La nuova edizione ha rivestito dei risvolti particolari e nel contempo originali, in quanto non si è svolta nel consueto interno perimetrale di una sala convegni ma il merito, quindi l'originalità, che da sempre contraddistingue il sodalizio reggino, di avere come scenario l’Area dello Stretto, in quanto il tema odierno è quello relativo “Sulle rotte del decennio”.
Dal titolo si desume che il sodalizio organizzatore della manifestazione ha indirizzato le direttive del nuovo appuntamento sulla visita di alcuni dei luoghi che fecero da cornice al periodo storico trattato dall’associazione culturale reggina.
E' stato, quindi, un viaggio nella memoria a bordo di un natante che ha solcato alcune tappe caratteristiche sia dal punto di vista naturalistico che da quello prettamente storico.
Questo è quanto stato detto nella conferenza stampa, organizzata dal sodalizio reggino, presso la saletta del Circolo Velico, dove, oltre a presentare alcuni dettagli della nuova edizione è stato fatto anche un resoconto di quelle precedenti che hanno visto la presenza di ben due volte, di cui l'ultima nell'edizione 2004 di S.A.R. il principe Gioacchino Murat, discendente diretto del Re di Napoli.
La navigazione effettuata da una imbarcazione a vela, che salpando dalla darsena del porto di Reggio Calabria, ha inserito sulla propria rotta alcuni momenti geografici ma nel contempo storici pieni di significato e gli organizzatori si soffermeranno riflettendo sul significato della storia e della memoria storica e quindi sono stato visitati alcuni dei luoghi che sono stati descritti nel corso della convegnistica organizzata dal Circolo Culturale L’Agorà, grazie al supporto dei validi relatori che hanno partecipato agli incontro organizzati dal sodalizio reggino.
Uno scenario, quello dello Stretto, che è interessato da diversi avvenimenti navali durante tutto l'arco del decennio e che hanno interessato sia il versante siculo, nella fattispecie la costa orientale e quello calabrese e reggino, in particolare, sia sulla fascia jonica che su quella tirrenica.
Anche sotto l'amministrazione di Giuseppe Bonaparte vi sono verificati alcuni episodi di una certa importanza come quando il 31 gennaio del 1808 dal porto di Messina uscì il brigantino "Delizia", armato di quattordici cannoni, per soccorrere, nella zona di Pentimele le batterie amiche sottoposte ad un duro attacco da parte dei napoleonici guidati tenacemente da Reynier e Cavaignac, che si incagliò, viste le pessime condizioni metereologiche, sulla spiaggia, subendo, quindi l'attacco dei francesi.
Ritornando alla manifestazione odierna che si è svolta con modalità nuove ed originali rispetto al passato, il sodalizio reggino ha voluto contribuire al recupero ed alla valorizzazione delle memorie storiche del territorio e nella fattispecie del periodo storico in questione, rievocando alcuni significativi eventi che si verificarono in quel periodo.
L'escursione in barca a vela, innalzante i vessilli francesi di Murat, partita dalla darsena del porto di Reggio, è stata impreziosita dalla presenza, a bordo, della neo-Sovrintendente ai Beni Archeologici della Calabria, dottoressa Annalisa Zarattini, la quale, insieme ad una rappresentanza del sodalizio reggino organizzatore ed all'equipaggio dell'imbarcazione, ha voluto percorrere alcuni itinerari storici del periodo dei napoleonidi, rafforzando con la sua autorevole presenza, la validità storico-culturale della manifestazione ed incoraggiando il sodalizio reggino nella prosecuzione di queste pregevoli iniziative, nonostante esse non trovino sempre un supporto ed una divulgazione adeguata da parte degli organi competenti. La navigazione prosegue tranquillamente in direzione sud ed una certa emozione risulta palpabile tra i componenti dell'equipaggio anche quando a bordo del natante viene issato il tricolore francese nella prossimità del luogo dello sbarco.
Puntata la prua su Scaletta Zanclea, in Sicilia, si è giunti all’approdo nei pressi della fiumara S.Stefano dove ci fu lo sbarco dei soldati murattiani .
Era il 17 agosto del 1810 quando dal quartiere generale di Piale che motivi logistici fu la capitale per un certo periodo del Regno di Napoli, il Re Gioacchino Murat diede inizio, dando ordini al generale Cavaignac, all'invasione della Sicilia.
Nella notte della stessa giornata venne effettuato lo sbarco presso la foce della fiumara Santo Stefano, nella zona sud di Messina: gli anglo-borbonici si aspettavano lo sbarco nella zona opposta.
Lo sbarco venne effettuato con quindi imbarcazioni a bordo delle quali vi erano truppe scelte ed addestrate a tale operazioni logistiche, tra i quali si evidenzia la presenza dei soldati corsi, di stanza nella provincia reggina, che funsero da testa di ponte per tale importante operazione militare.
