Il tema della giornata di studi ha come scopo la scoperta dei personaggi e approfondimento degli avvenimenti che hanno contrassegnato il periodo più discusso della memoria storica nazionale e cittadina: il fascismo.
A ripercorrere le vicende del tempo, il giovane e brillante Nicola Malaspina, autore di una tesi di laurea sul sindacalismo rivoluzionario .
L'intervento di Nicola Malaspina si è basato su “Il contributo dei reggini alla nascita della ideologia fascista”: «A 80 anni di distanza dallo scoppio della Rivoluzione Fascista, mi sembra doveroso ricordare le figure storiche di Paolo Mantica e Agostino Lanzillo militanti del Partito Socialista, sindacalisti rivoluzionari e teorici dell’ideologia fascista. Troppo spesso dimenticati dalla storiografia reggina entrambi nei primi anni del 1900 diedero lustro a"a nostra città nel campo della cultura e della politica».
Il relatore, dopo aver ringraziato il presidente Aiello «per la grande sensibilità dimostrata nei riguardi della storia di Reggio e verso l'opera dei suoi figli», ne ha rilevato gli aspetti positivi, attraverso una relazione incentrata sul «Contributo dei reggini alla nascita dell'ideologia fascista».
Tra questi Agostino Lanzillo e Paolo Mantica, militanti del partito socialista, sindacalisti rivoluzionari e teorici di una nuova politica.
«Mantica – spiega Malaspina –, aderì prestissimo al complesso movimento del sindacalismo rivoluzionario.
Movimento che trasformò l'idea sociale del partito, e subentrò nelle lotte con una rivoluzione etica e morale che fu subito assorbita in Italia.
Una teoria che portò una ventata di novità in tutto il Paese».
Paolo Mantica, militante del Partito Socialista fu eletto deputato nel collegio di Cittanova e nel 1904 fu nominato direttore dell’ “Avanti”.
Fu influenzato dal pensiero di Leone con il quale diresse dal 1906 a Roma la Rivista dei Socialismo Scientifico e nello stesso anno fondò il Divenire Sociale, periodico sindacalista.
Entrò nell' attività sindaca(e diventando uno degli esponenti più in vista del sindacalismo rivoluzionario subendone sempre di più il fascino tanto da abbandonare il P.S.I. per divenire segretario provvisorio del Comitato Promotore dell'U.S.I.
Più tardi entrò in rapporto con Mussolini collaborando al “Popolo d'ltalia” ed alla campagna interventista.
Allo scoppio della prima guerra mondiale partì volontario, ed alla fine del conflitto partecipò alla nascita dei Fasci di Combattimento.
«Lanzillo, traduttore e divulgatore delle opere di George Sorel, (elaboratore della dottrina del mito sociale, capace di portare il proletariato allo sciopero generale e alla creazione di nuovi valori), fu anch'egli un grande elaboratore di concetti». «Il Fascismo – continua Malaspina – si è originato grazie alla formulazione di concetti, di punti cardine.
Agostino Lanzillo si laureò in Legge a Roma con una tesi su Proudhon.
Aderì subito al movimento sindacalista rivoluzionario attratto dalla figura e dal pensiero di George Sorel con il quale avviò rapporti epistolari diventando in Italia il suo principale traduttore e divulgatore.
Fu redattore del Divenire Sociale di Leone e Mantica, collaborò alla Lupa di Orano, alla “Voce” di Prezzolini e successivamente su esplicita richiesta di Mussolini alI' “Avanti” ed al “Popolo d'ltalia”.
Più che organizzatore o attivista fu un vero e proprio intellettuale che collaborò prima allo sviluppo del sindacalismo rivoluzionario in Italia, poi a"a sua revisione in senso antimarxista ed in fine alla nascita dell'ideologia fascista.
Durante il ventennio, fu eletto deputato nel collegio di Reggio Calabria.
Entrambi i personaggi della storiografia reggina hanno quindi contribuito alla nascita del fascismo in modo ideologico».
L'on. Aloi prendendo le mosse da questo interessante spaccato ha proseguito i lavori relazionando sul «Fascismo a Reggio Calabria: radici e sviluppo».
Durante l'intervento è stata in particolar modo rimarcata in seno al movimento fascista «l'esistenza di importanti fermenti culturali, di cui molti storici, non vogliono ammettere l'esistenza».
«Il fascismo – afferma l'on. Aloi –, che certamente non si sottrae al giudizio della storia e alla discussione per quanto riguarda gli errori commessi e la questione della libertà, non può però essere privato della sua identità e ricchezza di componenti nel settore politico, sociale e soprattutto culturale».
«Il fascismo è un fenomeno storico che copre vent'anni della storia italiana.
La sua nascita può essere, in parte, attribuibile alla crisi del sistema liberale ed allo stato del legittimo malcontento che il "ceto medio" o "ceto emergente" , secondo la tesi del De Felice».
