È stato presentato dal Circolo Culturale “L'Agorà”, presieduto da Gianni Aiello, il libro di Andrea Paolo Ferraresi -” Veni,vidi,vici, bici... da 0 a 139 anni”, pubblicato dalla Cavinato Editore International.
Il romanzo è composto da variegati indirizzi narrativi, ognuno a se stante, sollecitando così la curiosità del lettore per dare alle diverse storie narrative una chiave di lettura unitaria.
I lavori della serata sono stati a cura di Antonino Megali (socio del sodalizio culturale organizzatore) che ha esordito affermando che “Già il titolo incuriosisce”. La frase sintetica con la quale Cesare annunziò al Senato la sua vittoria su Fàrnace, figlio di Mitridate, e che si usa per riferirsi alla rapidità di un successo, è unita alla …Bici .
Non si tratta solo di una scontata e banale questione di rima, né l’autore vuole azzardare paragoni impossibili, in quanto la protagonista di questo manuale per la felicità adatto ai lettori da 0 a 139 anni è proprio la bici.
La frase latina è pertanto la conseguenza di un lungo viaggio sulle due ruote. Ma concedetemi un passo indietro. Oggi è ritornata la passione per la bicicletta, ma fin dalla sua apparizione non ebbe una vita facile.
Si affermò nell’Italia di fine ottocento come status symbol delle classi agiate.
Poi col passar degli anni, divenne mezzo di locomozione dei meno benestanti. E mentre a Parigi l’attrice Sarah Bernhardt percorreva gli Champs Ẻlysées in bicicletta, l’uso del mezzo veniva fortemente sconsigliato alle italiane anche perché per salire in sella la donna doveva indossare il pantalone.
Una canzone se la prendeva con la” Donna così screanzata” che “la gonna alle ortiche ha gettata”. Matilde Serao, prima di convertirsi alla “passione modernissima”, aveva inveito contro” l’atroce macchina” che destava “un moto di paura e di disgusto”.
Il campanello posto sul manubrio piacque a Giovanni Pascoli, “la piccola squilla, dà un palpito e va… dlin…dlin…
Pure Guido Gozzano lodò il velocipede :” Volò, come sospesa la bicicletta snella…
Il poeta bolognese Lorenzo Stecchetti ionizzò sulla polemica che scoppiò dopo l’annunciata tassa sulle due ruote:”Né molto andrà che per voler sovrano avrete un contator fra i due ginocchi e la marca da bollo al deretano”.
Tra questi pro e contro s’inserisce il solito Lombroso che se la prende con la bicicletta, strumento di delitti, di furti e causa di pazzia, patologia a cui diede il nome di Ebefrenia biciclica.
Neanche sul nome da dare al nuovo mezzo di locomozione ci fu l’accordo. Si chiamò, di volta in volta, pensate un po’, cavallo di legno, celerifero, velocifero, draisina, velocipide, bicicletto,bicicletta e ora bici per abbreviazione.
Ma torniamo al libro – continua Antonino Megali – e al suo autore.
Andrea Paolo Ferraresi, sognava di diventava calciatore, per poi diventare ingegnere e poi, confermando la profezia di un suo amico che lo considerava piuttosto strano “tu finirai per scrivere”, scrittore.
IL viaggio in bici, oggetto del romanzo è la metafora del viaggio più o meno breve che ognuno noi fa durante la sua vita.
Si svolge, nel libro in ventuno tappe.
Ogni tappa racconta una storia diversa, sempre a lieto fine, ed è costellata da incidenti, contrarietà, ma tutte superabile come nella vita con serenità purché si aiuti sempre chi ha bisogno.
Ma la mancata osservanza di certi principi porta, secondo l’autore, alla solitudine. Nelle varie tappe assistiamo a quello che avviene nella vita: nascono amori, nuove amicizie, e si ricompongono antiche inimicizie.
I protagonisti sono trentacinque, alcuni dei quali hanno soprannomi tutti particolari: Duplo, Festa, Pioggia, Moka, Africo, lo Zar, Treno, Sofeo. Vi è alla fine del giro un vincitore. Ma ai fini del messaggio che il manuale vuole inviare, è assolutamente ininfluente che sia uno o un altro tra i trentacinque protagonisti.
La morale finale è come se avessero vinto tutti insieme, così come nel percorso della vita si vince se vi è accordo tra gli uomini.
