La trattazione dell'argomento in questione ha dato il via al primo appuntamento dei "Pomeriggi Culturali" per l'anno in corso e naturalmente anche l'inizio di una serie di incontri relativi alla sfera del giallo. Nel corso del suo breve intervento Gianni Aiello ha voluto evidenziare alcuni aspetti del personaggio letterario ideato da Arthur Conan Doyle e nello specifico ha trattato i temi che si sono sviluppati intorno al famoso detective londinese. Fumetti, videogiochi, serie televisive, animazione, romanzi, e, vista la sua straordinaria popolarità che neanche il tempo è riuscito a scalfire, anche diversi pub e/o luoghi di ritrovo hanno il nome di Sherlock Holmes. Anche la letteratura cinematografica riveste un ruolo di notevole importanza e nello specifico Gianni Aiello ha fatto un paragone tra l'eroe di Arthur Conan Doyle e quello di Ian Fleming. Infatti il volto cinematografico per eccellenza a riguardo il personaggio del Fleming, in arte James Bond 007, rimane Sean Connery così come per Sherlock Holmes è Basil Rathbone che insieme a Nigel Bruce, nella parte del dottor Watson, ha interpretato quattordici films realizzati tra il 1939 ed il 1946. Nel corso del suo breve intervento il presidente del Circolo Culturale "L'Agorà" ha voluto ricordare anche altri aspetti del famoso detective londinese come ad esempio il metodo scientifico applicato alle investigazioni e, quindi, rendere noto la materia della criminologia. Altro aspetto è quello relativo alla tipologia delle indagini condotte sempre applicando la tecnica dell'osservazione, ma anche i tanti travestimenti che assumeva l'investigatore del 221-B di Baker Street. Altro elemento trattato è stato quello dell'intuizione holmesiana basata sull’attenzione al particolare. Gianni Aiello ha concluso il suo breve resoconto introduttivo a riguardo la passione di Sherlock Holmes per i violini, essendo anche un abile violinista. Il famoso inquilino del 221-B di Baker Street era un attento conoscitore del famoso musicista Paganini e degli strumenti da lui usati. La parola è poi passata ad Antonino Megali che ha posto all'attenzione dei presenti che ancora oggi migliaia di lettere vengono indirizzate al numero 221-B di Baker Street, a Londra. Il contenuto epistolare contiene in genere apprezzamenti, i saluti ma anche vere e proprie richieste di aiuti. A tutte risponde un segretario scrivendo che il signor Holmes si è ritirato sulla costa, ma è vivo è vegeto e augura loro buona fortuna . D'altra parte, per dirla con le parole di un suo biografo, - continua Antonino Megali - essendo “Un uomo che non è mai vissuto, non potrà mai morire “. Creatore di questo personaggio è un medico scozzese: Arthur Conan Doyle . Ha studiato medicina all’Università di Edimburgo, allievo del famoso professore Joseph Bell, sostenitore del metodo deduttivo nella formulazione delle diagnosi. Apriamo una parentesi per una necessaria messa appunto della cornice scientifica filosofica in cui si forma lo scrittore scozzese . Egli è figlio di quella corrente che dominò la seconda metà dell’ottocento: il positivismo, Il metodo scientifico positivista è basato sulla raccolta e sulla classificazione dei dati, che altri scrittori del resto applicano ad altri campi del sapere: Parliamo di Comte, Mill, Spencer e Darwin. Ma non va trascurata l’influenza che la medicina –con la nascita della clinica e l’affermarsi della semeiotica-ha sul romanzo poliziesco. Conan Doyle era medico; Watson, collaboratore di Holmes è un medico. Lo è anche il prof. Thorndyke, protagonista dei romanzi di Austin Freeman ; medico il biografo di Thorndyke, Jervis . I medici per Freeman sono “I professionisti dell’osservazione scientifica. Inoltre per la loro professione, sviluppano una grande prudenza “. Ma queste affermazione pur vere, non vanno sopravvalutate. Ogni genere letterario  viene influenzato da opere precedenti. E anche il romanzo poliziesco ha, tra i suoi antenati, opere letterarie filosofiche, logiche e scientifiche. Certo nascerà solo nell’ottocento l’elemento base: il poliziotto pubblico o privato che sia. Come ha scritto il critico George Bates: ”Come si