Fa luce su un passato neanche tanto remoto "Il Massimo della pena" dedicato alle condanne a morte
eseguite nel territorio di Reggio Calabria sino alla fine del secolo scorso.
Gianni Aiello ricostruisce le esecuzioni che si sono verificate dal 1808 al 1898, pene capitali comminate ad autori di reati comuni ma anche ad esponenti del brigantaggio nonché protagonisti dei moti insurrezionali risorgimentali.
Nel volume vengono così alla luce molti episodi inediti, come quello di Cinquefrondi "dove, il 13 luglio ed il 12 agosto del 1809 vengono passati per le armi ben 29 cittadini del luogo per motivi di brigantaggio" .
La ricerca di Gianni Aiello fa luce anche su tre condanne a morte presso le carceri di Monteleone (l'attuale Vibo Valentia) per alcuni reggini responsabili di reati vari.
Il giovane studioso reggino passa in rassegna inoltre le esecuzioni ai danni dei protagonisti dei moti insurrezionali del settembre del 1847, comprese quelle eseguite sul greto della fiumara San Francesco, l'attuale Calopinace.
Di questi aspetti, ed anche in quelli morali ed etici della questione hanno discusso Orlando Sorgonà, responsabile del sodalizio organizzatore e il il dottor Domenico Coppola, direttore a riposo dell'Archivio di Stato di Reggio Calabria.
Nel corso del dibattito oltre ad un intervento dell'autore è stata realizzata una proiezione di diapositive sull'argomento.