamo - prosegue Gianni Aiello - nelle poesie di Paul Muldoon»:"Luci ed ombre del cielo di Nashville, come guerriglieri che razzianoil non detto dell'ingaggio,come Normanni che dirottano il bestiame sui Vichinghi d'Irlanda..." (Baginbun)
"Si faceva chiaro, tra fumidi cannone - e di complotti,che gli Stanley avevano infine traditoper appoggiare Enrico." (Bosworth Field)
Di seguito Gianni Aiello ha indirizzato il suo sguardo su un altro territorio e cioè quello calabrese e nello specifico quello della provincia di Reggio Calabria, conosciuta per i noti dati malavitosi e non per altri dati significativi di ben altro significato.
«Infatti voglio mettere alla vostra conoscenza - rivolgendosi all'uditorio - quanto riportato da Domenico Condito sul suo portale a riguardo questa manifestazione: «Ci piace quella Calabria capace di ampliare il proprio orizzonte oltre i ristretti confini regionali, promuovendo proficui momenti di confronto e di scambio fra esperienze e culture diverse».
Gianni Aiello ha fatto cenno anche all'importante saggio dello storico di di fama internazionale Eric J. Hobsbawm "Il Secolo breve - 1914-1991: l'era dei grandi cataclismi", quindi degli sconvolgimenti sociali, economici che in tale arco di tempo si sono succeduti  (1)
“Sunday bloody Sunday:  I.R.A. – movimenti sociali, politici e culturali nell’Ulster” - ha proseguito Gianni Aiello -  non è soltanto il titolo della manifestazione, ma anche quanto accaduto nella città di Derry il 30 gennaio del 1972 i cui tragici fatti hanno scosso le coscienze, dando modo di parlare di quello che effettivamente accadeva nell'Irlanda del Nord.
Così come nel cinema, "Nel nome del padre" (2) tratto dal romando di Gerry Conton (3) , dove in una scena si vede una sequenza avvenuta realmente a Derry: in una scena si vede ciò che realmente accadde a Derry, quando Giuseppe Conlo,  interpretato dall'attore  Pete Postlethwaite, sventola un foulard bianco durante gli scontri a fuoco.
Anche la musica - prosegue Gianni Aiello - non è rimasta insensibile a ciò, pensiamo all'omonima  canzone degli U2 "How long must we sing this song? How long? (per quanto tempo dovremo cantare questa canzone?) dove il drumming di Larry Mullen  idealmente rappresenta i parà inglesi per le strade di Derry, mentre gli strumenti classici che si ascoltano nella stessa canzone rappresentano la tradizione e la tragedia irlandese.
Tragedia che vive con i suoi risvolti, i suoi drammi anche nella copertina di "War", dove si vede lo stesso adolescente del primo album "Boy", ora non più tranquillo, ma traumatizzato (4).
Dopo l'intervento di Gianni Aiello che ha esaminato vari aspetti relativi all'argomento in questione come quelli relativi agli aspetti letterari e storici relativi non solo al territorio in senso geografico ma anche alle profonde radici della "Questione irlandese" con annessa panoramica cronologica è stata la volta dell'altro relatore.
La parola è passata poi a Gustavo Pregoni corrispondente dall'Irlanda per varie testate online e cartacee, che ha seguito passo dopo passo il processo di pacificazione.
Gustavo Pregoni inizia il suo intervento proprio da dove Gianni Aiello finisce il suo: dalla canzone del gruppo musicale U2 tratta dall'album "War" , quella "Sunday bloody Sunday", vero manifesto dell'argomento oggetto della giornata di studi organizzata dal sodalizio reggino.
Siamo nel febbraio 1983  - esordisce così il relatore -  e 4 ragazzi di Dublino pubblicano un disco, si chiama  War, guerra, e la prima strofa di una canzone facente parte dell’album recita: “I can’t believe the news today.(Non riesco a credere alle notizie di oggi, a quello che ho appena appreso)”.
La canzone si riferisce ai fatti di sangue accaduti in una piccola città nordirlandese, Derry (o Londonderry come ribattezzata dagli Unionisti) il 30 gennaio del 1972.
Ed effettivamente si fa davvero fatica a credere a ciò che è successo quella domenica lungo le strade del Bogside, quartiere cattolico di  Derry: la NICRA (Northern Ireland Civil Rights Association) ed altri attivisti tra i quali il neo-eletto MP Ivan Cooper, protestante della  middle-class eletto per il 99% dai voti dell’elettorato cattolico, organizzarono una marcia, manifestando per il riconoscimento di uguali diritti civili a tutti i cittadini dell’Irlanda del Nord, chiedendo delle riforme.
Ed effettivamente si fa davvero fatica a credere a ciò che è successo quella domenica lungo le strade del Bogside, quartiere cattolico di Derry: la NICRA (Northern Ireland Civil Rights Association) ed altri attivisti tra i quali il neo-eletto MP Ivan Cooper, protestante della middle-class eletto per il 99% dai voti dell’elettorato cattolico, organizzarono una marcia, manifestando per il riconoscimento di uguali diritti civili a tutti i cittadini dell’Irlanda del Nord, chiedendo delle riforme inerenti in particolare al diritto di voto (una riforma elettorale basata sull’elementare principio del One Man, One Vote, dato che fino ad allora le circoscrizioni elettorali erano disegnate in modo da non permettere ai cattolici di vincere le elezioni, questo espediente era noto come gerrymandering; persino a Derry dove la maggioranza della popolazione era cattolici, questi ultimi non riuscivano a vincere le elezioni), alla parità nell’housing system ossia nell' assegnazione delle case popolari, alla pari di opportunità nell’accesso al lavoro e oltre a tali richieste, si marciava anche e soprattutto contro la misure  repressiva dell’internment without trial , ossia l’internamento senza processo; questo, senza entrare nello specifico, evitando noiose disquisizioni legali, consisteva nel potere per  le forze di polizia di internare una persona a tempo praticamente indefinito senza che vi fosse obbligo di rispettare i tempi procedurali previsti per l'apertura del processo.