I napoleonidi si trovarono di fronte una sparuta guarnigione che sorpresa e sopraffatta numericamente dovette ripiegare verso la zona nord, successivamente venne presa posizione in una zona collinare.
Un'operazione, questa, se fosse stata eseguita totalmente, avrebbe cambiato il corso delle operazioni sia militari che di quello della storia: ma per una serie di scelte burocratiche, quali il rifiuto degli alti graduati a completare l'operazione di sbarco con la seconda e decisiva ondata, con la scusante che non ricevettero il via da parte dell'Imperatore Bonaparte.
Il passare delle ore portava ora i napoleonidi in posizione di svantaggio rispetto agli anglo-borbonici, quindi dovettero effettuare un'operazione di ripiego e rientrare sulla sponda calabrese subendo un minimo numero di perdite.
Durante il tragitto che portava l'imbarcazione verso la zona sud di Messina, Gianni Aiello ha esposto, illustrando ai presenti il vessillo della bandiera murattiana, intrattenendo i presenti con notizie sia di tipo araldico, relative alla bandiera, che naturalmente di tipo prettamente storico, rievocando i fatti di quella spedizione.
La manifestazione organizzata dal sodalizio reggino ha avuto diversi aspetti, oltre quello prettamente rievocativo: infatti, durante tutto il tragitto si sono potuti ammirare gli aspetti naturalistici della costa della provincia peloritana successivamente di quella tirrenica della provincia reggina.
Ma, oltre a tali aspetti che rappresentano le pertinenze caratteristiche della manifestazione in questione, nel contempo ve ne sono stati altri che caratterizzano il percorso geografico cronologicamente, come in atto si sfogliano le pagine di un libro di storia: infatti dalla zona di Scaletta Zanclea, si passa, proseguendo verso Nord, ad altre date e vicende come i relitti di imbarcazioni del secondo conflitto mondiale ed attualmente, a distanza di oltre mezzo secolo, sono semi affondate negli stessi luoghi che furono teatro di altre operazioni militari successive a quelle trattate dal sodalizio reggino nella data odierna.
Esse sembrano far parte dei natanti dell'esercito tedesco in ritirata verso la Calabria e che furono colpite dai bombardamenti degli anglo-americani: infatti il 17 agosto del 1943 gli anglo-americani entrano a Messina, occupando così tutta la Sicilia .
Mentre tra il 1° ed il 4 settembre dello stesso nno inizia lo sbarco in Calabria, decisione presa da Eisenhower in data 16 agosto dello stesso anno prende la decisione di dare corso allo sbarco alleato in Calabria, facilitando così l'avanzata della 5ª armata che sbarcherà il 9 nella zona di Salerno.
Alle prime ore del mattino del 3 settembre inizia un bombardamento sulle coste della Calabria meridionale e subito dopo vi è lo sbarco della 1ª divisione canadese ed alcuni reparti inglesi che costringono i tedeschi a ritirarsi, mentre il 4 settembre viene liberata Reggio Calabria.
La giornata culturale è un continuo susseguirsi di date storiche che si susseguono rapidamente lungo lo svolgimento della rotta.
Il percorso storico prosegue, a ritroso nel tempo, si assiste adesso alla visione di bastioni spagnoli facenti parte della famosa cittadella.
Essa venne edificata con lo scopo difensivo della città peloritana e venne progettata dall'ingegnere Gruneberg a seguito delle disposizioni del vicerè Francesco Bonavides nel 1673, dovute anche alle conseguenze della rivolta messinese del 1678 nei confronti dell'amministrazione spagnola.
Altre pagine di storia si scorgono prima di entrare al porto di Messina come altro esempi di fortificazioni di epoca successiva, come quelli inerenti il periodo umbertino: siamo nel 1880.
Infatti in quel autunno post-unitario venne nominata una commissione ad acta da parte dell'allora Ministro della Guerra Milon che realizzò una serie di fortificazioni lungo le due sponde con il chiaro intento di prevedere eventuali operazioni di sbarco realizzate nei confronti del Paese.
Prima dell'entrata nel Porto di Messina i componenti dell'equipaggio hanno potuto ammirare da vicino anche alcuni aspetti naturalistici del mare dello Stretto: infatti in quel punto si verificano delle correnti di tipo irregolare, che variano di denominazione a seconda delle caratteristiche.
Nell'Area dello Stretto trova collocazione un flusso di corrente principale che ha una traiettoria che va dalla zona Sud a quella opposta e prende il nome di rema montante, mentre quella di direzione opposta è conosciuta come rema scendente, esse si alternano di solito ogni sei ore ma tale "alternanza" può subire dei cambiamenti a seconda la posizione del sole, le fasi lunari, i venti.