potrebbe scrivere qualcosa di poliziesco prima ancora che il poliziotto esista?” Tuttavia impressiona, per esempio, Zadig di Voltaire che anticipa nelle capacità deduttive tutti i detectives che verranno. Al Primo Eunuco che gli domanda se ha visto il cane della regina, Zadig risponde : ”E una cagna, e non un cane”. E’ vero ammette il primo eunuco. E’ una cagna piccolina, di razza spagnola aggiunge Zadig ha da poco avuto i piccoli, zoppica dalla gamba anteriore sinistra e ha orecchie lunghissime. L’hai dunque vista? No, non l’ho mai vista, né ho mai saputo che la regina avesse una cagnolina. Ed ecco come Zadig spiega il mistero: ho visto sulla sabbia le impronte di un animale, e ho capito facilmente che erano le orme di un piccolo cane. Dai solchi lunghi e leggeri impressi sui minimi rilievi della sabbia, fra le orme delle zampe ho capito che si trattava di una cagna con le mammelle penzoloni per aver figliato da pochi giorni. Altri segni tracciati in senso diverso della superficie sabbiosa, ma lateralmente alle orme delle zampe anteriori, mi hanno fatto capire che la cagna aveva orecchie molto lunghe; e poiché una delle orme delle zampe risultava più lieve delle altre ho capito che zoppicava un poco. Ma torniamo al nostro prof. Bell. Conan Doyle nella sua autobiografia confesserà che il più notevole dei personaggi incontrati durante gli anni universitari fu un certo”Joseph Bell,chirurgo all’infermeria di Edimburgo. Era un uomo singolare di mente e di  figura. Magro, sottile, scuro,aveva una faccia ad angolo col naso molto in alto, occhi grigi penetranti, spalle angolari ed un andatura incerta. La sua voce era acuta e stonata”. Lo scrittore fu scelto come scrivano ed ebbe quindi la possibilità di studiare da vicino il metodo deduttivo. Un giorno Bell chiese ad un paziente:”dunque, brav’ uomo, voi avete servito nell’esercito? Sissignore . Di stanza a Barbados? Sissignore. Vedete, signori-spiegò poi-costui è un uomo rispettoso ma non si è tolto il berretto . Ciò non si fa sotto le armi,ma lo avrebbe imparato se fosse stato congedato già da tempo. Ha poi un aria autoritaria ed è indubbiamente scozzese. In quanto a Barbados la infermità è l’elefantiasi, tipica cioè delle Indie occidentali e non dell’Inghilterra. Questo personaggio ispirò Sherlock Holmes. Il chirurgo però pur seguendo fino all’ultimo il suo allievo anche nelle esperienze politiche, non ”si sentì affatto lusingato da quello che egli chiama il suo soprannome(Sherlock Holmes) e questo fu sempre per lui un doloroso argomento”. Nelle sue Memorie Doyle rivela i suoi riferimenti letterari: Gaboriau e Poe. Il primo”mi aveva sedotto per l’eleganza con cui costruiva i suoi romanzi,e il magistrale detective di Poe era sempre stato uno dei suoi eroi preferiti”. Effettivamente gli autori citati sono i due personaggi chiave del racconto poliziesco . Per quanto concerne l’inchiesta criminale, l’americano incarna il genio e il francese il talento. Il poliziotto di Poe (Dupin) è tutto intuizione;Quello di Gaboriau (Lecoq) è tutto esperienza, saggezza e pratica del mestiere. In seguito però metterà in bocca a Holmes un giudizio negativo su Dupin: ”un tipo molto mediocre“. Aveva una certa capacità analitica, ma non era quel fenomeno che Poe sembrava considerare . E su Lecoq andrà ancora più pesante:”è un povero pasticcione, aveva un'unica dote, l’energia . Un critico lo rimprovera per questo . E Doyle,in risposta compose questi versi intitolati "A un critico poco perspicace" . Egli,la creatura solea deridere e dileggiareOv’io il creatore, volea riverire e onorare. Perciò afferrate questa verità preziosa: burattino e burattinaio non son la stessa cosa. A vendicare in ogni caso Dupin e Lecoq sarà Poirot che giudicherà le storie di Holmes piuttosto stiracchiate,piene di errori e al quanto artificiosi,pur riconoscendo a Doyle la piacevolezza del linguaggio e la creazione di quel magnifico personaggio che è il dottor Watson. Concepito il personaggio sorse a Doyle il problema di come chiamarlo. Il primo nome pensato fu Ormond Sacher. Poi passò a Sherrinford Holmes. Poi si imbatte per caso in un nome irlandese Sherlock. Era