Al riguardo, va inoltre detto che l’Operazione Demetrius, nome in codice dell’operazione di internamento su vasta scala condotta dall’esercito inglese il 9 agosto del 1971, e che portò all’internamento di 342 uomini, logicamente tutti cattolici, si rivelò essere un fallimento sotto tutti i punti di vista: gli scontri a fuoco tra l’IRA e l’esercito che divamparono in ogni distretto cattolico di Belfast portarono alla morte di ben 13 persone;  e non solo questo, quasi la metà degli internati, dopo aver sperimentato le tecniche di interrogatorio delle security forces britanniche nei noti centri di della polizia di Castlereagh (Belfast), Gough Barracks (Armagh) e Strand Road  (Derry) fu rilasciata, non avendo alcun coinvolgimento né connessione con l’IRA.
- La Domenica di Sangue:
Ma cosa successe quella famigerata domenica?La folla dei manifestanti venne attaccata dai contingenti dell’esercito Britannico: in quella occasione le truppe di stanza a Derry erano state rinforzate dal 1° Battaglione del Reggimento Paracadutisti Britannico, corpo speciale agli ordini del Colonnello Wilford e tristemente noto per la brutalità dei suoi componenti.
Per ragioni mai completamente chiarite ed ancora oggetto di investigazioni, i paracadutisti, che avevano il compito di disperdere la manifestazione, aprirono il fuoco sulla folla disarmata dei manifestanti colpendone 26 ed uccidendone 13; una quattordicesima vittima è deceduta nei giorni successivi sempre a causa di una ferita da arma fuoco riportata durante la marcia.
Nella successiva inchiesta governativa sui fatti della strage, perché di strage si è trattato, la commissione, affidata a Lord Widgery, accolse la tesi sostenuta dai militari per cui questi avrebbero risposto al fuoco per legittima difesa, pertanto non avrebbero attaccato né sparato per primi, ma reagito ai colpi di arma da fuoco sparati loro contro da presunti militanti dell’IRA infiltratisi fra i manifestanti.
Al riguardo, Vi consiglio di guardare il film documentario diretto da Paul Greengrass, basato sul famoso libro di Don Mullan, Eyewitness Bloody Sunday.
Attualmente la commissione di inchiesta sul Bloody Sunday, istituita sotto il governo New-Labour di Tony Blair e presieduta da Lord Saville non ha ancora redatto la relazione finale (va comunque precisato che trattasi di un organo inquirente, non giudicante).
La Domenica di Sangue resta tra gli eventi più cruenti e significativi delle vicende dell'Irlanda del Nord, probabilmente perché l'azione fu condotta da truppe regolari, sotto gli occhi della stampa e della opinione pubblica, ed ebbe conseguenze decisive per lo sviluppo del conflitto, conseguenze di due tipi:
1) Conseguenze politiche: ha di fatto sancito la fine del governo di Stormont; il successivo 24marzo, il primo Ministro Britannico, Ted Heath richiese al Primo Ministro nordirlandese, il protestante unionista Brian Faulkner, i poteri in materia di ordine pubblico e giustizia, ma al rifiuto di questi annunciò il Direct Rule, ossia il governo diretto di Westminster sull’Irlanda del Nord: con tale normativa venivano sciolti sia il governo che il parlamento locali e venivano accresciuti ed inaspriti i poteri dell'esercito e della polizia, la Royal Ulster Constabulary (RUC).
2) Conseguenze sociali: nei quartieri cattolici di Belfast, Derry e delle altre città nordirlandesi c'era la fila per arruolarsi nell' IRA tanto che l'organizzazione ebbe dei problemi ad gestire tutte queste nuove reclute.
- Anni violenti (fino al 1976): La canzone continua:  “Broken bottles under children’s feet, Bodies strewn across the dead end street”… (bottiglie rotte sotto i piedi dei bambini e corpi sparsi per la strada senza uscita).
La militarizzazione delle sei contee ormai andava verso un punto di non ritorno:sempre più contingenti militari furono stati stanziati in Irlanda del Nord, più caserme e basi operative costruite, per controllare la violenza in crescita in seguito ai fatti di sangue di Derry .
Gli anni a cavallo fra il 1970 ed il 1976 sono stati anni violentissimi nelle sei contee, tra i più cruenti dei troubles: praticamente si combatteva giornalmente e l' IRA e l'esercito britannico ingaggiavano quasi tutti i giorni degli scontri a fuoco nelle strade di Belfast e Derry.
Solo nel 1971 si riscontrarono 180 morti, dei quali 94 erano civili, ossia né membri delle forze di sicurezza britanniche, né dei gruppi paramilitari cattolici o protestanti che siano.
Il 1972 rimane l'anno con più vittime, 472, dell'intero conflitto.
Ma questi troubles cosa sono? Letteralmente questa parola significa tumulti o disordini, oppure si può più semplicemente tradurla come guai, fastidi, dato che si è sempre rifiutato di considerala una vera e propria guerra, etichettando esclusivamente come terrorismo, quella che è stata una lotta si armata, come ci insegna il Professor English, ma di liberazione.
