Tale appuntamento ha visto la presenza del dott. Santo Gioffré , appassionato di storia ed assessore all’Assetto del Territorio, Protezione Civile, Beni Culturali dell’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria .
Il periodo storico compreso tra la metà del secolo XVI, in cui si rinnova la cultura, il modo di sentire la vita.
Questo mutamento è dovuto a molteplici fattori.
Anzitutto l’esilio avignovese e lo scisma d’Occidente avevano minato il prestigio della teocrazia pontificia .
Contemporaneamente anche l’Impero stava perdendo il suo potere e il suo significato, mentre erano in continua ascesa le monarchie nazionali e le lingue nazionali andavano prendendo il posto del latino nell’ambito delle scienze e anche della filosofia e della teologia .
In Italia i principati e le signorie instauravano nuove strutture politiche e amministrative .
Nel medioevo il filosofo a cui ci si ispirava era Aristotele, ora ci s’ispira a Platone .
Il maggiore mutamento ebbe luogo nell’intelletto di ogni uomo, ma esso fu strettamente legato al costante aumento della popolazione, che, con l’incrementare il commercio e il sistema bancario, fu la causa indiretta di una maggiore prosperità per l’Europa .
Nel XV secolo la nuova prosperità diede all’uomo nuovi input di fiducia nella sua capacità di plasmare il mondo, un urgente bisogno di esplorarlo, sentimenti questi che presero il posto dell’antica credenza che il mondo fosse immutabile e che non potesse essere mutato .
Artisti che gravitavano nella scultura, pittura, poesia, scienza, letteratura arricchirono non solo l’Italia ma maggior parte delle corti europee : nelle arti figurative Botticelli, Leonardo da Vinci, Piero della Francesca, Raffaello, Michelangelo, nella letteratura Petrarca, Macchiavelli, Tommaso Moro, nell’architettura con il Palladio, Sansovino, Brunelleschi, Bramante, ritrovarono l’armonia e le proporzioni classiche costruendo chiese, palazzi e ville che si richiamano direttamente, ma con spirito nuovo, ai modelli greco-romani nella pianta e negli elementi strutturali .
Il Rinascimento fu anche una grande epoca di scoperte geografiche: uomini d’azione, sostenuti da governanti ansiosi di accrescere le loro ricchezze e i loro territori, partirono alla scoperta ed alla conquista di nuove terre e di nuove vie: Colombo, Mercatore, Vespucci .
Ma contrariamente a quanto letto e studiato sui testi scolastici , anche il Meridione ed in particolare la provincia reggina ebbero il loro ruolo che non fu da meno a quello che si ritiene essere esclusivo appannaggio del centro-nord ricco e opulento, rispondendo con una scuola calabro-sicula di ottima fattura .
Nel campo della pittura Antonello da Messina, gli scultori Leonardo Bonanno, Domenico Gagini attivo a Genova, Napoli e in Sicilia, Antonello Freri nel Duomo di Catania con un gusto che si diffonderà nella Spagna andalusa, orientato talvolta verso Francesco Laurana, che nel 1468 è a Palermo.
Una provincia, quella reggina, che ha visto il lavoro del cartografo Domenico Vigliarolo di Stilo che usò uno strumento idoneo a misurare la longitudine in alto mare: consisteva in un orologio a sole, munito di bussola, che permetteva di rilevare le variazioni della declinazione dell’ago in qualsiasi momento del giorno .
Domenico Vigliarolo fu cosmografo ed autore di un’opera scientifica "De Cosmographia" .
Alcune carte nautiche del Vigliarolo sono conservate nella Biblioteca Regionale di Berlino sulle quali si legge «Presbiter Dominicus Vigliarolus Calaber Stilensius Me fecit in malyte urbe Neapoli 1580» , o dell’"Atlante Membranaceo del Mediterraneo", carta nautica a colori su pergamena, conservata presso la biblioteca di Parigi .
Egli per alcuni anni esercitò le sue funzioni nella celebre Casa di Contrataction Reale di Siviglia .
Ma anche gli scultori Giovanni Angelo Montorsoli (allievo di Michelangelo), Antonello Gagini, nato a Palermo nel 1480 ed ivi morto nel 1571 (paragonabile al Michelangelo del Sud), Giovanni da Nola, Andrea Camalech.
A Napoli e nel Mezzogiorno in rapporto con la corrente classicheggiante e con la decorazione lombardeggiante, continua in quella vasta zona una folta operosità specie in altari e in monumenti funerari.
Si ricordano gli spagnoli Bartolomeo e Diego Ordonez e Girolamo da Santa Croce.
Gli artisti toscani continuano a lavorare attivamente anche nel Mezzogiorno: a Napoli, in Sicilia (Michelangelo Naccherino, Francesco Camilliani) .