fatta! Nasceva il più famoso detective scientifico della letteratura poliziesca, protagonista di 4 romanzi e 56 racconti. E’ lo “Studio in rosso” la prima opera,a offrirci una descrizione particolareggiata di Holmes e del dottor Watson suo biografo. Watson narra che l’investigatore con il quale deve dividere l’appartamento gli viene presentato da un amico come un personaggio che ha delle idee un po’ bizzarre,ma ha accumulato una quantità di conoscenze singolari . La presentazione avviene nel laboratorio dell’ospedale di Londra in maniera classica:il dottor Watson….il signor Sherlock Holmes disse il comune amico. Piacere fece lui cordialmente,stringendomi la mano con una forza che non mi sarei aspettato da lui. Vedo”che siete stato in Afghanistan.”Come fate a saperlo? Chiede Watson stupito. Spiegherà poi la logica del suo ragionamento:ecco un signore che ha l’aria di un medico ed anche di militare. Quindi si tratta chiaramente di un medico militare. E’ appena arrivato dai tropici perché la sua faccia è scura e questa non è la tinta naturale della pelle visto che i polsi sono chiari. Ha affrontato situazioni dure e malattie come rivela chiaramente il suo viso provato. Il braccio sinistro,che tiene in posizione rigida e innaturale è stato ferito. In quale parte dei tropici un medico dell’esercito britannico potrebbe avere avuto una vita molto dura ed essere ferito al braccio? Ma in Afghanistan ovviamente! Comprimari delle loro avventure sono due uomini di Scotland Yard, gli ispettori Lestrade e Gregson ”il fior fiore di un branco di incapaci. Sono entrambi svelti ed energici ma incredibilmente convenzionali.” Ancora dallo Studio in rosso traiamo la descrizione di Holmes: la sua persona il suo aspetto erano tali da colpire anche l’osservatore meno attento. Era alto poco più di un metro e ottanta ma talmente magro da sembrare ancora più alto. Aveva occhi scuri e penetranti…. e il naso aquilino e affilato gli conferiva un’espressione vigile e risoluta. Anche il mento, prominente e quadrato era tipico dell’uomo deciso… In oltre possedeva una straordinaria delicatezza di tocco . E’ inutile dire che alla sua popolarità ha contribuito il suo abbigliamento: il cappotto scuro sul quale indossa una mantellina e il cappello da cacciatore che porta in testa .La sua celebre silhouette è completata dalla pipa che fuma a getto continuo durante le sue deduzioni. Passiamo alle sue cognizioni: letteratura, filosofia, astronomia, zero. Politica:nozioni scarse. Botanica: variabile. Conosce a fondo le caratteristiche della belladonna,dell’oppio e dei veleni in genere. Non sa nulla di giardinaggio e di orticultura. Geologia: nozioni pratiche ma limitate. Riconosce a prima vista le diverse qualità di terra. Chimica:profonde. Anatomia: esatte ma poco sistematiche. Letteratura sensazionale: illimitate.Conosce i particolari di tutti gli orrori del secolo. Suona bene il violino (uno Stradivarius naturalmente!). E’abilissimo nel pugilato e nella scherma. E’ dotato di buone nozioni pratiche in fatto di legge inglese. Ha frequentato studi di ingegneria e in questa occasione fa la conoscenza di un personaggio eccezionale, il dott Moriarty. Ha due fratelli; del primo Sherringford, si hanno poche notizie, l’altro, Mycroft, sarà compagno di Sherlock in molte avventure. E’ cocainomane, un vizio che l’accompagnerà sempre. Lo aiutano nelle sue indagini i cosiddetti “irregolari di Baker street“ un gruppo di ragazzi della strada che gli forniscono le informazioni. Straordinaria infine la sua capacità di travestirsi. E il suo rapporto con le donne? Nel Segno dei quattro, Holmes fa precise affermazioni sul loro conto e sull’amore: ”E’ essenziale alle qualità personali,ma rischia di farci perdere la lucidità di giudizio,dice di fronte al fascino di una sua cliente che invece ha forte influenza su Watson che se ne innamora a prima vista. Secondo lui non ci si può mai fidare completamente delle donne,nemmeno delle migliori. E l'amore è uno stato emotivo, e tutto quello che è emotivo ostacola la fredda e lucida ragione che io pongo al disopra di qualsiasi altra cosa . Non mi sposerò mai, per paura