Comunque è così che l’establishment britannico continua a definire il conflitto nelle Sei Contee del Nord, conflitto i cui effetti si sono allargati all’Inghilterra ed alla Repubblica d’Irlanda e che ha causato sino ad oggi oltre 3000 morti; così il deputato conservatore unionista Enoch Powell: “L’IRA non è qualcosa a cui è possibile dichiarare ufficialmente guerra. Se la dichiarassimo avremmo trattato l’IRA al pari di una nazione sovrana, le avremmo dato il riconoscimento che essa cerca e questo la avrebbe posta in quella stessa posizione che l’IRA stessa cerca d raggiungere attraverso le sue campagne di terrore”.
In Irlanda del Nord a partire dalla fine degli anni '60 il clima politico era divenuto assai violento a seguito del conflitto che opponeva i sostenitori dell’appartenenza della provincia al Regno Unito, ai fautori della riunificazione dell’Irlanda.
I primi, detti unionisti, erano protestanti o di nascita protestante, discendenti dei coloni britannici giunti in Irlanda a partire dal XVI secolo, ed al tempo costituivano i due terzi della popolazione nordirlandese.
I secondi, detti repubblicani, erano cattolici o di nascita cattolica, discendenti degli antichi irlandesi, ed erano il restante terzo della popolazione ma anche la grande maggioranza sull’intera isola.
Ormai da secoli gli unionisti detenevano il monopolio del potere politico e la gran parte delle risorse economiche, emarginandone i repubblicani.
Nel 1970 l’organizzazione indipendentista irlandese IRA (Irish Republican Army) aveva cominciato una intensa azione di guerriglia contro l’esercito britannico e la polizia nordirlandese (RUC, Royal Ulster Constabulary), ritenuti difensori dello status quo e schierati con gli unionisti.
Dal canto loro le formazioni armate unioniste (tra cui la UVF,  l’Ulster Volunteer Force, e la UDA, Ulster Defence Association) facevano fuoco sui repubblicani.
La vita civile era ulteriormente sconvolta dagli scontri di piazza che opponevano i militanti unionisti a quelli repubblicani, e questi ultimi ai reparti antisommossa dell’esercito britannico  e della polizia.
- Il 1969:
Il 12 agosto 1969, in occasione della marcia annuale degli Apprentice Boys di Derry, che celebra la resistenza protestante all'assedio della città da parte delle truppe di Giacomo II nel 1689, ci furono scontri molto violenti e la Royal Ulster Constabulary (RUC), la polizia della provincia, tentò di entrare nel Bogside, dove erano state erette delle barricate.
Cominciarono così 48 ore di battaglia, con i residenti del Bogside che tiravano pietre e bottiglie molotov alla RUC che rispose usando, per la prima volta nel Regno Unito, il CS (il gas lacrimogeno).
Nella notte del 14 agosto gli scontri si estesero a Belfast dove alcuni gruppi di estremisti protestanti, in alcuni casi con l' aiuto (o quantomeno il tacito assenso) della RUC, misero a ferro e fuoco le vie abitate dai cattolici che conducevano alla protestante Shankill Road, l'arteria che attraversa i quartieri della working class lealista, roccaforte degli estremisti protestanti.
I cittadini cattolici furono costretti a fuggire dalle proprie case per rifugiarsi in altri quartieri cattolici di West Belfast come Andersonstown e Ballymurphy.
Il giorno dopo il governo britannico decise di inviare un folto contingente di truppe per ristabilire l'ordine, inizialmente per proteggere i suoi sudditi cattolici.
E proprio l’arrivo ed il successivo stanziamento delle truppe dell’esercito britannico è comunemente considerato come la data di inizio dei troubles, questo è un fatto ma è pur vero che l’Irlanda del nord non è insorta dal nulla, l’atmosfera do tensione è covata per anni, pertanto vi sono dei pregressi e scatenati motivi.
In Irlanda del Nord, negli anni precedenti al 1969 vi era un vero e proprio regime: stato protestante per gente protestante, protestant parliament for protestant people: gli unionisti detenevano tutto il potere , tutti i seggi parlamentari, i cattolici o nazionalisti erano esclusi da tutte le cose dello stato ed erano considerati alla stregua di sovversivi, dissidenti in quanto non riconoscenti lo stati protestante e la sua legittimità.
Tale regime unioniste era poi difeso e garantito da una forza di polizia, protestante anch’essa per  il 95%, pesantemente armata, la Royal Ulster Constabulary (RUC) oggi riformata ed avente il nome di PSNI, e da un apparato giudiziario e normativo costruito artificialmente per mantenere lo status quo di dominanza unionista in ogni campo: questo il regime di Stormont (casa bianca di Belfast).
Un episodio alquanto emblematico, e per questo a mo avviso importante per meglio comprendere la questione nordirlandese, risale al 1964, quando furono indette le General Elections: l’unica chance per i cattolici di vedere un membro della propria comunità eletto a Westminster, avendo così una qualche rappresentanza era la circoscrizione di West Belfast, Falls Road area per meglio intenderci, nella stessa zona fu stabilito un piccolo ufficio elettorale, tipica casa di mattoncini rossi, alla cui finestra fu issata una bandiera sventolante il tricolore irlandese (la stessa cosa di ciò che avviene oggi per le sezioni politiche qui in Italia, di solito vi è uno stemma o una bandiera indicante il partito politico di turno) ebbene non appena la cosa divenne di dominio pubblico, i politici unionisti paventarono ad uno spauracchio nazionalista all’attacco dello stato unionista ed immediatamente la RUC, la polizia, si mosse per rimuovere la bandiera, intervenendo con gli idranti detti water- cannons, per disperdere la folla.
