Le argomentazioni trattate sono state alquanto variegate ed interessanti, come gli aspetti militari, amministrativi, religiosi, politici ed economici della provincia reggina che sono stati oggetto della discussione.
Nel 885 il valoroso generale Niceforo Foca riconquistò la parte superiore della Calabria liberandola dagli insediamenti arabi: i Musulmani di Sicilia si prepararono alla riscossa e a un nuovo assalto contro la Calabria e per contrastarne l’invasione Costantinopoli inviò nel 888 a Reggio la flotta imperiale che, passato lo Stretto, si scontrò con quella musulmana nelle acque di Milazzo, subendo una grave sconfitta ed ebbe a registrare 7000 bizantini, secondo le cronache del tempo, persero la vita mentre 5000 furono i feriti .
Alla notizia della dura sconfitta i Reggini abbandonarono la città che venne saccheggiata dai Musulmani: un periodo in cui le incursioni saracene si susseguivano continuamente tanto da indurre alcune città longobarde e bizantine del Meridione a chiedere aiuto all’Imperatore Ottone II .
La Calabria divenne lo scenario bellico tra il Sovrano sassone e gli Arabi di Sicilia (alleati dei Bizantini) che lo sconfissero lungo la vallata dello Stilaro in data 12 luglio 982 .
Sul campo di battaglia caddero nomi prestigiosi come l’Emiro arabo Abu-Al Kasim, l'abate di Fulda, il vescovo di Augusta, il marchese Trasmondo di Toscana, cinque principi della famiglia di Capua e la crema dei fanti e cavalieri teutonici.
Ottone II riuscì a stento a salvarsi, fuggendo su un cavallo datogli dal giudeo Calonimo, che trovò la morte al posto del sovrano imbarcandosi su una nave bizantina .
Quindi lo scontro fu di una caratura superiore alla battaglia svoltasi lungo le rive dello Stelai (l'odierna Monasterace) nell'anno 880 tra la flotta araba, che venne distrutta da una squadra navale greca.
In seguito Pisa, emergente Repubblica marinara, con la sua flotta intervenne a supporto dei Bizantini nella dura lotta coi Saraceni sconfiggendoli nelle acque di Reggio in una grande battaglia navale che si svolse il 6 agosto 1005 .
Reggio oltre a centro politico ed amministrativo, commerciale venne riconosciuto anche nel campo religioso un ruolo preminente rispetto ad altre città della Calabria: a sede vescovile di Reggio venne elevata al rango di metropoli ecclesiastica.
Le motivazioni di tale cambiamento furono dovute al fatto che i vescovi della Calabria non potevano facilmente raggiungere Costantinopoli per essere consacrati o per il disbrigo di pratiche inerenti il loro ministero (2).
L’arte bizantina come quella del mosaico caratterizzata dalla rappresentazione della figura umana aventi come carattere comune quello dello splendore dei fondi d’oro, la varietà e ricchezza dei colori, l’eleganza delle figure allungate, lo sfarzo delle loro vesti o della pittura caratterizzata dalle icone atte alla decorazione delle chiese come il Cristo Pantokrator di Motta S.Niceto o quello che resta dei luoghi di culto della città di S.Agata o i resti architettonici sopravvissuti nei muri bassi della Chiesa della Madonna dei Poveri di Reggio.
Tale momento fu caratterizzato anche da una forte corrente migratoria : era l’inizio del monachesimo si stabilivano in grotte naturali o appositamente scavate come quelle di Armo, Mindino nei pressi di Condera, Palmi, Seminara, Pentidattilo, Saline.
Tra essi si segnalano Elia lo Speleota (abitante delle grotte) nato a Reggio intorno al 864 e dopo molto perigrinare si stabilì nei pressi di Melicuccà (3) .
Grazie alla sua opera si hanno notizie relative alla presenza dell’orso nell’Aspromonte. Barlaam nativo di Seminara.
Durante la conferenza sono state proiettate delle suggestive diapositive relative al tema in questione.
(1) reperto custodito presso il Piccolo Museo S. Paolo di Reggio;
(2) reperto custodito presso il Piccolo Museo S. Paolo di Reggio;
(3) reperto custodito presso il Piccolo Museo S. Paolo di Reggio.