di perdere la mia lucidità di giudizio”. Per una sola, la protagonista di Uno Scandalo in Boemia, Irene Adler, Holmes ha parole di ammirazione. Ma attenzione: Irene era solo per lui un “caso “, niente altro. Per la prima volta (e l’ultima), i sui piani erano stati buttati all’aria dall’intelligenza di una donna . Commenta Watson :”Egli soleva burlarsi del cervello delle donne, ma da allora non lo più inteso scherzare sull’argomento”. Holmes non è un eroe incurante del pericolo. E’ sì coraggioso, ma ritiene che “sia stupidità più che coraggio rifiutarsi di conoscere il pericolo quando ti è vicino”. Capita  inoltre che le sue azioni siano contro la legge. Commette violazioni di proprietà e perfino furto con scasso. Simula malattie, disgrazie, conoscenze e anche la propria morte . Manipola i giornali e pensa che “la stampa è un’istituzione di grande valore, solo se sai come usarla” . Due tipi di crimine ritiene particolarmente difficili da sbrogliare. Quello privo di movente,o quello premeditato perché anche i mezzi per occultarlo sono freddamente premeditati. Da qui la diffidenza verso coloro che esibiscono alibi solidi.Altra difficoltà è quando si ha di fronte un medico criminale: ”quando un medico sceglie la via del male è il primo dei criminali”. Non deve meravigliare che condivida alcuni pregiudizi del suo secolo riguardanti le minoranze. E’ prevenuto nei confronti dei negri ed ebrei. In un incontro dice a un pugile nero”non mi piace il vostro odore” e di un cliente indebitato” è nelle mani degli ebrei”. Riguardo alla “spalla”di Holmes,il dottor Watson, Doyle si servì di un nome vero. Un suo amico si chiamava Watson:James Watson. Bastò cambiare il nome di battesimo in John. I due sono complementari. Metodico e geniale Holmes, uomo normale e non brillante Watson. Il suo ruolo è di fare da testimone quando l’amico strappa confessioni, caricare la pistola, accompagnarlo nelle missioni più pericolose. Ha una funzione di stimolo. Non sarete luminoso, gli dice Holmes, ma siete un ottimo conduttore di luce. Certe persone,pur non possedendo il genio hanno la pregevole capacità di stimolare il genio che è negli altri. Conan Doyle ebbe fama e ricchezza con le avventure del detective. Ma in realtà è anche autore di romanzi storico avventurosi, di racconti fantastici e del terrore e soprattutto di saggi sullo spiritismo e sui fenomeni paranormali. Pur credendo nella scienza, sa ironizzare su quelli che credono che la scienza possa spiegare tutto, tanto è vero che fu uno degli ispiratori della celebre beffa delle ossa di Piltdown. A un certo punto si stancò del personaggio che aveva inventato per gioco e che faceva passare in secondo piano tutto il resto della sua produzione scientifica-letteraria . Decise pertanto di “accoppare Holmes e di liquidarlo una volta per tutte perché mi distoglie la mente da cose assai più importanti”. Aveva già creato la figura del professore James Moriarty , il “Napoleone del crimine”, che Holmes riteneva responsabile di metà del male che viene commesso in questa grande città . I due si rispettavano a vicenda considerandosi di pari intelligenza e fisicamente anche simili:alti,magri con la fronte alta. Moriarty è un gentiluomo vittoriano. Indossa con eleganza frac e tuba,è raffinato e di nobili origini. Ha una conoscenza straordinaria di matematica astronomica . Non porta a termine personalmente i crimini, ma manovra a suo piacimento criminali e non . Lo scontro finale fra i due avviene nelle cascate svizzere di Reichenbach, dove scompaiono entrambi avvinghiati in un abbraccio mortale . La reazione dei lettori fu immediata: da ogni parte del mondo arrivarono lettere di protesta e di insulti . Gli uomini d’affari londinesi si recano alla City col lutto al cappello;migliaia di lavoratori scioperano, un parlamentare presentò un’interpellanza al governo . Suo malgrado dovette farlo risorgere dopo nove anni: fu spiegato come Holmes in realtà si fosse finto morto per meglio sorvegliare i complici del professor Moriarty e avesse viaggiato nel lontano Tibet. Una curiosità:mai nel ”Sacro Canone”, come vengono indicati i quattro romanzi e i