Ogni flusso di corrente ha delle controcorrenti, conosciuti come "bastardi", essi possono sviluppare delle intensità irregolari rispetto alla corrente principale e nel punto di incontro di tali correnti si creano dei vortici conosciuti come "garofali" o "refoli", di cui uno ha epica memoria il "Cariddi": esso comincia i suoi effetti che la corrente di montante crea davanti al litoraneo di Punta Faro, mentre sulla costa tirrenica reggina troviamo lo "Scilla" ubicato tra la zona che va da Alta Fiumara a Punta Pezzo: entrambi le correnti sono state riportate nelle gesta omeriche e descritte durante il passaggio dello Stretto da parte dell'uomo dal "multiforme ingegno", conosciuto all'anagrafe letteraria come Ulisse, il re di Itaca.
La causa che genera questi due vortici è dovuta all'impatto che le acque hanno sia a Punta Peloro che sul punto opposto,quello di Torre Cavallo, creando, a volte, dei problemi di navigazione alle imbarcazioni di piccole dimensioni, tanto che l'antico "Fretum Siculum", incuteva, per queste sue caratteristiche, notevole timore negli antichi naviganti, tanto da far pensare ai medesimi, la presenza di orribili e mostruose forme di vita che ispirarono sia la fantasia popolare che quella letteraria.
Ritornando alla manifestazione odierna, l'imbarcazione entra nel a Messina per una piccola sosta nell'area riservata ai natanti turistici.
Nella darsena del porto siciliano, dopo aver degustato alcuni prodotti tipici sia calabresi che siciliani e fatto il punto della situazione, prima di riprendere la navigazione si è passati alle classiche foto di rito.
Dalla costa siciliana si è passati a quella della provincia tirrenica reggina, incrociando correnti marine e gorghi rievocanti i miti di Cariddi e Scilla.
Anche questi luoghi rievocano storie passate, quindi punti della memoria, appartenente non solo alle due sponde, qui si sono sfogliate diverse pagine di storia come ad esempio il passaggio dell'esercito di Annibale durante le guerre puniche che videro impegnati romani contro cartaginesi.
Ritornando al periodo storico rievocativo della giornata in questione Gianni Aiello ha intrattenuto l'equipaggio parlando di altre operazioni militari che si svolsero proprio in quei luoghi. Diversi i periodi storici, gli uomini che fecero parte a tali eventi, diverse le loro origini sia culturali, sociali, geografiche ma che nel loro insieme, anche se non calabresi o siciliani hanno avuto il merito di arricchire con le loro gesta, la loro presenza il patrimonio storico culturale delle due sponde.
Ed è stato molto emozionante, come attestato dai presenti, ripercorrere quelle rotte nautiche, anche se solo per l'arco di una giornata, in quanto si è potuto rivivere quanto il sodalizio reggino ha realizzato nel corso della propria attività culturale durante della convegnistica all'interno di apposite sale che ne hanno ospitato l'attività: questa volta è toccato ad uno scenario più ampio e variegato ospitare la giornata di studio organizzata dal Circolo Culturale L'Agorà di Reggio Calabria, nella fattispecie, quello naturale dell'Area dello Stretto.
L'imbarcazione continua il suo percorso lungo un tratto della costa calabra in direzione della zona tirrenica reggina e come primo punto dell'itinerario vi è la zona di Torre Cavallo, dove sono ubicati i resti del fortino realizzato durante l'amministrazione del Re di Napoli Gioacchino Murat.
Da questa postazione furono dirette diverse operazioni militari, proprio per la sua posizione strategica e per l'ottima visibilità che tale struttura ha grazie al luogo naturale dove essa venne edificata.
Ci troviamo di fronte ad un promontorio che assume tale denominazione forse da una derivazione popolare, tale "caput valli"(capo di difesa) e dalle cronache del tempo sembra che su di esso trovò alloggio Ottaviano con quel che restava della sua armata dopo la disfatta navale nelle acque antistanti la zona di Scilla.
Durante il periodo medievale l'area venne utilizzata come punto di avvistamento per prevenire il pericolo delle scorrerie turchesche, anche se tale metodo, pur avendo un impatto notevole per quanto riguarda gli avvistamenti delle imbarcazioni nemiche, non riscuoteva i risultati previsti dagli ideatori, visto le scarse strutture difensive che erano ubicate lungo le coste.
Altra motivazione da cui deriva la toponomastica del sito, è forse l'ubicazione sul sito di una struttura atta al ricovero di cavalli e che serviva ai cavallari a portare in modo alle guarnigioni vicine i dispacci con informazioni relative all'avvicinamento di battelli nemici, un'altra ipotesi è quella relativa all'ubicazione su tale promontorio di una statua equestre che, secondo la leggenda era posta a difesa dell'Area Stretto: questi elementi sono stati trattati in diversi appuntamenti dal sodalizio reggino.
