Il bacino del Mediterraneo, ed in particolare l’Area dello Stretto, venivano messe a ferro e a fuoco dalle orde barbaresche.
Ciò indusse Carlo V a radunare a Barcellona un’immensa flotta di oltre seicento vascelli, al comando di Andrea Doria, salpando nel maggio del 1535 verso Tunisi che venne poi liberata e con essa migliaia di cristiani fatti precedentemente prigionieri.
Nel 1537 al largo di Messina venne sconfitta una squadriglia ottomana e vennero catturate dodici galere turche .
Il commercio degli schiavi rappresentò per gli Stati barbareschi una forte fonte di reddito: ad Algeri, Tunisi e a Tripoli essi si costituirono al solo scopo di finanziare vascelli destinati unicamente al trasporto di quella merce vivente.
Dopo che Algeri venne liberata Carlo V passando da Catona ebbe a soggiornare a Seminara e di quel passaggio rimangono dei preziosissimi bassorilievi ed un interessante e suggestivo corteo storico che da qualche anno organizzato nella cittadina tirrenica.
Non esistono statistiche ben precise, ma difficilmente passava un anno senza che migliaia di europei scomparissero nelle spire di quel traffico, infatti secondo alcuni studiosi solo nel 1634 vi erano ad Algeri 25.000 schiavi cristiani, senza contare gli 8.000 cristiani che si erano convertiti alla religione musulmana.
Gianni Aiello ha concluso l'incontro, dopo aver trattato i punti relativi ai sistemi difensivi, sofffermandosi sull'opera "Il trionfo della morte"del pittore fiammingo del '500 Peter Brugel, detto "il vecchio" che raffigura l'area geografica che va da Catona sino a Punta Calamizzi messe a ferro e a fuoco dai pirati barbareschi.
Nel famoso dipinto, visionato con il supporto di diapositive, il relatore ha fatto notare ai presenti diversi particolari, siti nell'opera, raffiguranti antiche strutture architettoniche della città di Reggio, come una torre che fuoriesce dalle acque antistante la rada di Catona e che raffigura la famosa statua di Nettuno, da cui deriva, per diversi studiosi il significato etimologico dell'area.
Poi la torre di Pentimele, il campanile della Cattedrale di Reggio, il promontorio di Calamizzi.
Quella di Reggio è tutta una storia di saccheggi, di incendi, di distruzioni e testimonianze visive di ciò si possono contemplare in due opere di Pieter Brueghel il Vecchio : la prima riguarda il famoso "Trionfo della Morte" conservato al Museo madrileno di El Prado, mentre il secondo dal titolo "Veduta di Reggio Calabria" , conservato al museo Boymans di Rotterdam.
Il viaggio del Brueghel in Calabria e in Sicilia, diede spunto al celebre pittore di realizzare tale opera che rappresenta una cartolina della Città di Reggio del periodo.
Il"Trionfo della morte" dipinto nel periodo 1562-63 in questa opera si può notare la conformazione geografica della costa reggina che da Catona, con sullo sfondo la rada di Catona ne "Il trionfo della morte", El Prado, Madrid la torre di Pentimele va verso Reggio, dove si scorge il Duomo , oltre alle sequenze apocalittiche relative agli scontri, gli incendi, le devastazioni, le navi che colano a picco .
La seconda opera, testimonia la presenza di Brugel nella città dello Stretto nel 1552 e rappresenta l'attacco compiuto dai turchi capeggiati da Draggut nel luglio del 1552, e dalla quale si può la conformazione urbana di Reggio, cinta tra le fortificazioni, dove ben visibile appare il Duomo, con in alto l'Eremo della Consolazione .
Il foglio di Brugel è importante in quanto ritrae Reggio da Sud dallo scomparso promontorio di Calamizzi prima del suo inabissamento avvenuto nel 1562, nel punto in cui “Il foglio di Brugel” è importante in quanto ritrae Reggio da Sud dallo scomparso promontorio di Calamizzi prima del suo inabissamento avvenuto nel 1562, nel punto in cui «verso il Castel Nuovo faceva una sinuosità, a cui soprastava la contrada di Dragonieri, la quale terminava con la marina della città», come ci descrive lo Spanò Bolani nella sua Storia di Reggio Calabria, inerente all'attacco del Dragut, persino il numero delle navi attaccanti corrisponde come descritto dallo Spanò-Bolani «Una nuova flotta turca di 150 navi tornava adunque nel Mediterranei e ne teneva comando il feroce Dragutt ... non senza aver prima devastate molte parti del distretto reggino sino al casale di S.Stefano, ed alla città di Sant'Agata » .
Altri elementi di conferma risultano i dati che lo storico reggino dà relative all'inabissamento del promontorio di Calamizzi avvenuto nel 1562 , e la deviazione del corso del torrente Calopinace atta all'edificazione del Castel Nuovo che fu costruito a partire dal 1547 - dopo essere stato distrutto dall'attacco di Barbarossa nel 1543- , che nel disegno del pittore fiammingo infatti non compare .
Le coste calabresi erano soggette ai sistematici attacchi dei barbareschi delle Reggenze nordafricane, quali algerini e tunisini che organizzatisi in Stati barbareschi, portarono la loro minaccia nel Mediterraneo sino al secolo XIX .
Fino dai tempi più remoti, tra gli atti di guerra ebbe parte notevole la cattura delle imbarcazioni mercantili del nemico, esercitata non soltanto dalle navi da guerra, ma da legni di privati armatori.
Una volta giunti in porto, i prigionieri venivano dapprima condotti ai Bagni, una robusta prigione sotterranea, dove essi erano visitati e successivamente registrati, poi venivano condotti al mercato degli schiavi di Besistan.