cinquantasei racconti,Holmes pronuncia la celebre frase “Elementare Watson”. La frase ”Oh,questo è elementare, mio caro Watson”, è una trovata di William Gillette famoso attore teatrale americano che ottenne da Doyle di interpretare il detective e di adattare per il teatro alcuni racconti . Ed è in un testo teatrale che appare la frase citata come anche l’uso della pipa ricurva. Il più grande investigatore della letteratura ebbe anche numerose apparizioni sullo schermo cinematografico . Il primo film è girato nel 1900 (quasi alla nascita del cinema). E’ una vignetta che mostra il detective vittima di un astuto bandito infiltratosi nel suo appartamento . Dura circa un minuto . La più curiosa risale al 1918 quando a interpretare Holmes fu un uomo di colore Sam Robinson. Poi toccò negli anni venti a John Barrimore. Nell’era del sonoro si cimentarono l’attore inglese Clive Brook, il canadese Rajmond Massey e alla fine degli anni trenta il più convincente di tutti, Basil Rathbone che finì per essere identificato con il personaggio. Lamentandosi l’attore scrive:” i miei cinquantadue ruoli in ventitré commedie di Shakespeare,i miei anni ai teatri di Londra e New York , i miei personaggi al cinema e le due nomine all'Oscar, tutto lentamente affondò nell’oblio”. In seguito toccò a Peter Cusching famoso per il suo ruolo di Frankenstein che interpretò la parte per molti anni alla televisione inglese e tanti altri tra i quali Roger Moore. In Italia la televisione nel 1968 ha mandato in onda due sceneggiati interpretati da un dignitoso Nando Gazzolo, La valle della paura e L’ultimo dei Baskerville . Parodie sono state poi il cagnaccio di Baskerville dove Holmes va in un salone di massaggi e si vede Watson travestito da mamma di Sherlok in una falsa seduta spiritica. Appare anche protagonista di film pornografici per omosessuali. Vogliamo ricordare per concludere gli apocrifi Holmesiani, diventati un vero e proprio genere narrativo . Il più famoso è La soluzione al sette per cento di Nicholas Mejer dove Holmes va a trovare a Vienna un medico di cui si dice un gran bene:Freud. In realtà il padre della psicoanalisi conosceva bene i racconti di Holmes - con il quale aveva in comune la passione per la cocaina - e Conan Doyle che esercitava la sua stessa professione. Freud riuscirà nel romanzo a disintossicare Holmes e riesce a svelare la ragione dell’uso della cocaina,dell’avversione verso le donne ,dell’odio per Moriarty: il padre dell’investigatore aveva ucciso la moglie e il suo amante. Ci sarà pure un Arsenio Lupin contro Herlock Sholmes di Maurice Leblanc, non potevano mancare i romanzi che vedono il detective contro Dracula e il dottor Jeckill, dove si viene a sapere che è stato Holmes a uccidere Jeckill. Anche il fumetto ha illustrato le avventure del detective . A parte le parodie,la migliore riuscita si è avuta proprio in Italia ad opera di Berardi e Trevisan per le edizioni Isola Trovata. Il nostro poliziotto continua a essere un mito per le sue fenomenali deduzioni . Molti hanno criticato le sue indagini artificiose e tanti non amano nel giallo l’uso dell’osservazione e della deduzione per risolvere i casi. Ma senza di lui non avremmo avuto il filone scientifico, quindi il Philo Vance di Van Dine, Marlowe di Chandler, Chambers di Henry Kane,Gideon di Dickson Carr . Il genere entrerà in crisi dopo gli anni Trenta,quando incominciano ad apparire investigatori più umani e vengono messe in discussione le caratteristiche strutturali del racconto alla Conan Doyle (stato di diritto e cittadini devono combattere contro il male, trionfo del bene e punizione del colpevole secondo l’etica protestante, rigorosa razionalità del racconto investigativo) . Il requiem per questo tipo di romanzo giallo è codificato da Durrenmatt che nella sua opera La Promessa  fa vedere l’investigatore Matthai che in base alla logica ritiene che un assassino dovrà passare per una certa strada e sta lì ad aspettarlo . Il criminale muore per un incidente stradale,ma il detective continuerà ad attenderlo sulla strada fino alla morte.
ShinyStat
29 gennaio 2009
Uno studio in rosso, strand magazine, 1897

