Il fulcro dell'incontro poggia l'attenzione sul confronto tra le due avventure che hanno affascinato intere generazioni di studiosi ma nel contempo si inserisce in una più ampia visione di confronto con i ragazzi delle scuole.
Il relatore, il navigatore solitario Tom Pacino, durante la sua relazione, ha descritto e differenziato le rotte dei due epici eroi, mettendo in rilievo le difficoltà che si incontrano in mare oggi,e che allora apparivano insormontabili.
Secondo Omero Ulisse fece un lunghissimo viaggio, addirittura arrivando persino alle tempestose colonne d'Ercole (Stretto di Gilbiterra) che sono distanti mille miglia dal punto che interessò l'eroe omerico, nella fattispecie Capo Malea , nel Peleponneso, fino a Gibilterra.
L'ipotesi che avanza il comandante Pacino è che una nave dell'epoca trovandosi alla deriva poteva effettuare circa due miglia l'ora (anche perché l'equipaggio avrebbe fatto di tutto per non farsi scarrocciare).
«Con questa velocità -continua il relatore- dopo una navigazione di nove giorni e nove notti, tanto durò la tempesta narrata da Omero, Ulisse avrebbe raggiunto la Cirenaica.
Quindi coincide con il fatto che in quel punto c'era la produzione del loto, come narrato da Omero, cosa che non è mai esistita in quel di Gibilterra» .
Tom Pacino avanza un'altra suggestiva ipotesi relativa a Scilla e Cariddi che non coincidono con la narrazione omerica e che per la cittadina tirrenica di Scilla c'è uno Skilla nella zona dell'Epiro tra Corfù e l'Eucade.
Per quanto riguarda la rotta di Enea tutto coincide con la narrazione omerica tranne l'attraversamento dello Stretto di Messina, che non venne effettuato.
Enea sviluppò un percorso alternativo che fu quello di realizzare una rotta alternativa facendo il giro della Sicilia, passando Drepano (l'attuale Trapani) e fondando la città di Segesta.
Mentre Enea è considerato essenzialmente un uomo “di pace" che porta in salvo i cittadini superstiti della città di Troia, messa a ferro e a fuoco dai greci, Ulisse appare come un eroe più spietato, che attraverso una rotta più a sud di quella seguita da Enea, non disdegna di effettuare azioni di razzie, cacciandosi nei guai a Capo Malea e andando alla deriva a Jerba.
Tutto ciò costituisce lo spunto dal quale nasce la teoria su "l'Ulisse" da parte di Tom Pacino, il quale afferma l'impossibilità di arrivare così lontano navigando sottovento, mettendo in discussione le teorie di Omero che pur essendo un bravo scrittore non era un buon navigatore.
Secondo Pacino, le stesse imbarcazioni non erano adeguate a viaggi così lunghi e pericolosi, e per questo la "deriva" di Ulisse finì nell'area della Cirenaica.
La narrazione di Tom Pacino è risultata alquanto suggestiva ed il racconto da parte dello stesso relatore ha raggiunto il suo apice quando lo stesso ha annunciato per il prossimo 1 agosto il percorso che intraprenderà per compiere una vera impresa, il giro del mondo toccando le coste di
Il fautore del "Progetto Enea", viaggio che lo stesso avrebbe dovuto percorrere, attraverso l'itinerario seguito proprio da Enea, e che si è interrotto nella scorsa estate per cause di forza maggiore, tenterà di riprendere ciò che ha lasciato incompiuto il prossimo mese di aprile, preparandosi poi per la sfida più importante, che lo vedrà impegnato in un tragitto che dopo il Mediterraneo, solcherà le acque degli Oceani Atlantico, Pacifico Indiano, e infine il Mar Rosso.
Un impresa ardua, che sarà affrontata a bordo di un gommone di 10,60 metri di lunghezza e 3,60 metri di larghezza, munito di un motore entro bordo diesel di 140 cavalli turbo e di una vela per la navigazione al lasco.
Il natante è munito di 23 paratie stagne riempite di poliuterano espanso a cellula morta che in caso di avaria risulterebbe inaffondabile.
L'imbarcazione ha una autonomia a motore di duemila miglia e per quanto riguarda la cambusa una autonomia di sei mesi di navigazione.