É impensabile che in questi giorni di festa qualcuno soffra a causa della Pubblica Amministrazione.
Sembra quasi anacronistico che nel mentre acciamo a gara per regalare un briciolo di umanità ai curdi sbarcati clandestinamente nella nostra regione, non riusciamo a dare una mano a Faty Farib Abd El Wahd Aly, detto "Mosè".
Il cinquantunenne egiziano del Cairo che reclama gli strumenti per poter continuare a lavorare, quindi il rinnovo della licenza per poter vendere adesivi e magliette.
Ma per destare attenzione si è incatenato in Piazza Italia,accanto al portone di Palazzo S.Giorgio, sede dell'Amministrazione Comunale  per vedersi rinnovare un permesso che già negli anni scorsi aveva ottenuto senza dover far ricorso a proteste di qualsivoglia natura .
Ma si può parlare di coscienza alle soglie del terzo millennio evitando la retorica ? Un essere umano deve incatenarsi per destare l'attenzione degli altri suoi simili ?
Uno storico greco, Polibio, sintetizzava in una citazione un tale scenario caratterizzato da colori grigi e da molta ipocrisia : «non c'è nessun testimone così terribile, nessun accusatore così implacabile, come la coscienza che abita nel cuore di ogni uomo».
Sagge parole facenti parte di una cultura, quella ellenistica, che non sempre ha trovato  applicazione.

ShinyStat
31 dicembre 1997