Scoppiarono violenti scontri , conosciuti come Divis Flats Riots, dalla zona in cui scaturirono.
Questo è il primo esempio di una violenta quotidianità che caratterizzò i successivi trenta anni delle sei contee, questi gli ingredienti, anche un po’ romantici se vogliamo definirli così:
- demagogia dei politici unionisti;
- collusione tra unionisti, UVF nell’occasione, e RUC;
- RUC in assetto anti-sommossa, con manganelli e furgoni blindati a bloccare gli accessi alle
strade;
- i cattolici in rivolta col viso coperto, sulle barricate e con le bottiglie molotov in mano.
Il seggio fu comunque vinto dai protestanti, anche se poi nelle elezioni successive del 1966 Gerry Fitt riuscirà ad imporsi nella medesima  circoscrizione elettorale di West Belfast, divenendo in tal modo il primo cattolico ad essere eletto in Irlanda del Nord. Giusto per dovere di cronaca, un piccolo inciso, pensate che Gerry Fitt perderà il suo seggio solo nel 1983, quando per la prima volta fu eletto un giovane membro del Sin Fein con tanto di barba, Gerry Adams, attuale Presidente del Sin Fein e tra i protagonisti  indiscussi del processo di pace.
Una conseguenza dei disordini d' agosto fu la scissione del movimento repubblicano: alcuni membri dell' IRA, soprattutto quelli provenienti dal Nord, scontenti di come l'organizzazione avesse reagito (per meglio dire NON avesse reagito) agli assalti ai quartieri cattolici, decisero di fondare una nuova organizzazione che diventerà nota come Provisional IRA, in contrapposizione all' Official IRA che, dopo aver dichiarato un cessate-il-fuoco nel 1972, rimarrà ai margini del conflitto fatta eccezione per alcune brevi ma sanguinose faide interne.
Da parte protestante alla PIRA (a cui poi si aggiungerà l'INLA, Irish National Liberation Army) si contrapponevano altre due formazioni paramilitari: l'UVF (Ulster Volunteer Force) e l'UDA (Ulster Defence Association), rimasta legale fino al 1992 perché dal 1973 in avanti decise di firmare le proprie azioni terroristiche con il nome de guerre di UFF (Ulster Freedom Fighters).
Alla metà degli anni '70 Belfast di sera si trasformava in una città fantasma, dove si rischiava di essere uccisi per essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Sopratutto l'UVF e l'UFF colpivano i cattolici con violenza settaria allo scopo di terrorizzare la comunità.
Particolarmente agghiacciante è la vicenda degli Shankill Butchers  (i macellai di Shankill), un'unità dell'UVF di Shankill Road che, sotto la guida del famigerato  Lenny Murphy (in seguito ucciso dall'IRA), rapiva e uccideva cittadini cattolici tagliando loro la gola dopo averli orribilmente torturati e mutilati.
Tra la fine del 1974 e i primi mesi del 1975 alcuni colloqui tra i dirigenti dell' IRA e dei funzionari del governo britannico portarono a una tregua che però si infranse dopo qualche mese.
In seguito al fallimento della tregua l'IRA diede il via a una riorganizzazione studiata per contrastare i metodi delle forze dell'ordine che si dimostravano sempre più efficaci.
Sotto la guida di una nuova dirigenza formata da elementi più giovani che si erano opposti alla tregua (tra cui Gerry Adams, Martin McGuinness e Ivor Bell) l'IRA adottò il sistema delle "cellule" per controbattere gli effetti potenzialmente disastrosi che sarebbero scaturiti dalla confessione di uno dei suoi membri che avesse rivelato i nomi dei suoi compagni.
La nuova dirigenza elaborò anche una nuova strategia, detta della "lunga guerra", per far capire ai militanti che la lotta armata non si sarebbe conclusa in poco tempo e che bisognava cominciare a ragionare sul lungo periodo.
- 1976-1981
And the battles just begunTheres many lost, but tell me who has won?  (e la battaglia continua, ci sono molte perdite, ma dimmi chi ha vinto?)
Mentre la violenza continuava nelle strade dell'Irlanda del Nord, il governo britannico prese una decisione destinata a produrre i suoi effetti, che durano ancora oggi, negli anni a venire.
Infatti il governo dal 1 marzo 1976 abolì lo status di "prigioniero politico" fino ad allora concesso ai detenuti paramilitari, che scontavano la condanna in baracche di lamiera come i prigionieri di guerra della seconda guerra mondiale e che come questi ultimi avevano una struttura di comando all'interno del carcere.
Queste novità erano parte della nuova strategia del governo britannico che poggiava su due punti chiave:
CRIMINALIZZAZIONE: i detenuti non erano prigionieri politici ma criminali comuni e non avevano diritto a differenze di trattamento.
ULSTERIZZAZIONE: per contrastare i paramilitari si usava sempre di più la RUC, composta in prevalenza da protestanti nordirlandesi, e sempre meno l'esercito regolare.
L'IRA decise di contrastare violentemente questa strategia e, mentre all'esterno del carcere conduceva una campagna di omicidi contro il personale carcerario, all'interno del carcere i detenuti repubblicani si rifiutavano di indossare l'uniforme carceraria (alcuni la indossavano solo per recarsi a ricevere le visite mentre i più intransigenti rimasero anni senza vedere i propri familiari pur di non indossare la divisa) e rimanevano nudi in cella con addosso solamente una coperta (da qui il nome blanket protest).
