“La toponomastica a Reggio Calabria nella storia e nella realtà” è stato il tema del nuovo incontro organizzato dal Circolo Culturale “L'Agorà”, al quale ha partecipato, in qualità di relatore, l’Onorevole Fortunato Aloi. Il sodalizio culturale reggino non è nuovo a questo tipo di iniziative, avendo organizzato, diverse attività sia come convegnistica che a livello di proposte, rendendosi promotore di diverse richieste di intitolazioni di luoghi pubblici inoltrate, in via ufficiale, al Comune di Reggio Calabria. La toponomastica è la disciplina che studia i nomi dei luoghi, cercando di stabilirne il significato e l’origine, è la toponomastica: dal greco tópos (luogo) e ónoma (nome), ma nel contempo è un libro aperto nelle cui pagine è riporta la storia di un territorio che racconta la storia di un territorio, di episodi che si intrecciano tra storia locale e macrostoria. La toponomastica racconta anche di uomini che per le loro benemerenze hanno dato alla Città una dimensione legittimamente rilevante nella storia, anche se, purtroppo, a volte la sintonia tra storia locale e storia nazionale, sintonia non sempre purtroppo è stata rispettata. La toponomastica è di grande ausilio anche per la conoscenza delle vicende storiche della città e spesso delle stesse figure destinatarie della intestazione di luoghi pubblici che nel contempo offre, sia al cittadino, al turista, alle nuove e future generazioni di quel territorio, uno strumento valido per ricavare preziose e semplici informazioni che riguardano una determinata realtà geografica. La Toponomastica quindi riflette le varie stratificazioni storiche che si sono succedute con lo scorrere del tempo su un determinato territorio e concorre a rinvigorire la coscienza dell’identità culturale urbana e cittadina sia per i cittadini che per i turisti. D’altronde, come ha scritto lo scrittore cileno Luis Sepúlveda «un popolo senza memoria è un popolo senza futuro» e tale citazione rappresenta quell’indice per raccontare agli altri il territorio, ma anche quella pietra angolare che aggrega le varie generazioni, coinvolgendole nel sostegno e nel vivo mantenimento del ricordo inteso non come nostalgia ma strumento utile al confronto con l’immediato futuro. Nel corso della discussione è emerso che il valore storico di una Città che tanti nomi di valore ha avuto e che dovrebbero ricevere la giusta attenzione da parte della Commissione Toponomastica o di chi decide per essa. La toponomastica è la fotografia esatta di un territorio, ma anche della capacità della classe politica cittadina. La toponomastica non può e non deve rappresentare soltanto un pezzo di marmo dove è inciso un nome o una località che ne indica una via, una piazza: essa rappresenta la memoria storica del territorio in cui essa è ubicata. La toponomastica italiana dalla sua nascita, fine XIX secolo, ha sempre tenuto presente l’interesse per lo studio storico del territorio, come dimostrano numerose pubblicazioni di linguisti e geografi. Odiernamente lo studio dei microtoponimi e dei termini geografici, serve per illustrare l’evoluzione di un territorio storico nella sua completezza (fisico, antropico, economico). Nell’ambito della disciplina geografica e particolarmente di quella geostorica, la ricostruzione di un paesaggio antico, sia questo preistorico, medievale, moderno, ma ormai anche “quasi” contemporaneo, non può assolutamente prescindere dall’apporto della toponomastica, in quanto come affermato da Giovan Battista Pellegrini,: «il compito istituzionale della toponomastica è soprattutto di studiare i nomi locali nelle loro origini e nella loro storia e di indagare sulla nomenclatura degli oggetti geografici. Lo studioso che si occupa di questo ramo delle esplorazioni linguistico-etimologiche ha come compito fondamentale di ridare al nome di luogo, divenuto per lo più opaco nel corso dei secoli o dei millenni, una trasparenza, un significato o di formulare delle ipotesi che siano per lo meno verosimili per l’aspetto storico-geografico e soprattutto per l’interpretazione linguistica fondata sul metodo storico comparativo (sviluppatosi scientificamente solo a partire dai primi anni del secolo passato)». Nel famoso film del 1951 Miracolo a Milano, con la regia di Vittorio De Sica, soggetto e sceneggiatura di Cesare Zavattini, una scena restituisce l’importanza dei nomi decisi per gli spazi pubblici: il protagonista, Totò, resosi conto della povertà educativa della comunità con cui abita, sostituisce il nome della strada principale (strada Maggiore) con “strada 5x5=25” e afferma «così i bambini imparano qualcosa», traducendo, di fatto, il significato della parola pedagogia. Lo spazio è storia. La toponomastica e l’odonomastica sono due ambiti strettamente collegati alla nostra quotidianità: «i nomi delle strade sono luoghi della memoria, tramandano il passato nello spazio pubblico». Plasmano il volto delle città e ne raccontano la storia: il primo dei due concetti è più generale e onnicomprensivo, τόπος significa luogo; il secondo, invece, è più specifico e riguarda le denominazioni delle vie: ὁδός, infatti, ha il significato di via e, lato sensu, di piazze e luoghi cittadini, passibili di modifiche più immediate. Nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020 la conversazione sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data dal 30 aprile.

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30 aprile 2021
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