La quindicesima edizione della giornata di studi avente come tema “Gioacchino Murat: Un Re tra storia e leggenda” organizzata dal Circolo Culturale “L'Agorà” e dal Centro Studi
“Gioacchino e Napoleone” ha avuto come scenario logistico alcuni luoghi della memoria dell'amministrazione dei napoleonidi nella provincia di Reggio Calabria.

Una delegazione del sodalizio reggino si è recata nella zona di Piale di Campo Calabro dove vi è una via con la denominazione “Gioacchino Murat”: aspetto molto importante per fare memoria storica, vista anche il ruolo che il monarca francese svolse sul territorio.
Da notare anche che tale aspetto toponomastico risulta l'unico esempio sul territorio, nonostante l'impronta positiva e propositiva che l'amministrazione murattiana rivolse al
territorio.
Quindi risulta evidente che la toponomastica assume un ruolo di un certo peso per l’identità di una comunità, in quanto rappresenta la sua memoria storica: cancellandone tale aspetto si oscura ciò che è stato.
Anche a Reggio Calabria vi erano sotto tale amministrazione una via, una piazza a lui dedicate, ma, con il ritorno dei borbonici tutto cambiò.
Infatti da un documento ritrovato dopo una serie di ricerche da Gianni Aiello, presidente del Circolo Culturale “L’Agorà” , risulta il cambio della denominazione di alcune vie cittadine di
Reggio Calabria, come il Corso Napoleone in corso borbone, piazza Murat in piazza de gigli (l’attuale piazza Italia) e la strada Carolina in strada Ferdinanda, con la relativa rimozione
delle targhe recanti le diciture della precedente amministrazione .

Per correttezza culturale si ricorda al lettore che anche nei periodi storici che si sono susseguiti nella città dello Stretto avvenne il solito dejà vu a riguardo il “rinnovamento” della toponomastica , così come nell’attualità si vuole cambiare la via Apollo per fare spazio ad altra dicitura !
Quindi l’importanza della memoria storica ha una sua rilevanza soprattutto come messaggio indirizzato alle nuove generazioni che, forse, risentono un distacco con il passato: quindi risulta fondamentale un recupero della memoria, della sua divulgazione con qualsiasi strumento utile allo scopo, e perché no anche con l’intitolazione a vie, piazze a fatti e personaggi che hanno lasciato un impronta sul territorio.
La memoria di un popolo, le sue origini, le sue tradizioni, gli avvenimenti che si sono succeduti nel tempo, ne rappresentano la propria carta d’identità che va conservata, tutelata, con la ricerca sia archivistica sia attraverso lo strumento di altre testimonianze quali quotidiani, periodici, scavi archeologici.

Ritornando alla giornata di studi relativi al periodo dei napoleonidi, la seconda tappa è stata quella del castello di Scilla dove è ubicata al suo interno una lapide che ricorda l’esplosione di una polveriera, avvenuta il 12 luglio 1812 che causò la morte di ventuno soldati della reale guarnigione corsa e una giovane scillese.

Ultima location della giornata culturale è stato il Comune di Grotteria dove nacque Vincenzo Fabiani il 13 febbraio 1778.
Si laureò il 27 giugno 1801 in giurisprudenza a Napoli dove esercitò per breve tempo la professione forense ed a seguito della Repubblica Napoletana svolse le mansioni di commissario del potere esecutivo nel cantone di Gerace e si distinse, sempre nello stesso periodo nella battaglia di Vigliena del 13 giugno del 1799.
Dopo la caduta della Repubblica conobbe l'esilio, fu a Marsiglia. In seguito Napoleone Bonaparte gli conferisce la carica di Reggente della Sottintendenza di Gerace ed in seguito assume i gradi di Capitano della Guardia Provinciale di Calabria Ultra per Grotteria e Martone.

Partecipò alla conquista di Scilla al seguito del generale francese Louis Eugène Cavaignac.
Nel 1808 si ritirò dalla vita militare per proseguire l'attività amministrativa sino al 1815.
Si spegne a Grotteria il 22 dicembre del 1823 nella città natale che gli intitola una via con la dicitura “Vincenzo Fabiani, capitano napoleonico”.
Come avvenne per l’edizione del 2005, anche quella attuale si è contraddistinta per la sua tipologia organizzativa: infatti se nella manifestazione sopra citata lo scenario era quello dell’Area dello Stretto, con apposito sopralluogo su luoghi della memoria attraverso lo strumento di un natante, questa volta, non si prende la via del mare, ma si opta per quelle
asfaltate.
La tematica del nuovo appuntamento organizzato dal sodalizio reggino è stata caratterizzata dalla toponomastica e della sua importanza come bene culturale, in quanto tale materia rappresenta la carta d’identità di un popolo e del suo territorio, delle vicende che si sono susseguite nel tempo e nello spazio e che hanno riguardato anche luoghi lontani.
Quindi non come consuetudini recenti indirizzate all’intitolazione di nuove strade e/o luoghi a discapito di ciò che rappresenta le radici storiche-culturali del territorio.

ShinyStat
13 ottobre 2009