Dopo due anni in cui la protesta non aveva suscitato alcun effetto i detenuti, anche in risposta alla brutalità di molti secondini che picchiavano i detenuti quando andavano in bagno, decisero di non lavarsi e di spargere i propri escrementi sui muri delle celle (dirty protest) che dopo poco tempo erano ridotte in uno stato allucinante con solo dei materassi sporchi per terra e i muri ricoperti di escrementi (in molti casi erano anche infestate dagli scarafaggi).
Nonostante gli appelli di molti politici cattolici e soprattutto dell'arcivescovo O'Fiaich, primate d' Irlanda,che, dopo una visita al carcere usò toni molto duri contro il governo britannico, il primo ministro Margaret Thatcher rimase inamovibile.
A questo punto i detenuti decisero di intraprendere uno sciopero della fame: sette di loro (sei dell'IRA e uno dell'INLA) digiunarono per 53 giorni prima di sospendere lo sciopero avendo ricevuto vaghe assicurazioni sulle loro richieste.
Dopo poche settimane fu chiaro che non sarebbe cambiato nulla e i detenuti diedero il via ad un secondo sciopero della fame.
Questa volta i partecipanti avrebbero cominciato il digiuno a intervalli regolari e in caso di morte di uno di essi un altro detenuto avrebbe preso il suo posto.
Il primo a digiunare fu Bobby Sands, OC (Officer Commanding) dei detenuti dell'IRA, che morì dopo 66 giorni di digiuno, il 5 maggio 1981.
Tra il 5 maggio e il 20 agosto furono dieci i detenuti a morire mentre all'esterno del carcere la provincia registrava uno dei periodi più sanguinosi della sua storia e mentre erano sempre più coloro (politici nazionalisti, chiesa cattolica ma anche politici statunitensi di origine irlandese) che cercavano di operare per trovare un compromesso.
Il 3 ottobre 1981 i detenuti sospesero lo sciopero dopo che alcune famiglie erano intervenute per chiedere l'intervento medico una volta che il loro congiunto era entrato in coma.
Anche se in un primo momento sembrò che i repubblicani fossero usciti sconfitti dallo scontro con il governo, gli scioperi della fame fecero sì che all'interno del movimento repubblicano assumesse sempre più importanza il braccio politico, il Sinn Féin, che cominciò a partecipare regolarmente alle elezioni amministrative e politiche (anche se i suoi eletti non si recavano a Westminster non riconoscendo quel parlamento).
Questa "politicizzazione" del movimento fu certamente una delle cause che, quasi venti anni più tardi, contribuì a gettare le basi del processo di pace che si concluse con l' Accordo del Venerdì Santo (Good Friday Agreement) firmato il 10 aprile 1998.
- Gli anni 80 ed il successivo Peace-Process
Dopo la prima metà degli anni '80, trascorsa nella solita routine di bombe, attentati e violenze settarie, accadde qualcosa che contribuì a mutare l'intransigenza britannica.
Ora l'IRA era meglio armata che in qualsiasi momento della sua storia e così gli inglesi cominciarono a pensare che una qualche forma di compromesso con i repubblicani sarebbe stata inevitabile.
Gli anni tra il 1988 e il 1993 furono tra i più violenti dell' intero periodo perché alla capacità operativa gli dell'IRA si opponeva la  ferocia dei gruppi paramilitari lealisti, quali l’UFF, Ulster Freedom Fighters, e l'uso sempre maggiore da parte dell'establishment britannico di spionaggio ed intelligence, quali l’MI 5 che  in numerose occasioni operavano in collusione cogli stessi paramilitari unionisti. 
Il governo britannico, impegnato in colloqui segreti con il movimento repubblicano, intensificò i contatti dopo che nell'aprile 1992 e nell'aprile 1993 l'IRA fece esplodere due gigantesche bombe nella City di Londra causando danni per quasi 2 miliardi di sterline.
Si arriva così al 31 agosto 1994, quando l'IRA annuncia la "completa cessazione delle operazioni militari", imitata dopo 45 giorni dai paramilitari protestanti.
Per la prima volta in 25 anni la pace sembra a portata di mano ma il governo britannico, ora presieduto da John Major, continuava a frapporre ostacoli alla partecipazione del Sinn Féin ai colloqui di pace (chiedendo che l'IRA consegnasse le armi, cosa che per i repubblicani equivaleva a un sacrilegio) e così, il 9 febbraio 1996, l' IRA rompe la tregua facendo esplodere un camion-bomba a Canary Wharf, nella zona dei docks di Londra.
Il conflitto riprende, anche se non con l'intensità di prima, ma in seguito alle elezioni politiche britanniche del 1997 (nelle quali il partito Laburista guidato da Tony Blair aveva ottenuto una schiacciante maggioranza) l'IRA decide di ripristinare la tregua anche se questa volta deve far fronte a una scissione di alcuni dissidenti che, sotto la guida di Micky McKevitt, ex Quartiermastro Generale dell'IRA, danno vita alla Real IRA.
Nella primavera del 1998 Blair e il premier irlandese Bertie Ahern presenziano ai colloqui tra i vari partiti politici nordirlandesi che sfociano, il 10 aprile 1998, nell'Accordo del Venerdì Santo.
L'Accordo stabilisce che il governo dell'Irlanda del Nord sia composto da rappresentanti sia dei partiti protestanti che dei partiti cattolici in maniera proporzionale al risultato delle elezioni.
