Altro appuntamento organizzato dal sodalizio culturale inserito all'interno dell'edizione 2008 dei "Pomeriggi Culturali" e relativo alle tematiche ambientali.
Questa volta si parla degli aspetti relativi all'erosione delle coste, tema questo che riguarda anche il territorio.
Il motivo di questa relazione è stato quello di suscitare un dibattito sociale e culturale nella Città .
Il territorio costiero è un percorso finale del ciclo idrologico , perciò è necessario tener conto di tutti quei fattori importanti che sono concorrenti ad un corretto equilibrio dell’interesse umano e naturale .
Vi sono oggi molti studi che sono Il frutto di fatiche di gruppi di studiosi a seconda dei loro interessi
e delle loro specializzazioni .
Ritengo utile quindi proseguire in questi intenti , sperando di suscitare un interesse utile e proficuo .
Vi sono delle fasi essenziali, di cui occorre tener conto, per avere una visione completa delle dinamiche erosive delle coste calabresi e del mediterraneo .
È importante quindi esaminare queste componenti , che non sono a se stanti , ma interagiscono determinando condizioni variabilissime per l‘equilibrio costiero .
A) Fase astronomica : E‘ nota l’attrazione lunare sulle acque e sui fluidi interni nella terra .
Nel mediterraneo essa è poco apprezzabile, (qualche centimetro), tuttavia l’importanza del fenomeno è relativo alle condizioni di flusso e riflusso nello stretto di Messina, in particolare .
L’allineamento del sole , luna e terra sullo stesso asse, è detto il fenomeno delle sigizìe e determina condizioni massime di flusso nello stretto .
Nelle condizioni di quadratura, il sole e la luna formano rispetto alla terra un asse ad angolo retto. (Condizioni di riflusso) .
Questi fenomeni astronomici, determinano le correnti di flusso nello stretto creano delle distese d’acqua enormi , tenendo conto della sezione ristretta ad imbuto, dove la larghezza dello stretto tra punta Pezzo e Ganzirri è di 3 ,5 Km e la profondità è circa 120 metri .
B) Fase delle correnti marine :La corrente di litorale : essa è molto moderata, (la sua velocità è stimata nelle 4 miglia per 24 ore E. Cortese) .
È interessante seguire le migrazioni degli sciami di tonni , per vedere che essi avanzano contro corrente per il motivo della riproduzione .
Essi tengono la sinistra .
Dai movimenti dei pesci , si osserva che essi arrivano prima nelle tonnare di Pizzo e Bivona (E. Cortese) e poi in Sicilia .
La corrente litorale entra dal golfo di Taranto e tenta di entrare nello stretto , ma è contrastata dalla corrente di marea e scompare al largo di Taormina , poi riprende al di là dello stretto.
Anche il pesce spada , in solitudine , naviga contro corrente , infatti viene prima pescato sotto Palmi e poi a Bagnara e Scilla , nello stretto.
Al rimbalzo che la corrente di riflusso urta sul fondo e risale alla superficie , dove si genera un movimento analogo a quello prodotto all’elica di un piroscafo che va all’indietro.
La corrente di flusso viene da Sud dove lo stretto ha una larghezza di 17500 metri e una profondità di 1200 m ; quella di riflusso viene dal largo dove si ha una distesa d’acqua enorme (entra con una velocità di 2 minuti e 50 al secondo , forse di più) punta Pezzo e Ganzirri , dove la larghezza dello stretto è di 3500 metri e la profondità massima è di 120 metri.
Per le traversie , si osserva che la costa calabrese da punta Pezzo a capo d’Armi è esposta ai venti di mezzogiorno – libeccio S. S.O. Nel tratto meridionale tra Capo d’Armi e Capo Spartivento la traversia dominante è di Scirocco . S S.E.
Allorquando la velocità dell’acqua sorpassa la resistenza dei materiali , componenti le rocce deposte nelle coste e nei lidi di litorale , forza critica, il fondo o le rive costiere cominciano ad erodersi .
I fenomeni erosivi sono molto vari a delle caratteristiche idrogeologiche, ma è possibile classificare due grandi classi:
La fragilità idrogeologica, il fenomeno di bradisismo lento, poi tende a far immergere i litorali facendo si che le forze delle particelle delle rocce, vengano vinte dalle acque che guadagnano così spazio, distruggendo le spiagge.
Se poi si aggiungono le azioni antropiche, con la distruzione della flora costiera e gli insediamenti , opifici, porti o costruzioni in genere, ci si può rendere conto dei molteplici aspetti che occorrerebbe approfondire per cercare di attuare le azioni conservative dei litorali.
Alla luce di tutti questi fenomeni non è semplice né prevedibile effettuare delle corrette azioni che possano avere azione efficace per contrastare i fenomeni dei nubifragi nelle coste calabresi.
Le azioni di programma dovrebbero tener conto di una dinamica marina che muta continuamente e quindi rende precarie le opere umane.
È essenziale monitorare le spiagge ed effettuare dei lavori di manutenzione dei litorali intervenendo per quanto possibile per controllare i fenomeni erosivi, stabilizzando le antiche dune costiere, che potrebbero frapporre una certa resistenza dinamica all’azione erosiva delle acque.
Purtroppo ad oggi, ritengo non sia possibile rimediare ai danni dei marosi , specialmente nelle zone ad elevato rischio idrogeologico.