Il Circolo Culturale “L’Agorà” ha organizzato una nuova conversazione da remoto sulla Rivolta di Reggio Calabria del 1970. I fatti di Reggio furono un evento importantissimo legati al periodo storico italiano e non solo, la più grande rivolta spontanea e popolare d’Europa dopo la seconda guerra mondiale. Il Circolo Culturale “L’Agorà” non è nuovo a queste iniziative, organizzando a far data dal 2000 diversi momenti di riflessione su tale periodo storico che rappresenta la ribellione urbana più lunga che la storia della nostra repubblica ricordi, con migliaia di feriti, arresti, diverse vittime sia tra i civili che tra le forze dell’ordine. “Violenza fisica e psicologica subita dai civili durante i Moti del ‘70” è il titolo della conversazione, facente parte del ciclo di incontri che si svolgeranno per tutto il mese di luglio a riguardo i moti di Reggio del 1970. I fatti di Reggio furono un evento importantissimo legati al periodo storico italiano e non solo, la più grande rivolta spontanea e popolare d’Europa dopo la seconda guerra mondiale. La nuova conversazione, organizzata dal sodalizio culturale reggino ha come tema “Violenza fisica e psicologica subita dai civili durante i Moti del ‘70”. Alla stessa ha partecipato, in qualità di gradito ospite, il Segretario Generale FastConfsal Calabria Vincenzo Rogolino. In buona sostanza si è assistito ad una conversazione caratterizzata da un franco e spontaneo dialogo tra le parti e nel corso della quale, avvenuta in modalità remota, sono stati affrontati gli argomenti più scottanti inerenti il periodo della Rivolta di Reggio. Interesse particolare ha suscitato l’approfondimento del tema sulla violenza fisica subita dai civili ma ancor più di quella psicologica. Il gradito ospite del sodalizio culturale reggino, estremizzando il racconto, ha evidenziato che ai cittadini è pesato di più il danno psicologico piuttosto che quello fisico, soprattutto nella fase che vide un Governo nazionale che da un lato fingeva di voler dialogare promettendo e garantendo soluzioni per la città, dall’altra inviava uomini ed armamenti finalizzati alla repressione. La repressione psicologica si manifestò attraverso intimidazioni e costrizioni, obbligando un’intera popolazione a piegarsi e ad accettare l’imposizione contro la propria volontà. Limitazione dei movimenti, della carta stampata ed altro furono i segnali inequivocabili – afferma Vincenzo Rogolino – di detta repressione. In un clima di guerra civile chi subì veramente le conseguenze furono i due fronti contrapposti, quello delle forze dell’ordine da un lato e quello dei manifestanti dall’altro. Entrambi figli del proletariato – prosegue Rogolino – costretti da un Governo ingrato a scontrarsi in nome di una legalità spesso ignorata a livello nazionale. Altro aspetto emerso nel corso della conversazione è stato quello sul ruolo di due giganti del momento: Emilio Santillo, investito della carica di Questore di Reggio Calabria nel 1969, ruolo che assunse durante i Moti del 1970, e nel settembre 1972 divenne questore di Genova. L’altra figura è quella dell’Arcivescovo metropolita Mons. Giovanni Ferro che fu sempre vicino alla Città ed a tutta la popolazione nei tragici momenti dei Fatti del ’70: il 4 ottobre dello stesso anno si riversarono in piazza Duomo oltre 10.000 persone per esprimere il loro sentimento di affetto e ringraziamento all’arcivescovo metropolita. Furono loro, attraverso i loro comportamenti, che seppero fare argine ad una situazione destinata, diversamente, a provocare migliaia di morti e feriti – afferma Vincenzo Rogolino. Il Questore Emilio Santillo – prosegue il gradito ospite del Circolo Culturale “L’Agorà” - , al culmine degli scontri, fece accasermare le forze dell’ordine, mentre Mons. Giovanni Ferro fece suonare tutte le campane delle chiese cittadine e, dal sacrato del Duomo si appellò alla popolazione affinché cessasse ogni forma di violenza e di rivolta. Altro aspetto sottolineato quello che il sistema non volle e non seppe chiedere scusa alla Città per i torti e le violenze subite: vergogna per uno Stato democratico – conclude Rogolino. Tenuto conto dei protocolli di sicurezza anti-contagio e dei risultati altalenanti della pandemia di COVID 19 e nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data dal 22 luglio.