Nell'Accordo si prevede anche il rilascio dei detenuti appartenenti alle organizzazioni paramilitari che rispetteranno il cessate-il-fuoco.
Primo ministro dell' Irlanda del Nord (il primo dal 1972) diventa David Trimble, leader dell'UUP, con Seamus Mallon del SDLP (Social Democratic and Labour Party), il partito dei cattolici moderati, come suo vice.
Dell' Esecutivo fanno parte anche due esponenti del Sinn Féin.
Da allora, nonostante alcuni momenti di tensione e alcuni gravi incidenti (il più grave dei quali è l'autobomba della Real IRA che il 15 agosto 1998 uccide 29 persone nella cittadina di Omagh, nella contea di Tyrone), la provincia si è incamminata sulla strada della pace.
Nel 2001 i diplomatici stranieri incaricati di vigilare sul disarmo dei paramiltari dichiarano di aver ispezionato alcuni depositi di armi dell' IRA e che gli armamenti sono inutilizzabili (probabilmente i bunker sono stati resi inaccessibili con del cemento armato).
Infine, nel luglio 2005 l'IRA, per bocca di Séanna Walsh, già OC dei detenuti dell'IRA a Long Kesh e amico e compagno di cella di Bobby Sands, annuncia che la lotta armata è finita e che d'ora in avanti l'organizzazione userà mezzi esclusivamente pacifici per perseguire il proprio obiettivo dell'unità d' Irlanda.
Nel 2007 nuove elezioni fanno sì che il DUP (Democratic Unionist Party), partito protestante  guidato dal reverendo Paisley diventi la prima formazione politica della provincia e il Sinn Féin  la seconda, sorpassando per la prima volta il SDLP come primo partito dei cattolici.
Il risultato delle elezioni (incredibile solo pochi anni prima) fa sì che nasca un nuovo governo presieduto dal reverendo Paisley con Martin McGuinness (vicepresidente del Sinn Féin e in passato Capo di Stato Maggiore dell' IRA) come suo vice.
Finale
Sempre dallo stesso disco, ma questa volta le parole sono di un’altra canzone: ”Under a  blood red sky All is quiet on New Year's Day” (Sotto un cielo rosso sangue, tutto è calmo nel  giorno del nuovo anno)
Ma davvero è la fine dei troubles? Le sei contee hanno davvero cambiato pelle? Come abbiamo potuto constatare nel nostro tragitto odierno lungo il più che trentennale sentiero del conflitto nordirlandese, morte e distruzione sono state di casa nelle sei contee: degli oltre 3000 morti, di cui la metà a Belfast, circa 750 sono stati ufficialmente considerati omicidi settari, la maggior parte dei quali commessi dagli squadroni della morte dei gruppi paramilitari protestanti ai danni della comunità cattolica.
Circa 130  i protestanti uccisi, oltre 200, anzi 203, con i fatti di sangue di Massirene e di commessi nelle delle ultime settimane, le vittime dell’esercito e della RUC (oggi riformata come PSNI).
La gente delle sei contee ha costantemente vissuto in uno stato di ansia e tensione ed anche oggi che la situazione è relativamente “normale”, con un governo cross-community locale, i problemi settari non sono andati via, non vanno via con strette di mano fra politici o firme su fogli di carta, soprattutto in determinate zone dove le peacelines si stagliano ancora all’orizzonte, a dividere Belfast, a renderla una scacchiera di distretti ostili ed i guerra fra di loro: in realtà sono linee di confine, che hanno dato e sono tuttora espressione fisica e materiale dei pregiudizi già esistenti, delle divisioni e di quelle incomprensioni che la costante presenza della guerra nella vita di tutti i giorni ha reso sempre più spiazzanti per le generazioni cresciute nei ghetti cattolici o nelle estates protestanti.
Mi piacerebbe davvero credere che i troubles siano terminati: la Belfast del XXI secolo è  effettivamente un’altra città rispetto al passato: davvero tutto calmo nel giorno del nuovo anno?
Questo è un interrogativo che resta aperto, comunque a ridosso dei muri delle sei contee la segregazione continua.
La parola è passata poi al docente universitario irlandese prof. Richard English della “Queen’s University” di Belfast.
Nato a Belfast nel 1963, insegna scienze politiche nell'importante ateneo universitario della sua città.
Ha pubblicato, fra gli altri, "Ernie O’Malley: IRA Intellectual" (1998) e "Radicals and the Republic: Socialist Republicanism in the Irish Free State 1925-1937" (1994), "Armed Struggle: The History of the IRA" (che ha vinto nel 2003 il premio quale libro  dell'anno presso la UK Political Studies Association Politics) e "Irish Freedom: The History of Nationalism in Ireland"  (che ha vinto nel 2007 il Premio Christopher Ewart-Biggs Memorial e libro dell'anno di  nuovo presso la UK Political Studies Association Politics).
Fra i suoi numerosi scritti su argomenti di storia e politica irlandese si ricordano quelli  pubblicati da «Newsweek», «Times Literary Supplement», «Times Higher Educational Supplement» e da periodici irlandesi quali «Fortnight» e  «Dublin Review».
Ha collaborato anche, come commentatore di politica irlandese, terrorismo e storia con il «New York Times», la «BBC», «ITN», «SKY», «NEWS», «RTE», «Irish Times» «Financial Times» e il «Guardian».
Con questa relazione - esordisce il prof. Richard English - esaminerò il perché della violenza dell'IRA e della sua durata attraverso gli anni; quali risultati ha conseguito e perché l'ala  Provisional dell'IRA ha poi optato per una soluzione strategica  pacifica del conflitto.