Diciamo subito che questo messaggio, di prendere la vita come gioco, di risolvere i problemi quotidiani o esistenziali con animo leggero, ispirarsi a comportamenti che rendano le persone più consapevoli e felici, non ci ha mai convinto in nessun periodo della vita.
Il buonismo, la solidarietà, la pace, la fraternità, sono principi tutti belli ai quali è lecito aspirare, ma difficilmente realizzabili.
Facciamo pur del bene al nostro prossimo, ma cerchiamo anche di ragionare su ciò che dura che rimane, che è eternamente vero, giusto o ingiusto senza affidarci ai luoghi comuni.
Dobbiamo aggiungere a favore del nostro autore che mentre leggevano questo libro, gli occhi sono andati su una sorta di decalogo pubblicato dal settimanale Panorama e, neanche a dirlo, ispirato a ricerche di illustri psicologi che aiutano a pensare positivo, a crearci una “vie en rose”.
Ecco l’elenco dei segreti delle persone che vedono rosa.
1 ) Afferrano le opportunità senza pensarci troppo.
2) Celebrano le occasioni.
3) Amano dormire
4) Aiutano gli altri.
5) Passano oltre.
6) Trovano soluzioni.
7) Viaggiano.
8) Si circondano di persone felici.
9) Ascoltano.
10) Non giudicano.
Alcuni di questi segreti sono il filo conduttore di questo Veni,Vidi, Vici, Bici.
Ma noi confortati dal parere di altri psicologi citati dallo stesso settimanale, preferiamo vedere le cose usando un diverso giudizio critico.
Non un sano realismo, ma il cinismo, secondo un altro studio, fa malissimo perché triplica il rischio di demenza senile.
Nel breve preambolo dedicato ai lettori, l’Autore scrive che la dedica migliore la rivolge a coloro che con coraggio gli diranno: È il peggior libro che abbia mai letto!
Senza sentirci particolarmente coraggiosi, gli chiediamo d’inserirci in questa (ipotetica?) lista, richiesta con intelligente provocazione. È il peggior libro mai letto.
La parola è passata ad Andrea Paolo Ferraresi autore del saggio ” Veni,vidi,vici, bici... da 0 a 139 anni”, che ha parlato del romanzo in oggetto per esprimere come non sia solamente un libro di svago: infatti l’autore considera la letteratura come un mezzo importante, anzi fondamentale per saper rispondere ai problemi di oggi: disoccupazione, solitudine, rapporti interpersonali difficili, amicizie spezzate, fallimenti.
Il romanzo nasce da scelte di vita positive vissute dall’autore, a volte ispirate da libri (per esempio si può citare “Più dai, più hai (Give and take)” dello scrittore Adam Grant) o da insegnamenti ricevuti.
Queste scelte hanno portato l’autore a raggiungere traguardi e soddisfazioni, così questo romanzo rappresenta un modo per raccontare il percorso dell’autore verso tali decisioni e i risvolti positivi che hanno avuto.
In un certo senso il romanzo rappresenta un manuale di insegnamenti per definire quelle qualità che portano al successo.
Per illustrare come determinati approcci ai problemi di tutti i giorni possono aiutare a risolverli, il libro è ambientato in un Giro D'Italia di ciclismo.
Come la vita anche il ciclismo è un ambiente competitivo ed in questo scenario è quindi possibile mostrare come i personaggi, ciclisti e non, affrontano le varie tappe per conseguire successi personali e vittorie sportive.
Sono tantissimi i protagonisti del libro, molti di loro contribuiranno a determinare il vincitore finale della corsa ma prima di tutto raggiungeranno i loro personali successi di tappa.
Sullo sfondo di questi successi sportivi quello che emerge sono i valori di cui ciascun personaggio è portatore. Valori che portano un personaggio a costruire un'amicizia, un altro a recuperare il rapporto con il padre, un altro a iniziare una storia d'amore, un altro a concentrarsi sulla famiglia, altri a trovare una soddisfazione professionale.
C’è il rischio che il libro sia banale? Al contrario è ricco di sorprese! Ogni vittoria personale e sportiva contenuta nel libro non sarà conseguita in modo ovvio.
A vincere nel libro (e spesso nella vita) non è il più ricco, il più forte, il più fortunato, il genio, il bello, il famoso. Ci sono molti modi di vincere ed è compito del libro mostrarli.
Per vincere i protagonisti del libro dovranno battere i più forti e i favoriti: ci riusciranno operando scelte controcorrente, vivendo con gioia le opportunità che si presentano loro, soprattutto accettandosi come sono.