Sopra tale promontorio vi è Altafiumara, una fortezza che da tempo ha smesso la sua funzione militare: essa assume tale tipologia verso la fine del '700, durante l'amministrazione borbonica e dopo il terremoto del 5 febbraio del 1783 venne ristrutturata nel 1811 dal Re di Napoli Gioacchino Murat che nello stesso periodo stabilì la costruzione di altre batterie nella zona di Punta Pezzo ed in quella di Torre Cavallo.
L'itinerario prosegue verso Scilla dove grazie anche alle splendide condizioni climatiche si ha la possibilità di gustare appieno lo splendido scenario descritto da naviganti, poeti, pittori che si recandosi in quei luoghi ne furono ammaliati da tali bellezze, con il fascino della sua rupe a picco sul mare, con il castello, il borgo marinaro di Chianalea.
Anche qui Gianni Aiello ha illustrato ai presenti alcuni episodi avvenuti durante l'amministrazione francese.
Da Scilla la rotta proseguendo per Bagnara offre ai partecipanti, oltre agli spunti per la rievocazione storica, come il cruento scontro navale tra britannici e la marina murattiana avvenuta nelle acque della cittadina rivierasca tirrenica il 29 giugno 1810 e che durò dalle nove del mattino fino alle ventitre della stessa sera .
Altro evento che viene ricordato è quello che riguarda Giuseppe Bonaparte che proprio a Bagnara, il 17 aprile del 1806, ricette il decreto dell’Imperatore, suo fratello, Napoleone sottoscritto a Parigi il 30 marzo che lo nomina Re di Napoli e di Sicilia.
E sempre nello stesso anno era il 18 marzo quando a Bagnara giunsero i resti dell'esercito borbonico, sconfitto a Campotenese, che si imbarco alla volta di Messina, tra gli altri c'è da registrare alcune presenze eccellenti come il principe Francesco.
Altre nuove e suggestive visuali della costa viola vengono offerte ai componenti del sodalizio reggino come il suggestivo borgo medioevale, ubicato sulla rupe di Marturano, e la spiaggia che si estende per oltre un chilometro.
Alle spalle, sui monti, i vigneti terrazzati. L'aspetto morfologico del territorio risulta alquanto variegato, infatti si passa da tratti caratterizzati da coste rocciose a litorali sabbiosi, alcuni di piccole dimensioni ed incastonati ai piedi delle scogliere.
Questo è quanto si può ammirare lungo il tratto che va da Capo Barbi all'area di Scilla, conosciuta all'anagrafe geografica come Costa Viola e che assume diversi tratti somatici naturalistici come pareti rocciose a strapiombo sul mare, piccole insenature caratterizzate da spiaggette incontaminate, diverse grotte, come quella delle rondini.
A questo punto, anziché fare rotta verso lo Stretto, come da programma, all’unanimità i soci del sodalizio reggino hanno deciso di dirottare l’imbarcazione verso la costiera di Palmi, restando alla fine contenti di detta scelta: si è aperto ai loro occhi uno spettacolo naturalistico quasi senza eguali, rocce a picco sul mare con le grotte a fare da cornice e la spiaggia bellissima ed inaccessibile, se non dal mare.
L'area di Cala Ianculla è ubicata nel territorio di Seminara ed è stata scelta, recentemente, per il secondo anno consecutivo, tra le undici spiagge più belle ed incontaminate d’Italia sia da Legambiente che Toruring Club.
Il raggiungimento dell'area che risulta ubicata al centro della costa Viola è consentito soltanto accedendovi via mare e lo scenario che si presenta è caratterizzato da una spiaggia, costituita da una tipologia di soffice sabbia, inserita tra alte scogliere.
Oltre, sugli scogli, una chiesetta in pietra davanti alla quale si innalza una grande croce di colore giallo: lo skipper spiega che è stata voluta da un pescatore colà miracolato.
Anche questo sito è raggiungibile soltanto per via mare, cosa che fanno una volta la settimana le suore che hanno in custodia la chiesetta.
La barca a vela ha anche fatto sosta davanti alla collina di Piale di Villa San Giovanni, località che per la posizione panoramica sullo stretto aveva costituito la base delle operazioni militari murattiane per la conquista della Sicilia, ed è rientrata nel porto cittadino all'imbrunire.
Sulla via del ritorno, il tramonto ha lasciato spazio ad una affascinante luna piena specchiata nell’acqua che ha accompagnato i nostri Soci fino alla meta finale, cioè Reggio, passando per Catona e rallentati dal vento di scirocco che ha permesso ai partecipanti di apprezzare meglio lo splendido paesaggio intravisto, meta di rievocazione storica.
15 ottobre 2005