Inoltre tale relazione analizzerà se la  violenza dell'IRA sarà destinata e ripresentarsi in futuro oppure se essa è ormai appartenente al passato del conflitto.
Il lavoro presentato dal docente universitario poggia le basi su una piattaforma di tipo cronologica contornata da interessanti dibattiti ed analisi di vario genere sul tema in argomento.
Il saggio storico in questione risulta un valido strumento di ricerca delle motivazioni che hanno indotto l'IRA a compiere tali operazioni lungo l'arco di tempo della propria attività e, naturalmente da un interessante sguardo a tale struttura.
Ma nel contempo una seria ed attenta lettura indirizzata su diversi punti sia geografici che politici come quello relativi alla situazione nord-irlandese, quello della Repubblica d’Irlanda, quello inglese, quello internazionale.
In buona sostanza si tratta di una interessante  analisi completa e nel contempo equilibrata del movimento dei Provisional che sono stati uno dei movimenti rivoluzionari di un certo rilievo attualmente esistenti al mondo.
Tale organizzazione si è basata su alcuni aspetti trainanti della storia moderna quali la religione, il nazionalismo, la violenza ed il socialismo.
Il relatore prof. Richard English ha tracciato nel corso della sua relazione ciò che avvenne durante l'Insurrezione di Pasqua del 1916 e le relative conseguenze durante il biennio 1919-1921, la divisione dell’Irlanda negli anni Venti e la relativa guerra civile irlandese del 1922-1923, nonché le azioni dell’IRA svolte sia sul territorio dell'Irlanda del Nord che in Gran Bretagna fra gli anni Trenta e gli anni Sessanta.
Sono stati anche analizzate altre cifre di notevole importanza sociale, politica, economica, nonché emotiva come quelle relative alle varie  organizzazioni  per i diritti civili, la presenza delle truppe britanniche nelle strade dell’Irlanda del Nord, la divisione interna dell’IRA, l’introduzione del regime carcerario di internamento nel 1971 e il dramma della Domenica di Sangue del 1972.
Dalla descrizione attenta di tali situazioni, movimenti politici, sociali, culturali il docente universitario ha offerto all'uditorio un chiaro resoconto obiettivo, culturalmente onesto ed esaustivo dal punto di vista storico sull'argomento in questione.
I dati di cui sopra sono stati ampiamente trattati dal docente universitario Richard English nel suo saggio storico "La vera storia dell'IRA" e nello specifico:“La storia, 1916-1963" : pone le basi storiche per una comprensione approfondita della Provisional IRA tuttora operante. In questa sezione si analizzeranno la tradizionale cultura della “forza fisica” presente nella storia irlandese prima del XX secolo, con le sue ribellioni e i suoi segreti, i drammatici eventi dell’Insurrezione di Pasqua (Easyer Rising) del 1916 e la guerriglia che turbò gli anni tra il 1919 e il 1912, la suddivisione dell’Irlanda all’inizio degli anni Venti e la guerra civile irlandese del 1922-1923. Nulla viene tralasciato in quanto tutto rappresenta un punto di riferimento fondamentale per comprendere il pensiero e l’azione dei Provisional. Pertanto, le campagne condotte dall’IRA in Irlanda del Nord ed in  Inghilterra fra gli anni Trenta e gli anni Sessanta rappresentano la linea di discendenza del moderno repubblicanesimo dei Provisional.
Protesta e ribellione 1963-1976”: esamina la nascita dei Provisional a partire dai disordini provocati dal movimento per i diritti civili dei tardi anni Sessanta, e lo fa con dovizia di dettagli e una precisione senza precedenti. Prende in considerazione la reazione dei lealisti (così sono chiamati i cittadini dell’Irlanda del Nord sostenitori dell’appartenenza della regione al Regno Unito) alle agitazioni del movimento per i diritti civili, l’escalation di violenza della fine degli anni Sessanta, il dispiegamento delle truppe britanniche nelle strade dell’Irlanda del Nord, la scissione all’interno dell’IRA in cui ebbero origine i Provisional, l’introduzione dell’internamento senza processo nel 1971, la tragedia della Bloody Sunday del 1972, lo spaventoso numero di omicidi che macchiarono l’inizio degli anni Settanta e la battaglia all’interno della comunità cattolica nord-irlandese tra i Provisional e le forze politiche rivali.
Tra gli eventi più drammatici di quegli anni figurano gli attentati dinamitardi contro l’Inghilterra e i sanguinosi conflitti nell’Irlanda del Nord.
Prigioni e politica, 1976-1988” :  si analizzeranno le drammatiche battaglie carcerarie per la concessione dello status di prigionieri politici ai detenuti repubblicani, che culminò nel 1980-1981 con gli scioperi della fame dei membri dell’IRA (gli hunger striker).
Questa sezione si basa essenzialmente su materiale d’archivio e interviste inedite utilizzate per fornire una descrizione dettagliata di questa fase cruciale della battaglia.
Si esamineranno i cambiamenti avvenuti in seno all’esercito repubblicano verso la fine degli anni Settanta che comportò un diverso approccio organizzativo e strategico e l’adozione di una politica di logoramento bellico a lungo termine per affrontare il conflitto contro la Gran Bretagna. Conseguenza di questo mutamento strategico è stata la successiva campagna militare culminata, nel 1979, con l’assassinio di lord Louis Mountbatten – cugino della regina- e con il tentato omicidio, nel 1984, dell’allora primo ministro inglese Margaret Thatcher.
