Il tema è stato presentato da Daniele Castrizio ed il suo contenuto poggia sulle basi metodologiche relativi agli studi della Professoressa Maria Caltabiano, ordinario di Numismatica Greca e Romana presso l’Università di Messina.
Tali argomentazioni sono state presentate nella Mostra sui "Miti e culti dello Stretto nelle monete antiche", tenutasi a Reggio nel mese di luglio.
I veri protagonisti appaiono le città di Rhegion e Messana, unite da forti legami politici ed economici, soprattutto al tempo del tiranno reggino Anaxilas, che riuscì a creare un vero e proprio Regno dello Stretto, conquistando e rifondando Messana.
Le due città dello Stretto mostrano di avere avuto un patrimonio culturale e religioso comune, con propri aspetti peculiari, ma si presentano aperte ad un respiro mediterraneo, che porta sempre a riscoprire interessanti analogie tra sponde apparentemente lontane, con miti che si inseguono o che sono ambientati contemporaneamente in posti lontanissimi.
Chiave di lettura dei miti dello Stretto saranno le monete delle due città, testimoni di culti, con un proprio "linguaggio per immagini" da decodificare, per arrivare ad una vera e propria grammatica e sintassi.
Nel corso della conferenza sono state passate in rassegna gran parte delle leggende conosciute e delle divinità locali, illustrate di volta in volta con monete locali o con esemplari di altre regioni: il toro a volto umano, identificato nella fiumara Apsia/Calopinace; la testa frontale del leone/sole; il vitello, segno parlante della prima Vitulìa/Italia; la biga di mule di Helios/Sole; la lepre ed il delfino di Apollo che prometteva l’immortalità; la mostruosa Scilla, vera padrona dello Stretto, e tante altre immagini, che rimandano ad una terra imbevuta di sacro e di mito, tanto bella da essere considerata da sempre la terra dei prodigi.
Il mito è stato presentato anche nella chiave di lettura "politica", col suo ruolo di testimone sia del legittimo possesso esercitato dai Reggini nei confronti della loro terra, loro proprietà ab antiquo, nonché della bontà delle scelte di alleanze operate dai governanti di Rhegion.
Per esempio, quando la città scelse di allearsi con la lontana Roma, pronto un mito spiegò ai Reggini che Rome, eponima della città laziale, fosse stata la figlia di Italo, re di Reggio.
Come si intuisce, si tratta di una visione per molti aspetti inedita, che tende a superare i limiti di una visione dell’antichità classica, troppo legata agli schemi della fredda erudizione.
Le monete coniate in età antica sia nelle lande siciliane che quelle della sponda reggina sono orientati direttamente ai miti caratterizzanti l'area dello Stretto quali Poseidone, Apollo, Scilla e Cariddi, Colapesce, Glauco ma anche elementi naturali come le conchiglie coniate su diverse monete.