Lo sport assumeva  sia nel mondo ellenico che nelle colonie, oltre che un momento di aggregazione sociale anche motivo  di vanto delle città che venivano rappresentate da validi atleti le cui gesta sono giunte sino ai giorni nostri.
La manifestazione ha avuto un notevole impatto di interesse, visto la notevole affluenza di pubblico ed i servizi mandati in onda dai canali della Rai 3 Calabria. 
Le attività sportive nel mondo ellenico assumevano una notevole importanza in quanto l'agonismo costituiva la carta d'identità del mondo greco e per quelle popolazioni costituiva un elemento basilare nella formazione e nella vita del cittadino ed un ruolo di fondamentale importanza nell'educazione delle generazioni più giovani.
Le attitudini dello spirito agonistico greco ci sono state tramandate dal legislatore ateniese del VI sec. a.C., Solone,  grazie a lui possiamo conoscere le caratteristiche della vigoria atletica e fisica di quei tempi, quindi i tratti somatici dell'atleta antico.
La sfera sociale e culturale del  mondo greco ha il suo punto d'incontro nelle grandi feste religiose, come ad Atene, le Panatenaiche in onore di Atena; a Delfi, i giochi Pitici in onore di Apollo, ad Olimpia con i giochi olimpici in onore di Zeus .
Le feste in onore di Zeus si tenevano ogni quattro anni e rappresentavano un arco di tempo di tregua sacra, proclamata dai Teodofori, per qualsiasi città-stato in guerra: venivano deposte le armi i guerrieri si scontravano in lotte pacifiche e davano il meglio di sè non solo per la gloria personale ma  anche per fare  onore alla polis di appartenenza.
La prima olimpiade dell'epoca antica ebbe luogo nel 776 a.C. mentre l'ultima di cui si ha notizia risale al 394 d.C.,  l'anno della sospensione dei giochi, decretato per ordine dell'imperatore romano Teodosio, dietro le pressioni del Vescovo di Milano, Ambrogio.
I giochi olimpici erano suddivisi in diverse giornate che si susseguivano dopo l'accensione del fuoco sacro e la contemplazione ed al culto degli dei ed in particolare a Zeus.
Le competizioni cominciavano con lo svolgimento delle gare podistiche, il dolicos, il diabus ed in tali competizioni troviamo la figura dell'atleta crotoniate Astylos che primeggiò in tutte le specialità della corsa del 488, 484 e 480 a.C. o di Dikon di Caulonia vincitore nel 392 a.C.
Le manifestazioni olimpiche proseguivano con le gare inerenti la lotta, il pugilato ed il pancrazio, poi il pentathlon, consisteva in cinque gare quali la lotta, il lancio del disco, giovelotto, corsa e salto.
In tale disciplina si distinse il crotoniate Phayllos, vincitore per ben due volte. (1)
Agli atleti che portavano a termine tutte e  cinque discipline agonistiche venivano conferiti grandi onori.
Anche nelle colonie greche lo sport assumeva una notevole importanza e nella fattispecie  nell'educazione dei giovani.
Nel corso dell'incontro sono stati fatti dei cenni al perché della fondazioni di tali colonie: esse sorsero per diversi motivi, come quello relativo a nuova patria per gli esuli, che sfuggiti alle invasioni doriche, fondarono nuove città, molte delle quali richiamavano i luoghi natii degli stessi,  più tardi , tale colonie, fungevano sia come sbocco per la sovrappopolazione che come per fattori commerciali.
Infatti nel 750 a.C.  ogni città stato del continente e delle isole greche iniziò l'operazione atta all'invio dei coltivatori terrieri, privi di appezzamenti, in nuovi territori del Mediterraneo con lo scopo di fondare nuove colonie, come ad esempio  Corinto che fondò  la città stato di Siracusa.
Gianni Aiello nel corso del suo intervento ha evidenziato anche che le testimonianze di quel ricco e glorioso passato storico sono ben custodite nel Museo della Città di  Reggio, sottolineando a chiare lettere che non si  trovano lì per caso, come qualcuno ha affermato nel caso delle opere bronzee relative ai guerrieri di Riace.
Tali testimonianze sono costituite da una varietà di oggetti che testimoniano la diffusione della pratica sportiva del periodo storico trattato nel corso della giornata di studi.
Questi documenti sono costituiti da tabelle in bronzo che narrano le gesta di atleti, come ad esempio quella che narra le gesta inerenti le vittorie olimpioniche del sibaritide Kleombrotos, tale tabella, rinvenuta nel santuario di Atena di Francavilla Marittima (Cosenza), è custodita presso il Museo Archeologico di Sibari.
Altre testimonianze sono costituite da contenitori per oli che servivano agli atleti  per ungersi il corpo prima del combattimento, strigili, strumenti in bronzo che servivano a detergere il corpo sia dal sudore che dall'olio, strumenti per gli allenamenti del periodo atti al miglioramento delle prestazioni atletiche  durante le gare, come l'halter, che serviva a migliorare  il salto, le anfore panatenaiche,  caratterizzate da diverse figure atletiche, o di diversi oggetti funebri trovate nelle tombe degli atleti come modellini di bighe in bronzo, la maggior parte di tali fonti provengono dalla necropoli di Lucifero di Locri Epizefiri e sono custodite presso il Museo Archeologico Nazionale di Reggio.
