L’incontro con il neo assessore ai Beni Culturali del Comune di Reggio Calabria, Vanna Argentino Mazzitelli, ha avuto lo scopo precipuo di istituire rapporti di chiarezza e trasparenza tra la città e l’amministrazione comunale, soprattutto in un campo, quale è quello dei beni culturali, che fino ad oggi è sembrato essere quasi esclusivo appannaggio di una ristretta élite culturale e burocratica, con un modello assolutamente anacronistico a ciò che avviene nel resto delle città italiane ed europee.
Il dibattito è stato animato dal presidente del sodalizio reggino che nel corso del suo intervento ha ricordato ai presenti le iniziative promosse negli ultimi anni dall'associazione come la petizione relativa allo spostamento della statua dell'onorevole Biagio Camagna nel suo sito originario, nella piazza omonima, o alle varie proposte fatte dal sodalizio reggino, come quelle relative all'abbellimento del lungomare con statue che ricordino il passato della città e non ultimo quella relativa ad un Museo delle armi antiche moderne presso il Castello Aragonese.
Alla possibilità di effettuare dei collegamenti transnazionali e multiculturali allo scopo di collegare Reggio con altre città sulla base di tematiche comuni del turismo culturale e dell’uso di beni culturali che si hanno in comune.
L'intervento di Gianni Aiello si è poi indirizzato alle tematiche relative alle varie iniziative relative al progetto "Reggio Città d'arte" ma nel contempo si è chiesto quali percorsi turistici sono stai realizzati in città, per mancanza di strutture atte ad offrire musica, cinema, mostre, convegni, posti letto per i turisti come alberghi, campeggi, agriturismi, bed & breakfast.
Infine, il presidente dell'Associazione ha proposto la possibilità di promuovere forme di vacanza e prodotti turistici sperimentali, soprattutto nelle nicchie di mercato come per il settore attinente ai disabili, quello degli studenti, degli anziani e valorizzando il nome delle città.
«Il patrimonio culturale potrebbe rappresentare per la nostra Città un momento d'offerta culturale e turistica - ha sottolineato Gianni Aiello - con importanti effetti sull'occupazione, tuttavia non ci si rende ancora pienamente conto del vero potenziale di tale patrimonio, né delle possibilità di ulteriore innovazione.
Il punto di partenza dell’incontro è proprio la decisa volontà della cittadinanza di Reggio di fare diventare i propri beni culturali, monumentali, archeologici, museologici da risorse a ricchezze, vero volano di sviluppo economico e turistico della città».
La parola è passata poi all'assessore Mazzitelli che si è trovata concorde sulle proposte fatte dal Circolo Culturale L'Agorà relative allo spostamento della statua dell'illustre reggino Biagio Camagna ed anche alla destinazione Castello Aragonese a Museo delle armi.
Il neo-assessore ha tracciato un quadro della situazione illustrando le linee guida degli interventi previsti dall'Amministrazione Comunale, come la riqualificazione del Castello Aragonese, la realizzazione del Museo civico, la pinacoteca e naturalmente gli scavi archeologici in città, tra cui quelli di Piazza Italia.
«Quando parlo di Piazza Italia - precisa l'assessore Vanna Argentino Mazzitelli - penso che bisognerebbe lavorare in sinergia, per dare ai cittadini la possibilità di fruire di questi spazi.»
Si è parlato della salvaguardia di chiese e monumenti, dell’immagine della città, rappresentata dai Bronzi di Riace ma non solo, dell’incremento della conoscenza del nostro patrimonio storico e culturale nelle scuole cittadine, delle emergenze archeologiche, del ruolo che la “memoria storica” deve giocare
all’interno della città/polis, delle professionalità locali soffocate da un modello che non è riuscito ad evolversi rispetto alla mera presenza degli eruditi locali.
Una carrellata all'insegna di uno slogan "Se non si conosce non si ama", come dire il modo più diretto per far sì che i cittadini si riapproprino della storia della città, degli spazi, per imparare anche a rispettarli è proprio quello della conoscenza.
«Perchè - precisa Daniele Castrizio - in questo particolare momento storico, siamo tutti cosmopoliti ma non apolidi, quindi dobbiamo traghettare in questa nuova cultura la nostra identità storica».
Dal dibattito, alquanto animato dagli interventi dei presenti, si è potuto evincere che la cultura e le attività ad essa associate rappresentano una fonte di occupazione ed inoltre uno strumento decisivo per la rigenerazione di aree socialmente ed economicamente sfavorite, e può in tal senso svolgere un ruolo positivo agevolando l'integrazione sociale.