Il titolo dell'appuntamento prende spunto da una frase di Umberto Eco che così recita:  « ... quando la casa brucia, l'intellettuale può solo cercare di comportarsi da persona normale e di buon senso,  come tutti, e chi lo invoca è un isterico che ha dimenticato il numero telefonico dei pompieri...» .   
Sulla base di tale indicazione di Eco, Gianfranco Cordì, basandosi sul libro di Antonio Tabucchi "La gastrite di Platone" (e a sua volta  formatosi da un intervento di Tabucchi su "Micromega" dal titolo "Un fiammifero Minerva" ) ha introdotto l'argomento "intellettuali", leggendo una pagina di Maurice Blanchot che individua l'intellettuale in una specie di acrobata e relazionando sulla base appunto del libro di Tabucchi.   
Emma Bonino li accusa di aver taciuto sull'Albania.
E Umberto Eco risponde che il loro primo dovere è di stare zitti, tanto non servono a nulla.
Qualunque cosa dicono o facciano, gli intellettuali sono sotto tiro.
Accusati di tradire la loro missione (ma quale?) o di portare acqua al mulino delle lobbies di partito e delle consorterie universitarie.     
Accusati di frivolezza da una stampa che sollecita il loro parere su tutto e che poi li bacchetta perché troppo ciarlieri.
In molti casi, la parola "intellettuale" è un insulto; in altri, un pretesto all'ironia («intellettuale della Magna Grecia»).
Secondo Jean Paul Sartre, "intellettuale" è il letterato, il filosofo, lo scienziato, l'artista che si occupa «di ciò che non lo riguarda», di ciò che non appartiene alla sera della propria disciplina, ma al più vasto territorio dell'impegno sociale come gli scienziati Bertrand Tavernier, Ariane Mnouchkine, una nuova figura sembra farsi avanti: l'intellettualegadget da esibire nei congressi o in Tv.
Schiere di semiologi e di sociologi discutono delle insulse rime, pseudoletterati imbastiscono pseudopolemiche su tutto e su tutti.
Gli altri, gli altri intellettuali, i più seri, tacciono.
E c'è chi sostiene che è meglio così.
L'intellettuale che si considera investito di una missione specifica si illude, dice Eco.
Insomma, basta con la confusione dei ruoli.
Non si può chiedere agli intellettuali di avere  un opinione su tutto : su come dirigere le Usl o il traffico nel centro delle grandi metropoli.
L'azione degli intellettuali si misura sui tempi  lunghi.
E quando la casa brucia, è meglio chiamare i pompieri: sacrosante affermazioni di buonsenso.
Ma tra i vaniloqui o gli sproloqui degli intellettualigadget e il mutismo di chi preferisce la torre d'avorio dei propri studi  non c'è nessuna via di mezzo?
E dopo aver esaltato la virtù dell'impegno, della partecipazione di tutti i cittadini alla vita politica o associativa non è un pò strano questo chiamarsi fuori dalla mischia ?        
Durante il corso della manifestazioni si è arrivati  a delle conclusioni invece  completamente inedite che vedevano il ruolo dell'intellettuale come un ruolo "sociale", « sulla torre d'avorio ... -  ha detto Cordì -  ... l'intellettuale deve scendere nella società  e confrontarsi col problema. 
La sua è una figura sociale » . 
Ci sono stati vari interventi da parte del pubblico e si è aperto un dibattito su una questione che ha tanto interessato perché, probabilmente, è ancora tanto lontana da una maniera unica di essere considerata .
Umberto Eco forse ha ragione quando dice che in molti casi il compito degli intellettuali non è diverso da quello di ogni cittadino responsabile. Ma allora qual'è (se c'è) la funzione dei chierici della cultura in una società democratica ? 
Occuparsi sartriaramente di ciò che no li riguarda è ancora un buon programma per gli intellettuali o soltanto un pretesto per brillare in società o in una trasmissione televisiva? E anche l'identikit dell'intellettuale è da ridisegnare.
«Ho giurato di scuotervi, per amore o per ira»,  scriveva  Georges Bernanos.
Scuotetevi dal torpore, dalle illusioni, scuotevi dal cinismo degli «idioti raffinati, gonfi di cultura, mangiati dai libri come da pidocchi, che affermano, col ditino in aria, che non succede niente di nuovo, che tutto s'è visto» "Scuotetevi"  :  per Bernanos il compito dell'intellettuale era tutto in questa parola, nell'inquietudine da suscitare contro le false certezze, nella scelta di campo contro le compromissioni del potere, cioè, in definitiva, contro gli idoli. "scuotetevi" : bel programma anche per oggi.
E vale per tutti gli intellettuali, credenti e non, laici e cattolici (ne riparleremo !).

ShinyStat
3 marzo 2000