La manifestazione in questione è stata fortemente voluta dal sodalizio reggino sia per far conoscere il retroterra storico-culturale e nel contempo  per far conoscere meglio la storia della conquista normanna della Calabria che fu relativamente facile e rapida. 
Infatti Roberto e Ruggero d’Altavilla dal 1056 al 1060 riuscirono  a conquistare la regione, apportando azione benefica per la società e l’economia, in quanto venne assicurata la pace in una terra insanguinata dalle feroci devastazioni saracene e bulgare e soffocata dall’oppressione fiscale bizantina . 
Dopo una breve ma interessante introduzione di Orlando Sorgonà, responsabile del centro studi del sodalizio organizzatore, vi è stato l’excursus storico da parte di monsignore
Giovanni Musolino, storico e ricercatore, che ha trattato "I Normanni nell’area reggina dello  Stretto" .
L'argomento rientra nel vasto movimento di conquista della regione iniziato dai nuovi invasori dopo il loro insediamento nelle terre meridionali. 
Nel 1050 Roberto il Guiscardo, figlio maggiore di Tancredi d'Altavilla , fece la prima comparsa in Calabria e pose gli accampamenti tra Castrovillari e San Marco Argentano accompagnando le sue incursioni con saccheggi e devastazioni che seminarono il terrore nelle popolazioni. Una nuova impresa di Roberto avvenne nel 1057. 
Egli scese con gente armata lungo le coste dello Jonio e giunto a Reggio assediò la città per tre giorni, ma per la resistenza opposta dai Bizantini fu costretto a fare ritorno in Puglia (1).
A farlo desistere dall'impresa contribuì pure la linea politica del nuovo pontefice Stefano IX (1057 - 1058) che aveva tentato degli accordi con i Bizantini contro i Normanni. 
Sulla via di ritorno Roberto conquistò la Piana di Santa Eufemia e Maida . 
La conquista del territorio venne continuata nel 1058 da Ruggero, ultimo figlio di Tancredi, inviato in Calabria dal fratello Roberto.  
La nuova impresa fu agevolata da alcuni avvenimenti politici e religiosi. Il 29 marzo 1058 morì papa Stefano IX e il 24 gennaio 1059 fu eletto pontefice Nicolò II. 
Il nuovo papa, volendo ricuperare i beni ecclesiastici nel Mezzogiorno, si accordò con i Normanni per ottenere la difesa del clero latino, la ricostruzione dei diritti della Chiesa romana usurpati dai patriarchi di Costantinopoli e la restituzione del patrimonio della Chiesa.  Quindi l'impresa di Ruggero in Calabria si svolse in due tempi.
Nel 1058 egli si accampò nei pressi di Vibona, s'impadronì di numerosi castelli e dopo aver lasciato delle guarnigioni nelle terre assoggettate fece ritorno in Puglia(2).
L'anno seguente Ruggero d’Altavilla cinse d’assedio Reggio, dentro le cui mura avevano trovato i più alti funzionari del "thema" bizantino: la città fu costretta a cedere dopo alcuni mesi di assedio. Ruggero concesse alla guarnigione militare di trasferirsi a Squillace, ultima roccaforte della difesa bizantina della Calabria .
La ricomposizione dell'assetto religioso del Mezzogiorno avvenne nel sinodo tenuto a Melfi dal 3 al 25 agosto 1059 con lo scopo di favorire l'incontro con i Normanni. 
Ad esso parteciparono tutti i vescovi del Mezzogiorno, ma è incerta la presenza dell'arcivescovo di Reggio Basilio, tenace oppositore della sottomissione della sua diocesi al pontefice romano (3) .
Il possesso della Calabria avvenne nel 1060 con la conquista di Squillace, costretta a cedere per fame dopo una disperata resistenza.
In seguito ad un accordo tra Roberto e il fratello fu assegnata a Ruggero la parte meridionale della Calabria. 
La conquista totale del Mezzogiorno avvenne il 16 aprile 1071 con la capitolazione di Bari dopo tre anni di assedio. 
Compiuta la conquista della regione i Normanni dislocarono dei presidi nelle fortezze per il controllo del territorio. 
Reggio, punta avanzata di fronte alla Sicilia dominata dai saraceni, fu oggetto di particolare attenzione nelle opere di difesa presidiate dalle guarnigioni normanne. 
