Grazie al supporto del dottor Claudio Sabbione si è parlato dell'importante centro, fondato dai Locresi , essendo una delle poleis greche in Occidente le cui notizie sono state tramandate sin dai tempi antichi e testimonianza di ciò sono le fonti di Strabone, Dionisio d'Alicarnasso, Dionisio il Periegeta e Polibio.
La sua fondazione non è certa, visto che vi sono due tesi che le fonti letterarie ci hanno tramandato: quella di Eusebio, vescovo di Cesarea (IV secolo d.C.), che indica l'anno 673 a.C. e quella di Strabone (geografo greco di età augustea), che asserisce che la fondazione del centro jonico reggino fosse avvenuta poco dopo la fondazione di altri due importanti centri, come quello di Siracusa (733 circa a.C.) e di Crotone (710 circa a.C.) .
Quindi la fondazione di Locri Epizephiry sarebbe da collocare entro la fine dell'VII secolo a.C. , anche se recenti studi avvalorano la tesi di Strabone.
Nel 530 a.C. i Locresi sconfissero i Crotoniati nella battaglia della Sagra.
Questo fiume (conosciuto con diverse denominazioni come Allaro, Amusa o Torbido) rappresentava il confine naturale tra le parti contendenti.
La fondazione di Locri si inserisce in un periodo della colonizzazione greca ad opera di popolazioni achee Sibari, Crotone, Metaponto), calcidesi (Naxos, Zancle (l'attuale Messina) Reggio, Catania, Leontini), corinzie (Siracusa), iaconiche (Taranto) e ioniche (Siris) .
La sua denominazione "oi Lokroi oi epizephyrioi" corrisponde a "I Locresi che abitano presso lo Zefirio" , la baia a ridosso Capo Zefirio (per la sua struttura morfologica che per l'altezza ripara il sito geografico dal vento di Occidente, lo zefiro) .
A questa località si attribuisce la più antica legislazione scritta d'Occidente, quella di Zaleuco, considerata dallo Strabone in modo universale come la più antica legislazione scritta del mondo greco .
Verso la fine del sesto secolo i Locresi riuscirono a consolidare i loro rapporti con la sponda tirrenica, fondando le colonie di Medma (l'attuale Rosarno), Ipponio (l'attuale Vibo Valentia), Metauro. Locri era un importante scalo commerciale è ciò è testimoniato dalla varietà di vasellame ritrovato, come i corredi funerari, le ceramiche di tradizione indigena (caratterizzate dalla decorazione geometrica, tipico esempio delle produzioni dell'isola ellenica dell'Euba).
Nei primi decenni del quinto secolo a.C. vi fu la massima fioritura di Locri, messa poi in crisi dal risollevarsi di Crotone e dall'ostilità di Reggio.
Durante la spedizione degli Ateniesi in Sicilia, Locri parteggiò per Siracusa; fu poi alleata di Dionisio I nel 398 a.C. e successivamente accolse Dionisio II esule di Siracusa, che però scacciò quando questi instaurò una tirannide che provocò, in sua assenza, il massacro della propria famiglia e l'insurrezione di Locri nei suoi confronti.
Il periodo tra i più floridi del centro jonico fu quello compreso tra la prima metà del IV secolo ed i primi decenni del III secolo a.C., sia dal punto di vista economico che da quello culturale, esempio caratterizzato dalla poetessa Nosside.
Locri si schierò con Pirro, re dell'Epiro, venuto in Italia a supporto dei Tarantini che guerreggiavano contro Roma.
Fu sottomessa definitivamente dai Romani nel 205 a.C. , quando venne conquistata da Scipione ed il suo luogotenente Quinto Pleminio effettuò delle dure e sistematiche repressioni sia nei confronti della popolazione che delle strutture architettoniche come la devastazione del santuario di Persefone.
Da tale periodo il rinomato centro ebbe a decadere poi a borgo marinaro.
Il relatore Claudio Sabbione si è soffermato sugli studi relativi alla cinta muraria, agli edifici pubblici, ai santuari, come quello di Casa Marafioti alle necropoli che erano ubicate al di fuori dell'area urbana e separate da un corso d'acqua che scorreva lungo la cinta muraria, si è parlato anche delle necropoli lungo la strada del Dromo, quelle delle contrade di Marasà e Petrara e quella di Parapezza, rinvenuta durante gli scavi del 1979.
Il viaggio storico-itinerante è stato supportato da interessanti diapositive.