Un film di 80' in bianco e nero, tratto dall'omonimo romanzo della sorella scrittrice Anna, che collabora alla sceneggiatura dello stesso.
Si parte dal testo letterario nel quale sono presenti una sequela di circostanze forti dal punta di vista drammaturgico, una tipologia di cinema noir che viene elaborata in un certo qual senso in cinema psicologico.
Una città come Milano, anche se la stessa metropoli si vede poco durante le scene del film, ma che si avverte nelle stesse, ma anche, come afferma lo stesso regista quelle attitudini come «la solitudine di una grande città, il bisogno di attaccarsi all'amicizia per riempire gli spazi vuoti dei palazzi, la violenza che può nascere all'interno dei vuoti metropolitani, una specie di “grado zero” nei rapporti tra le persone per la strada».
Il racconto visivo riassume, in sintesi, quanto sopra riportato, rivolgendo la sua attenzione anche all'epopea storica dei percorsi cinematografici degli anni cinquanta.