Il segno dei quattro, strand magazine, 1890

Le avventure di Sherlock Holmes, strand magazine, 1892

Le memorie di Sherlock Holmes, strand magazine,1894

Il mastino dei Baskerville, strand magazine,1902 

Il ritorno di Sherlock Holmes, strand magazine,1905

La valle della paura, strand magazine,1915

L'ultimo saluto di Sherlock Holmes, strand magazine,1917

Il taccuino di Sherlock Holmes, strand magazine,1927

John Dickson Carr, Vita  di Sir Arthur Conan Doyle, Rizzoli, 1956

Pier Carpi, Il mistero di Sherlock Holmes, Gino Sansoni, 1968

Del Monte, Breve storia del romanzo poliziesco,Laterza, 1969

Benvenuti Rizzotti, Il Romanzo Giallo, Mondatori, 1979

Allen Fyles- Sherlock Holmes-Album del centenario, Diapress,1987

Conan Doyle, Tutto Sherlock Holmes, Newton Compton, 1992

M. Baldini (a cura di), Gli aforismi di Holmes, Newton C., 1995

Eco e Sebeock (a cura di), Il segno dei Tre, Bompiani, 2004

Il mastino dei Baskerville , 1939

Le avventure di Sherlock Holmes, 1939

Sherlock Holmes e la voce del terrore, 1942

Sherlock Holmes e l'arma segreta, 1942

Sherlock Holmes di fronte alla morte, 1943

Sherlock Holmes a Washington, 1943

Sherlock Holmes e l'artiglio scarlatto, 1944

Sherlock Holmes e la perla della morte, 1944

Sherlock Holmes e la donna ragno, 1944

Sherlock Holmes e la donna in verde, 1945

Sherlock Holmes e la casa del terrore, 1945

Sherlock Holmes fuga da Algeri, 1945

Sherlock Holmes vestito per uccidere, 1945

Sherlock Holmes terrore di notte, 1946

La vita privata di Sherlock Holmes, 1970

Il fratello più furbo di Sherlock Holmes, 1975

Sherlock Holmes: Soluzione sette per cento, 1976

Le avventure di sherlock holmes, 1984

Piramide di paura, 1985

Sherlock Holmes in China, 1994

Sherlock Holmes, 2009