Le scelte compiute dai personaggi sono spesso controcorrente e si contrappongono ai modelli e alle convenzioni che la società di oggi trasmette: secondo l’autore queste ultime sono sbagliate perché non portano al successo, ma ad essere alla mercé dei più forti, dei potenti.
Secondo l’autore, invece, le scelte da affrontare nella vita vanno vissute con gioia per scrollarsi di dosso tutte le paure e le insicurezze che nascono quando si affrontano esperienze nuove.
Ogni istante va visto come un’opportunità, con occhi positivi. L’arcobaleno della copertina vuole richiamare proprio questa allegria e ottimismo.
In questi momenti, inoltre, l'accettazione di se stessi è un pre-requisito per poter battere gli avversari, altrimenti se non si accetta ciò che la vita ci presenta si perde in partenza.
Questo libro è spezzato in due parti, la prima parla di un matrimonio, la seconda della corsa ciclistica. I protagonisti sono più di venti.
Eppure il libro ha la sua unità nel messaggio che vuole trasmettere: come la collaborazione tra persone può trasformare dei brutti anatroccoli in bellissimi cigni.
Si può prendere come esempio Arco, un personaggio particolare perché poco più che maggiorenne abbandona famiglia e amici per iniziare a viaggiare, senza sapere se e quando sarebbe ritornato. Arco è un esploratore, un viaggiatore, che inizia il suo viaggio dall’India.
Poi non viene detto più nulla della sua esperienza tra il momento iniziale del viaggio e quando lo ritroviamo in fuga al Giro D’Italia, ma al lettore viene spiegato come il suo viaggio ha presentato parecchie difficoltà, spesso ha portato delusioni, perché Arco si è recato in posti a lui sconosciuti. In un viaggio ogni cosa può andare bene o male, ma Arco non si è mai fermato di fronte alle disavventure, alla fatica, alle sfortune, agli errori. Invece ha accumulato quel bagaglio di esperienze che poi riutilizzerà durante la corsa.
Un altro personaggio piuttosto eccentrico è Galileo, perché ha sempre faticato a trovare una sua dimensione, è sempre andato alla ricerca di realtà diverse rispetto a quelle in cui viveva.
Un pesce fuor d’acqua, come quello che vediamo in copertina. Per cui Galileo è una persona che sperimenta, che si cala in realtà nuove, un po’ per attitudine caratteriale e un po’ perché costretto dal non trovare mai la quadratura del cerchio, anche nel ruolo professionale che si è ritagliato inizialmente.
Questo atteggiamento verso la vita porterà anche lui a raggiungere un successo che non sarà una vittoria in bici ma qualcosa di altrettanto importante.
Un terzo personaggio è Treno: è un giovane esuberante, arrembante, ma anche inconcludente. Si arrende presto alle prime difficoltà.
Eppure, a differenza di tanti altri giovani, nel momento in cui si trova sommerso dai problemi e scoraggiato da alcuni fallimenti, Treno sa trovare una guida e la segue con fiducia.
Un quarto ciclista è Fortunato. Fortunato si è accorto da sé che il detto “sbagliando si impara” può essere fuorviante, perché ogni errore è soltanto la prova che la scelta compiuta è sbagliata, ma l’errore spesso non svela quale possa essere l’approccio corretto al problema che si ha di fronte.
L’allenatore invece aiuta Fortunato a concentrarsi su ciò che a Fortunato riesce bene in prima battuta, trascurando l’analisi degli errori. E Fortunato segue con successo questa indicazione.
Questi quattro personaggi, presi a caso, hanno comunque diverse caratteristiche in comune: una buona dose di fiducia verso chi sa offrire consigli e la voglia di sperimentare, di provare e riprovare varie strade fino a trovare la propria.
I personaggi in generale hanno come caratteristica quella di essere pronti ad accettare ciò che la vita offre e pronti a investire tutta la loro passione nel cercare di costruire una realtà più consona al loro essere, che permetta loro di raggiungere il successo.
Un’altra caratteristica comune ai personaggi, inoltre, è quella di inseguire il proprio successo personale senza che ciò li renda persone egoiste.
È importante per i personaggi realizzarsi nelle loro vite per essere felici, ma molti di loro riusciranno a completare la loro crescita proprio grazie a profondi atti di generosità che costano loro fatica e sforzi.
Eppure proprio dall’essere stati generosi nasceranno quelle condizioni che li porteranno ad affermarsi.
