Il baricentro di questa nuova edizione oltrepassa le acque dello Stretto, per ripercorrere le tappe del navigatore e l’esploratore dell’ignoto ripercorse idealmente dalla relazione di Daniele Castrizio dell’Università  degli Studi di Messina.
Grazie alla sua astuta progettualità, Ulisse riuscì a far conquistare Troia dagli Achei, ma per questo dovette subire numerose sventure inviategli dagli dei sulla via del ritorno in patria. 
A differenza di altri famosi eroi dell'antichità classica, Ulisse fu l'ultimo dei grandi personaggi mitici a non essere un semidio e a non sfidare mai gli dei, ma cercò costantemente di difendersi con l'astuzia dalla loro ira.  
Nella narrazione dell'Odissea si possono riscontrare elementi compositivi, quali l'imprevedibilità delle situazioni, il racconto collocato in un contesto spaziale immaginario e fantastico, il tema dell'amore con esito, inevitabilmente, infelice, il viaggio nell'oltretomba, elementi che caratterizzeranno la creazione letteraria nei secoli futuri. 
Stessa cosa si può dire della figura mitica di Ulisse, che, pur nella molteplicità delle sventure, da lui affrontate durante il viaggio di ritorno (nostos), mantenne sempre la sua dimensione umana, senza mai perdere il razionale discernimento e il suo avventuroso ardire, quindi un uomo “multiforme”,versatile, ingegnoso, uomo fragile ma acuto, un eroe dell’intelligenza e astuzia. 
I suoi sforzi, la capacità di sopportare le sofferenze, la tenacia e la pazienza hanno un solo obiettivo: il ritorno in patria a Itaca.
Prototipo dell’uomo avventuroso, l’immagine poetica del marinaio greco raccoglie in sè un indomabile dinamismo, la curiosità dell’ignoto, la sete di guadagno, la conoscenza di nuove genti, pur esponendosi a pericoli non indifferenti. 
La sua intelligenza si manifesta non solo come acutezza d’ingegno e capacità di escogitare brillanti soluzioni, ma come razionalità, autocontrollo e desiderio di conoscenza.  
Il  Castrizio ha impostato la sua relazione attraverso una dettagliata ricostruzione dell’eroe mediterraneo parlando delle fitte maglie che nel corso della storia ci si è serviti per fare del mito anche politica come quelle relative alle numerose battaglie e riconquiste di territori, quindi la leggenda, il mito, vanno a rivestire tratti somatici  di tipo storico-politico, tanto che l’imperatore Tiberio fece discendere le proprie origini dall’uomo  “del multiforme ingegno” .  
Anche il ritracciamento delle aree territoriali era stabilito o preso a pretesto dai miti, come fecero i reggini per la riconquista di Scilla, infatti lo storico Licofrone, narra che la riconquista da parte delle milizie reggine avvenne per volontà divina e che il mitico Ercole, figlio di Giove, uccidendo il mostro Scilla consentì alla vicina Reggio di estendere la propria egemonia  territoriale . (1)
Numerose sono le varianti sul destino di Ulisse.
Secondo alcune si sarebbe accasato con Circe e i suoi figli avrebbero regnato sull’Etruria e il Lazio.
Mentre per altre ancora il figlio di Ulisse e Circe divenuto grande viene mandato a Itaca dalla madre per abbracciare il padre ma non riconoscendolo lo uccide per sbaglio in duello. (2)
Il Mito in una determinata epoca è forma di pensiero, un messaggio di storia e l’Occidente si crea la sua identità attraverso la produzione del mito.

ShinyStat
22 maggio 2001

(1) la rotta di Ulisse da: La bussola, volume I, di S. GUGLIELMINO - V. LAVORE, Principato Editore, Milano, 1972;
(2) partita di dadi tra Ajace ed Ulisse [anfora attica (530 - 520 a.C.), Museo Vaticano],  opera citata.