Il 23 marzo 1919 nella Piazza di S.Sepolcro in Milano, con la partecipazione di qualche centinaio di persone, nasce il Fascismo con un "programma rivoluzionario, socialmente avanzato, tant'è che qualcuno definì di sinistra il "programma di S.Sepolcro".
Caso emblematico è quello di Ilario Franco, fondatore del Fascio di Caulonia, il primo della provincia reggina, poi toccò alla città capoluogo: il 3 ottobre 1920 Giovanni Priolo, Paolo e Gaetano Marcianò Agostinelli, Domenico Pennestrì e Consolato Attanasio danno vita al Fascio di Reggio, mentre successivamente veniva fondato a Laureana di Borrello il terzo.
Le vicende del Fascio reggino furono molto "tormentate"e vanno ricordate una serie di "vicende" anche prima della "marcia su Roma" come gli scontri tra fascisti e socialisti a Reggio il 28 gennaio 1921, nei quali vennero feriti Silvio Tripepi e Nino Pizzimenti; i fatti di Casignana del 21 settembre del 1922 che registrarono un conflitto tra carabinieri e soci della Cooperativa "Garibaldi" che causò l'uccisione di un assessore e di due contadini.
Poi quelli dell'ottobre del 1922, avvenuti a Motta S.Giovanni tra "arditi" e "camicie nere".
Altri episodi di sangue si verificarono a Palmi nel 1925, quando in uno scontro tra fascisti e socialisti, durante il rito della varia, muore Rocco Gerocarni.
Ritornando al tema centrale della serata l'onorevole Aloi ha parlato dei tanti fascisti reggini che parteciparono alla "marcia su Roma" : Costantino, De Tommasi, Biacca, Nocera, Di Stefano, Caridi, Priolo, Iemma, Borgese e Buda.
A Napoli si ha l'incontro dei capi delle realtà provinciali della Calabria: Gaetano Marcianò Agostinelli (Reggio), Luigi Filosa (Cosenza) ed Eduardo Salerno (Catanzaro).
E' presente anche Antonio Spinosa, comandante della Legione calabrese.
A Napoli il 24 Ottobre 1922 venne organizzata un imponente adunata di squadre fasciste, alle quali Mussolini annunciò l'intento di dirigersi su Roma se entro poco tempo non gli fosse stato affidato il governo dell' Italia.
C'è la convocazione in un albergo e si esamina la situazione calabrese dove - su denuncia dell'avvocato Luigi Filosa - si decide di mandare Marcianò Agostinelli ed altri squadristi in alcuni Comuni della provincia di Reggio e di Catanzaro in cui le forze fasciste erano in difficoltà.
Alla fine, dopo il discorso del 25 ottobre 1922 di Michele Bianchi "Fascisti a Napoli ci piove che ci state a fare ?", Marcianò, Filosa e Salerno vengono informati che devono raggiungere Foggia ed occuparla per evitare che le truppe del Corpo d'armata di stanza a Bari raggiungano Roma.
Il ministro Facta si dimetteva il 26 Ottobre.
Dopo la "famosa marcia" ed il fascismo al potere, le "vicende" della Federazione di Reggio sono non tanto "facili".
All'interno della Federazione di Reggio è sempre vivo lo scontro tra il gruppo di Giovanni Priolo (Lorenzo Labate, Diego De Tommasi, Arturo Zerbi, Griso, Totò Polimeni) ed il gruppo di "Marcianò Agostinelli Paolo e Gaetano" con l'occupazione della Federazione (1923: Banda dello "sgombro").
Si ricostituisce il Direttorio provinciale e il professore Michele Barbaro è vicesegretario politico. Comunque, i dissidi all'interno della Federazione fascista non cessano, tant'è che i segretari federali non durano molto.
Dopo la fondazione del Fascio, avvenuta il 3 ottobre 1922 da parte di Giovanni Marcianò Agostinelli.
Seguirono le nomine di Salvatore Zagarella, in carica per soli sei mesi,, Dante Boattini, Giuseppe Genoese Zerbi, l'avvocato Vaselli, Giovanni Alessandri, D'Aloia, Cassini, Quarantotto, Pascotto e Zaccherini.
Durante tale periodo vennero realizzate imponenti opere quali la bonifica dei terreni paludosi, come il risanamento della Piana di Rosarno, i rimboschimenti, lo sviluppo della rete stradale, autostradale e ferroviaria, la realizzazione di diverse opere relative all'edilizia pubblica, quali scuole, il Museo della Magna Grecia, la stazione centrale .
Il fascismo cade con l'arrivo degli anglo-americani a Reggio il 3 settembre 1942 e Michele Barbaro, ultimo podestà di Reggio, consegnando le chiavi della Città al comandante inglese raccomanda lo stesso di farne un nobile uso, trattandosi di una nobile e generosa Città.