Nel piano di riordinamento amministrativo la città non subì particolari trasformazioni. 
La gestione dell'amministrazione fu lasciata ai funzionari locali che continuarono a conservare i titoli bizantini e che dovevano garantire la loro sottomissione con giuramento di fedeltà . 
Ruggero, rimasto in Calabria e fissata la sede a Mileto, introdusse nella regione l'istituzione dei feudi demaniali di Bisanzio, dalle terre appartenenti all'imperatore e ai funzionari locali e ai latifondisti bizantini. 
Reggio con altri centri della Calabria d'importanza strategica fino al 1130 fu soggetta alla giurisdizione del conte e poi passò alla giurisdizione regia.  
Le più antiche contee feudali della Calabria furono Bova, Martiano, Sinopoli, Squillace, Tarsia e Catanzaro. Tra i feudi minori figurano Stilo, concessa a Costa Peloga, Scilla posseduta da Rocco Condomicita e la Piana di San Martino assegnata a Roberto Comeluber, Bagnara era feudo demaniale del conte Ruggero. 
La contea di Bova, prima posseduta da un feudatario di nome Roberto, con un diploma dell'imperatore Enrico VI del 30 gennaio 1195 fu data all'arcivescovo di Reggio Guglielmo III che assume il titolo di conte. 
Contemporaneamente l'arcivescovo ottenne il feudo di Castellace col titolo di barone.
La Calabria venne divisa in tre province: nella parte settentrionale della regione vennero istituite le due province della Valle del Crati e di Terra Giordana e in un'altra provincia venne inclusa tutta la Calabria meridionale. 
Un evento di notevole importanza nella storia dei Normanni in Calabria risale al mese di agosto 1096 quando Boemondo d'Altavilla, figlio di Roberto il Guiscardo, con nipote Tancredi volontari per partecipare alla prima crociata bandita dal papa Urbano II nel 1095. 
I crociati provenivano in prevalenza dalla Puglia e dalla Calabria, feudi di Boemondo e Tancredi. 
La tradizione reggina ricorda la partecipazione alla crociata dei concittadini Tommaso e Riccardo Ferrante. 
Per le necessità dei viaggiatori, mercanti e pellegrini al tempo della prima crociata sorse sulla spiaggia di Catona l'ospedale di Santa Jerusalem o di San Lazzaro, fondato dai monaci del cenobio di San Pancrazio di Scilla. 
Il primo documento dell'ospizio risale all'anno 1100.
Nel 1101 morì a Mileto il conte Ruggero, fratello di Roberto il Guiscardo, che era giunto in Calabria circa mezzo secolo prima. 
Le sue spoglie furono deposte nella chiesa dell’abbazia della Santissima Trinità da lui eretta. 
Il sarcofago, rimasto indenne durante il terremoto del 1783, fu trasferito nel Museo Archeologico di Napoli, e di cui a tuttora si attende il rientro nella città di Mileto dove è stato istituzionalizzato il Museo, ricco di importanti reperti . 
Una sintesi storica, civile e religiosa di un secolo e mezzo di dominazione normanna, della cui eredità ci restano oggi pochi segni, infatti l’incontro si è concluso con la proiezione di alcune diapositive di una chiesa normanna situata nel cortile della chiesa di San Giorgio o Tempio della Vittoria, nella parte retrostante il cui accesso affaccia sulla via Giudecca. 
Le immagini sono state commentate dalla dottoressa Emilia Andronico, ispettrice archeologa che ha parlato dell’interessante aspetto architettonico relativo agli scavi de "La chiesa normanna nel cortile della chiesa di  S.Giorgio Intra", curando l’identificazione del manufatto e del quale sta completando l’indagine archeologica .

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5 marzo 1998
custodita Piccolo Museo S.Paolo di Reggio Calabria: testa di  cavaliere normanno (frammento di sarcofago).
Il rotocalco dell'emittente regionale Telespazio Calabria "BLOC NOTES" del 5 marzo.
follaro di Ruggero I   (zecca di Mileto)
i resti della chiesa normanna:

(1) testa di  cavaliere normanno (frammento di sarcofago) custodita presso il Piccolo Museo S.Paolo di Reggio;
(2)  Il rotocalco "BLOC NOTES" di Telespazio Calabria del 05.03.1998;
(3) follaro di Ruggero I   (zecca di Mileto).