Per questo il libro nasconde all’interno delle sue storie vicende che sono state attimi di felicità piena.
Descrivere come questa felicità arrivi è un modo per l’autore di condividerla con tutti i lettori: in fondo l'obiettivo del libro è fornire al lettore l'energia per affrontare la vita nei momenti di difficoltà, e magari anche qualche buona soluzione.
Siccome la vita presenta problemi di vario tipo, ecco che ognuno dei personaggi ne affrontino ognuno uno diverso.
Eppure in molti di loro si riscontrano elementi comuni: ad esempio il personaggio Festa, e come lui Cosimo, Re di Cuori ed Eclo, approccia la vita come se fosse un gioco, senza preoccuparsi se le decisioni che deve prendere hanno un impatto su questioni fondamentali come la carriera lavorativa o secondarie e quindi più facili da prendere a cuor leggero.
Questi personaggi sanno mettere da parte la paura e prendono le decisioni serenamente, perché sanno quel che vogliono. Quanto sia importante il gioco lo si vede anche nel titolo del libro, “Da 0 a 139 anni”, parole che giocano sulla indicazione dei puzzle che definisce l’età appropriata.
Oppure nel sottotitolo, che si rifà all’idea della vita come una giostra, come un viaggio.
Da tutti questi elementi emerge come questo libro si distingue da quelli normalmente in commercio: mentre i libri, anche quelli più importanti che hanno costituito il retroterra culturale dell’autore, sono spesso pessimisti e mettono in luce i problemi, quasi ogni capitolo di questo libro presenta in poche righe soluzioni escogitate con ampie dosi di ottimismo.
Non viene presentata, se non in brevissimi accenni, la sofferenza dei protagonisti; viene messa in luce la loro risposta alla sofferenza, i loro successi.
L’autore ha fortemente voluto scrivere il libro per avere una cassetta degli attrezzi per affrontare la vita: attrezzi pronti all’uso, proprio perché sono stati inquadrati in situazioni e vicende romanzesche che sono facili da tenere a mente, da ricordare al momento opportuno.
Inoltre, il libro si apre con un vademecum, ossia l’elenco dei capitoli con una brevissima descrizione e l’elenco dei personaggi: l’autore vuole fornire al lettore tutti gli strumenti, anche attraverso i nomi dei protagonisti scelti per richiamare le caratteristiche che li contraddistinguono, per ricordare gli insegnamenti proposti.
Questi insegnamenti ispireranno il lettore: infatti presentare come è possibile raggiungere i successi permetterà al lettore di trovare le energie per cercare con più convinzione di prima il proprio personale successo.
È importante comunque ribadire come, anche se il successo è personale, la collaborazione è al giorno d’oggi la maniera più semplice per raggiungerlo. Come dimostra ad esempio il personaggio Domenico, nella società di oggi chi vince è colui che aiuta i propri colleghi a raggiungere i loro successi.
Forse una volta si diventava capi di un’azienda sgomitando, conquistando promozioni a scapito di altri colleghi, custodendo segretamente le competenze maturate. Oggi chi si comporta così viene esautorato dalla società, dall’ambiente in cui vive.
Proprio la società di cui si fa parte giocheranno un ruolo importante.
Questo si vede nettamente nella vicenda del matrimonio:Rosa e Domenico sono una coppia innamoratissima, ma desiderano la conferma di poter contare sull’apporto dei loro conoscenti e amici.
Per cui decidono in maniera molto curiosa di affrontare delle prove per capire se sono pronti ad affrontare una vita matrimoniale. Per superare queste prove avranno bisogno dell’aiuto di tutte le persone che hanno conosciuto durante la loro vita. In particolare, una prova sarà superata soltanto grazie all’apporto del personaggio Camillo che è stato esautorato dal gruppo per via di un atto che molti non hanno compreso.
Quindi l’autore mette in evidenza come sia fondamentale, per essere felici, recuperare anche quei rapporti che si sono interrotti bruscamente, anche quando i motivi sono gravi.
Questo perché tutte le persone possono dare un contributo importante e tutti necessitiamo dell’aiuto di tutti, anche di chi è un nemico.
L'intervento dell’autore è stato particolarmente apprezzato e ha stimolato un vivace dibattito, il quale è stato oggetto di molte domande e considerazioni inerenti al tracciato narrativo di ” Veni,vidi,vici, bici... da 0 a 139 anni” di Andrea Paolo Ferraresi .
22 agosto 2014
la manifestazione