Il tema centrale è stato affrontato in modo eccellente da Rossella Agostino, direttore archeologo della Sopraintendenza  calabra e da Roberta Schenal, archeologa, che grazie al commento visivo del  lavoro multimediale promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e realizzato dalla Soprintendenza per  i Beni Archeologici. della Calabria.
È stato un percorso nella memoria di un passato ricco di momenti, personaggi che hanno dato lustro ad un intero territorio e tali ricordi sono giunti fino a noi grazie alle numerose attività di  scavo che si sono succedute nel tempo, come il rinvenimento del pavimento musivi con scena di palestra,  avvenuto nel 1924, rinvenuto tra la  via Fata Morgana - zona sud -  ed il Corso  Vittorio Emanuele III di Reggio e conservato nel Museo Nazionale della Città dello Stretto.
Grazie alla visione di tale percorso multimediale sono state narrate le gesta degli atleti
La partecipazione ai Giochi panatenaici e panellenici da parte degli atleti provenienti dalla colonie rappresenta il forte legame con la madre patria .
Nel periodo arcaico - commentano nel loro percorso storico - eccelsero gli atleti di Crotone, in seguito quelli di Locri, Kaulon, Reggio, e ciò ci viene tramandato in alcuni lavori di terracotta, come l'erma che raffigura l'olimpionico Euthymos di Locri, altri atleti, entrati ormai nella leggenda, il crotoniate Milone, famoso lottatore, al quale venne conferito l'onore del sacerdozio nel santuario di Hera a Capo Colonna e nel recinto sacro di Olimpia venne innalzata una statua, opera dello scultore Dameas di Crotone.
Milone conquistò dei primati anche negli altri giochi panellenici, accomunati dalla stessa tipologia delle attività sportive quali gare ippiche e ginniche.
Milone conseguì sei vittorie nelle Pitiche, istituite nel 582 a.C., che si svolgevano a Delfi,  dieci nelle Istmiche, in onore di Poseidone e nove nelle Nemee, da Nema, città del Peleponneso.
In tale periodo erano  in voga tre tipologie di   lotta quali pugilato, lotta e pancrazio, quest'ultimo era una sorta di tecniche che si rifacevano alle due precedenti attività.
Anche l'agonismo era molto violento, infatti, nel pugilato, i guantoni erano ricoperti da cesti in piombo e nelle tre attività l'incontro aveva termine quando uno dei due atleti  non chiedeva la resa, o addirittura nel pancrazio,  con la morte di uno dei contendenti.
La città di Crotone ebbe una notevole rinomanza, infatti il pugile Daippos, fu il primo atleta non residente nella "madre patria" a vincere le Olimpiadi del 672 a.C. e tale tradizione, suffragata da continue vittorie, durò per quasi un secolo: infatti dal 672 al 588 a.C. si ventotto Olimpiadi ben diciannove vennero da atleti crotonesi,  la città di Sibari  annovera Philetas, vincitore nel 616 a.C. nel pugilato dei fanciulli, mentre Locri ebbe Euthymos, vincitore nel pugilato nel 484, 476 e 472 a.C., Hagesidamos, vincitore nella categoria ragazzi nel 476 a.C..
Per le gesta ed i prestigiosi risultati ottenuti dall'atleta locrese Euthymos vennero erette una statua a Locri, realizzata da Pitagora di Samo, ed una ad Olimpia, della quale è sopravvissuta la base in marmo.
Un altro sport di notevole importanza nelle manifestazioni olimpiche era costituito dalle gare ippiche che comprendevano anche la corsa dei carri  quali le bighe, trainate da due cavalli e le quadrighe da quattro: a tali manifestazioni parteciparono anche degli atleti di Locri, di ciò rimangono dei frammenti provenienti da Centocamere, datato V secolo a.C.  un modellino di biga in bronzo, un'arula proveniente dalla necropoli di Lucifero  raffigurante una quadriga in corsa, od alcuni frammenti di arule, datate VI secolo a.C., provenienti sempre dalla stessa zona di Centocamere e che raffigurano una quadriga in corsa con due giovani atleti che la conducono e di una stele, trovata da Paolo Orsi, dove si legge  parte di un epigramma in versi in onore di un atleta locrese Dexandros che, tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C., riportò una vittoria in una gara ippica. 
La città di Rhegion annovera nella corsa con l'apene, biga tirata da mule, la vittoria di Anaxilas nel 480 a.C., per l'evento venne coniata anche una moneta sia a Reggio che a Messina.
Nel corso dell'incontro si è parlato anche delle anfore, dette "panatenaiche" e che costituivano un premio alquanto ambito dai vincitori delle manifestazioni sportive.
Tali anfore contenevano olio proveniente dalle aree sacre venivano conferite in premio al vincitore e  per le gare più prestigiose erano previste quasi centocinquanta anfore, contenente ciascuna quasi quaranta litri di olio.
Era un tipo di vaso creato ad Atene e che riportava  una iscrizione dipinta insieme alla decorazione che avevano una funzione didascalica che descriveva l'impresa dell'atleta vincitore della gara.
La capacità delle anfore panatenaiche variava dai 22  ai 39 litri, mentre  il premio che  veniva conferito all'atleta vincitore consisteva in una quantità d’olio che andava dai 1000 ai 2000 litri.

6 marzo 2004
atleti panatenaici
... una presentazione
il mosaico ritrovato in via Fata Morgana nella città di Reggio Calabria
moneta raffigurante Anassila

(1) atleti in gara : da "I MONDI DELL'UOMO" , Il Libro del Mondo - Verona, vol. IV,  pag. 44 - 1972.

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