Nella stessa sezione si analizzerà attentamente l’emergere dei Provisional, negli anni Ottanta, come forza profondamente influenzata e profondamente coinvolta negli sviluppi politici dell’Irlanda del Nord e nei rapporti anglo-irlandesi. 
Pace? 1988-2002":  La politicizzazione del movimento Provisional, definitasi nella formazione del suo braccio politico, il dinamico partito del Sinn Féin, ha reso possibili i cambiamenti di cui si occuperà in cui verrà esaminata la graduale immersione dei Provisional nel processo di pace nord-irlandese durante gli anni Novanta attraverso le trattative con i nazionalisti costituzionali di John Hume e il dialogo, inizialmente prudente, con le autorità  inglesi.
Questi negoziati hanno permesso l’evoluzione di un processo che posto pietre miliari verso la cessazione del conflitto, quali la dichiarazione congiunta anglo-irlandese del 1993, i due cessate il fuoco osservati dall’IRA nel 1994 e nel 1997 e l’Accordo di Belfast (Good Friday Agreement) del 1998.
Questa sezione offre anche la prima riflessione documentata sui motivi per cui l’IRA decise di cambiare atteggiamento in modo tanto marcato durante il processo di pace degli anni Novanta.
Dopo averne narrato le vicende, partendo dai primi anni del movimento e arrivando ai nostri giorni, le conclusioni del libro forniscono un’analisi dell’organizzazione.
Chi erano veramente le vittime?
Quali erano le motivazioni che spingevano i Volontari (così sono chiamati i membri dell’esercito repubblicano) e i  leader rivoluzionari all’azione?
Avevano argomentazioni plausibili per agire in tal senso?
E quali sono stati i risultati, le conseguenze e i retaggi di queste violenze?
Gli stessi membri dell’IRA hanno più volte dichiarato che la loro violenza era motivata dalla irriformabilità dell’Irlanda del Nord e dal livello di estrema ingiustizia che affliggeva la comunità cattolica in quella regione; quelle dichiarazioni sono state confortate da un esame attento e serio alla luce delle prove attualmente disponibili? I membri dell’IRA hanno anche dichiarato che solamente le loro politiche rivoluzionarie e aggressive avrebbero potuto mettere fine al settarismo in Irlanda del Nord, ma gli eventi che si sono succeduti negli ultimi trent’anni sono in grado di supportare questa dichiarazione? In che misura la politica dell’IRA era democratica, settaria o adeguatamente ponderata nel quadro di una struttura anti-colonialista e socialista?
La Provisional IRA ha incarnato quelle che possono essere definite le forze più potenti della storia del mondo moderno: l’intersecarsi di nazionalismo e violenza, la tensione tra nazione e Stato, l’interazione tra nazionalismo e socialismo e la potenza aggressiva dell’identità etnico-religiosa come veicolo del cambiamento storico.
I Provisional hanno giocato un ruolo centrale nelle storie intrecciate dell’Irlanda e dalla Gran Bretagna anche se il loro significato più profondo si irradia ben oltre le politiche di quelle isole e raggiunge il mondo della violenza politica che va al di là della nazione e che oggi sta prepotentemente tornando alla ribalta. L’IRA è stata un’organizzazione molto più ricca, complessa, stratificata e mutevole di quanto non le sia stato riconosciuto, ed è oggi -  dopo la lunga guerra in Irlanda del Nord – molto più disposta ad affrontare un esame equilibrato di quanto non lo fosse qualche anno fa. Come ha recentemente osservato uno dei più abili strateghi politici del movimento repubblicano: «Vedete, è facile fare la guerra. Non dimenticatevelo. È facile perché ci sono i buoni e i cattivi. E non abbiamo neanche bisogno di immaginarci, di capire, di scoprire le ragioni che spingono la gente ad agire in quel modo». (5)

ShinyStat
21 marzo 2009

(1)  E. J. HOBSBAWM, "Il Secolo breve - 1914-1991: l'era dei grandi cataclismi", Rizzoli, 1999;
(2) J. SHERIDAN, "Nel nome del padre", Universal,1993, Irlanda/UK;
(3)  G. CONLON, "Proved Innocent", Penguin Books, 1991;
(4)  BONO, "War" U2, Island, 1983;
(5)  R. ENGLISH, "La vera storia dell'IRA", Newton, 2004, pp. 9-11.

R. ENGLISH, "La vera storia dell'ira", Newton, 2004;
S. CERULLI, “Irlanda del Nord : una lunga strada fra pace e guerra”,  Massari, 2000;
G. ADAMS, “Prima dell'alba : autobiografia del leader del movimento di liberazione irlandese”,  Gamberetti, 1999;
P. BEW PAUL, “Northern Ireland, 1921-1996 : political forces and social classes” , Serif, 1996;
P. NASO, “Il verde e l’arancio”, Claudiana Editrice, 1996;
B. SANDS, “Un giorno della mia vita : l'inferno del carcere e la tragedia dell'Irlanda in lotta”,  Feltrinelli, 1996;
G. ADAMS, “ Per una libera Irlanda : storia e strategia del movimento repubblicano irlandese”, Gamberetti, 1996;
G. ADAMS, “Per la pace in Irlanda”, Manifestolibri, 1995;
G. ADAMS, “Strade di Belfast : storie di vita quotidiana sullo sfondo della lotta di liberazione”, Gamberetti, 1994;
U. GUDMUNSON, “Lotta di liberazione in Irlanda : tra cronaca e storia”,  Jaca Book, 1972.

cronologia pacificazione
la copertina del saggio del prof. English